L’11 settembre la Camera ha approvato molti dei nuovi reati introdotti dal disegno di legge Sicurezza, approvato dal Consiglio dei ministri a novembre dello scorso anno e giunto in Aula dopo un lungo iter nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia nonché forti divisioni, anche nella maggioranza.
Dal «terrorismo di parola» ai blocchi stradali, fino all’«occupazione arbitraria di un immobile destinato a domicilio altrui».
Sono questi i settori affrontati dalla normativa.
La norma anti-Ghandi
Il sì dei deputati è arrivato fino all’articolo 14 del testo, tra i più contestati dei 38 totali:
A tal proposito basti pensare alla risposta data all’opposizione dal forzista Maurizio Gasparri:
“La sinistra non la capisco. Ma quale norma anti-Gandhi. Gandhi è stato un eroe della libertà, qui parliamo di teppisti della stupidità. Ce l’avete presenti gli eco-attivisti che a Roma si calano dai ponti sul Gra con i loro cartelli, col rischio di causare incidenti stradali?”.
Infatti, l’opposizione aveva sollevato delle polemiche sull’approvazione dell’articolo 14 del Ddl Sicurezza.
Una disposizione che inasprisce le pene per chi blocca una strada o una ferrovia per protesta.
La sinistra ha infatti ribattezzato la norma come ‘anti-Ghandi’.
Dal Partito democratico, Gianni Cuperlo ha sottolineato che, con questa norma, “se un migliaio di studenti occupa la sede stradale rischia di incorrere in un reato penale”. Laura Boldrini, ex presidente delle Camera, ha dichiarato che «Alle lavoratrici e ai lavoratori che scendono in piazza per difendere il loro lavoro, agli attivisti che protestano per la crisi climatica e non sono ascoltati, voi rispondete mandandoli in carcere. Una pena che, paradossalmente, non viene applicata se il blocco si fa con un cassonetto, con un’auto, con un trattore». Sottolineando che «Questo governo vuole tappare la bocca a chi protesta in modo pacifico, come fa Putin a Mosca».
Indignazione anche da parte del M5S come si può riscontrare dalla dichiarazione di Sergio Costa, vicepresidente della Camera.
«Stiamo sfociando nella criminalizzazione indiscriminata dell’attivismo e delle legittime forme di protesta, ed è molto, molto grave», ha invece dichiarato (M5S).
Ma in cosa consiste la norma ‘anti-Ghandi’? E perché l’opposizione l’ha soprannominata in questo modo?
L’art 14 modificando il Dlgs 66/1948, sostituisce con la reclusione fino a un mese e una multa fino a 300 euro la sanzione amministrativa da 1.000 a 4mila euro prevista finora per «chiunque impedisce la libera circolazione su strada ordinaria o ferrata (anche questa una novità, ndr), ostruendo la stessa con il proprio corpo». Se il fatto è commesso da più persone riunite la pena è aumentata da sei mesi a due anni».
Si tratta di una disposizione che andrebbe a colpire soprattutto manifestanti e ecoattivisti, come il gruppo di Ultima Generazione.
E mentre la sinistra si indigna, Gasparri, oltre a controbattere alle critiche, vuole altresì integrare la stessa disposizione: “Non vorrei rallentare l’iter del Ddl Sicurezza ma quando passerà in Senato ho in mente di proporre anche l’introduzione del ripristino dei luoghi: cioè chi imbratta, chi blocca, chi danneggia, poi con l’olio di gomito dovrà rimediare”, ha dichiarato.
La norma anti-Salis
Un ddl le cui disposizioni non sono state ribattezzate solo dalla sinistra con la norma anti-Ghandi ma anche dalla Lega che, con tanto di soddisfazione, ha soprannominato l’art 10 come norma ‘anti-Salis’, per le polemiche che hanno riguardato l’europarlamentare di Avs.
“Grande vittoria per una battaglia storica della Lega: via libera della Camera – in attesa del passaggio al Senato – per l’introduzione del nuovo reato per chi occupa abusivamente case, con una pena prevista dai due ai sette anni di carcere. Altro che clemenza per gli abusivi, come vorrebbe una certa sinistra: tolleranza zero”, ha riportato sui social il vicepremier Matteo Salvini.
