Dalla Resistenza alla Democrazia Imperfetta: Una Riflessione sulla Giornata Internazionale della Democrazia

Set 15 2024
Rita Lazzaro
“Alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie.”

È così che nel 1979 il Presidente della Repubblica Sandro Pertini parlava ai suoi cittadini.

Un uomo, un partigiano, un Presidente che passò la sua giovinezza tra battaglie e galera rischiando la stessa vita per far sì che l’Italia si liberasse dalle grinfie del regime nazi-fascista.

Ed è grazie alla lotta del Presidente e di tanti altri partigiani che: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.

Una Nazione in cui “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Proprio come sancito all’art 1 della Carta Costituzionale, nata dalle macerie del regime nazi-fascista e, di conseguenza, dall’essenza antifascista.

Ma in Italia esiste realmente la democrazia o è rimasta solo un principio fondamentale cristallizzato nel nostro Testo?

Un quesito tanto provocatorio quanto legittimo a cui cercheremo di dare risposta proprio in occasione della Giornata internazionale della democrazia, celebrata il 15 settembre di ogni anno.

L’Economist ha pubblicato Democracy Index in base a uno studio fatto di numeri e percentuali che valuta la solidità della democrazia in 165 Stati e due territori, calcolato in base a una pagella che dà voti da 1 a 10 su cinque aspetti: processo elettorale e pluralismo; funzionamento del governo; partecipazione politica; cultura politica democratica; libertà civili. Secondo questo studio si è promossi a pieni voti come Full democracy, ossia “democrazie piene” se si raggiunge da 8 a 10 di media.

Si ha la sufficienza come democrazie imperfette “Flawed democracy”, se si raggiunge da 6 a 8 di media.

L’Italia una Flawed democracy

Ed è in quest’ultima fascia che si trova L’Italia. Trentacinquesima, messa peggio del Botswana, del Cile, degli Usa, dell’Estonia e di Israele.

Nel parlare di “democrazie imperfette” sono da ricordare anche i “regimi ibridi”, com’è, per esempio, la Turchia governata da Erdogan, che nel 2013 fu attraversata da manifestazioni antigovernative, come quella di piazza Taksim, che vennero represse con una brutale. La stessa Turchia che vuol far parte dell’Europa, ma, nel mentre, infrange la Convenzione che porta il nome della sua stessa capitale e che si propone di difendere le donne da ogni tipo di violenza.

La situazione in Afghanistan

L’Afghanistan, invece, è in fondo alla classifica per il terzo anno consecutivo. I Talebani, non sorprende, ottengono un punteggio vicino allo zero nella maggior parte delle misurazioni della salute democratica dell’EIU. In questi ultimi tre anni, infatti, hanno, puntualmente violato i diritti delle donne come il diritto allo studio.

Infatti, alle donne è stato impedito di frequentare istituti di istruzione oltre le elementari. Private anche del diritto alla bellezza, con la chiusura dei saloni di bellezza

Violate della loro libertà nella sfera intima, in quanto è stato loro proibito di ricorrere alla contraccezione.

Nei paesi classificati, invece come democrazie imperfette, ad esempio l’India e l’America, si prevede ancora che le elezioni saranno tendenzialmente libere ed eque, anche se secondo altri criteri dell’indice, come la cultura politica e la governance, questi luoghi presentano ancora delle falle.

Democrazie virtuose

Per avere una visione più globale delle democrazie vigenti, secondo il rapporto EIU, pubblicato il 15 febbraio, meno dell’8% della popolazione mondiale vive in democrazie complete e che il 39,4% è sotto un governo autoritario, rispetto al 36,9% del 2022.

Dalle democrazie imperfette e ibride, si passa alla democrazia virtuosa, il cui primo posto è occupato dalla Norvegia. Un primo posto che occupa da ben 14 anni.

Da precisare che tra i primi dieci si trovano tutti e cinque i paesi del nord Europa, ovvero Islanda (al terzo posto), Svezia, Finlandia e Danimarca sono tra i primi dieci. Nessun paese è migliorato di più di mezzo punto.

L’EIU ha però promosso la Grecia come Paese dell’anno 2023 secondo l’Economist, facendola salire nella categoria della piena democrazia dopo il successo delle elezioni parlamentari, regionali e dei partiti politici dello scorso anno. Un altro traguardo di democrazia sarà conseguito dalla Grecia in materia di libertà civili, ossia da quando la Grecia è diventata il primo paese cristiano ortodosso ad aver legalizzato i matrimoni e le adozioni per le coppie gay, il 15 febbraio 2024, con la singolarità che a portare a termine questo cambiamento sia stato un primo ministro conservatore, Kyriakos Mitsotakis del partito di centro destra Nuova Democrazia.

Democrazie in declino

Si passa poi dalle stelle alle stalle con gli Stati del Gabon e del Niger, a seguito del colpo di stato nel 2023.

Il punteggio medio per l’Africa sub-sahariana è sceso al livello più basso dall’inizio dell’indice nel 2006. L’America Latina è quella che ha registrato il calo maggiore, registrando l’ottavo calo consecutivo la situazione globale non è messa bene. Infatti, il punteggio medio di 5,23 per il 2023 è il più basso dall’inizio dell’indice.

Un declino iniziato nel 2016 e degenerato dalla limitazione delle libertà civili durante la pandemia.

La situazione è ulteriormente degenerata nel 2023 con lo scoppio di guerre e conflitti.

La guerra in Ucraina sta facendo vacillare le sue già deboli istituzioni democratiche.

La conquista del Nagorno-Karabakh da parte dell’Azerbaigian, un’enclave separatista etnico-armena, avvenuta lo scorso settembre ha danneggiato sia il suo stesso punteggio che quello dell’Armenia. Alla lunga lista si aggiunge anche la guerra civile in Sudan e la guerra di Israele contro Hamas, eventi che mettono in pericolo la sicurezza e la democrazia nella regione.

Una situazione inquietante che porta alla mente la frase di un altro partigiano Antonino Gramsci: “La storia insegna ma non ha scolari.

One Reply to “Dalla Resistenza alla Democrazia Imperfetta: Una Riflessione sulla Giornata Internazionale della Democrazia”

  1. Articolo utile, anzi utilissimo
    Spiace che sia relegato in una informazione di “confine”.
    In verità seguo poco la televisione, ma davvero non ho trovato notizie della ricorrenza sulle reti di stato e se fosse, evidentemente non è stata adeguata.
    Comunque un ottimo articolo: completo, oggettivo, illustrativo, agevole nella lettura.
    Complimenti alla redattrice.
    Marco Pinci

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