La disposizione introduce il reato di “occupazione arbitraria di un immobile destinato a domicilio altri”. La norma prevede il carcere, da due a sette anni, per chiunque “mediante violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile destinato a domicilio altrui o sue pertinenze ovvero impedisce il rientro nel medesimo immobile del proprietario o di colui che lo detiene legittimamente”.
Una pena analoga è prevista anche per chi “si appropria di un immobile altrui o di sue pertinenze con artifizi o raggiri ovvero cede ad altri l’immobile occupato”.
Prevenzione terrorismo e modifiche alla normativa antimafia
Via libera anche alla nuova contravvenzione diretta a prevenire il terrorismo e altri reati gravi e indirizzata a chi viola gli obblighi di segnalazione dei contratti di noleggio dei veicoli, estesi ai dati identificativi della macchina (numero di targa e di telaio, intervenuti mutamenti della proprietà) e ai contratti di subnoleggio: è previsto l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a 206 euro.
Disco verde anche per le modifiche alla normativa antimafia. Tra queste la novità – introdotta in commissione – che il prefetto, qualora ritenga esistenti i presupposti per l’adozione dell’informazione interdittiva, «può escludere uno o più divieti e decadenze» nel caso in cui accerti che per effetto dell’interdittiva «verrebbero a mancare i mezzi di sostentamento al titolare dell’impresa individuale e alla sua famiglia».
L’aggravante per i reati commessi in stazione o in metropolitana.
Con l’approvazione dell’art 11 del Ddl sicurezza, invece, è stata introdotta l’aggravante per i reati commessi in stazione o in metropolitana.
Con questa disposizione la Camera ha approvato l’introduzione di un’aggravante in materia di sicurezza urbana nel caso in cui il reato sia stato commesso “all’interno o nelle immediate adiacenze delle stazioni ferroviarie e delle metropolitane o all’interno dei convogli adibiti al trasporto di passeggeri”.
Anche in questo caso non sono mancate le polemiche da parte dell’opposizioni che ha parlato di una “norma ideologica e priva di coerenza”, poiché uno stesso reato grave come, ad esempio, uno stupro rischia di essere punito diversamente a seconda che sia accaduto nelle vicinanze di una fermata dell’autobus oppure in una stazione.
Detenute madri
Un aspetto delicato del decreto riguarda la questione delle detenute madri. E anche in questo caso non sono mancate discussioni e diatribe.
Basti pensare al dietrofront di Forza Italia che, alla fine, ha infatti deciso di ritirare il suo emendamento e l’articolo 15, che cancella l‘obbligo di rinviare l’esecuzione della pena per le detenute madri o incinte, è stato approvato. Inizialmente gli azzurri avevano proposto di mantenere l’obbligo per le detenute con figli di età inferiore ai 12 mesi, per poi fare un passo indietro cedendo al pressing degli alleati.
Resterà solamente l’emendamento, firmato dal capogruppo di FI alla Camera Paolo Emilio Russo, secondo cui “entro il 31 ottobre di ciascun anno il governo presenta al Parlamento una relazione sulla attuazione delle misure cautelari nei confronti delle donne incinte e delle madri di prole di età inferiore a tre anni”.
Ius Scholae e cittadinanza
Per quanto concerne lo Ius Scholae, ossia la possibilità di riconoscere la cittadinanza a chi ha frequentato un percorso scolastico in Italia, sono stati bocciati tutti gli emendamenti delle opposizioni: no anche da FI.
Infatti, durante l’estate, Forza Italia si era detta disponibile a una riforma della cittadinanza in funzione dello Ius Scholae, ma alla fine ieri, il partito di Antonio Tajani ha deciso di bocciare le iniziative dell’opposizione, inclusa quella presentata dal leader di Azione Carlo Calenda.
“Quanto accaduto oggi in aula sullo IusScholae è l’emblema di come si fa politica nel nostro Paese”, ha dichiarato Calenda. “Dopo un’estate passata a parlarne, ForzaItalia boccia il nostro emendamento che ricalcava in toto la loro proposta. Bisogna riprendere a votare le cose perché sono giuste, non per convenienza o per tatticismo politico. Una follia che non ci fermerà. Presenteremo subito una proposta di legge”, ha annunciato.
Dal canto suo Paolo Emilio Russo di Forza Italia, che con il vicepremier Antonio Tajani durante l’estate ha aperto il fronte a favore nella maggioranza, ha annunciato che sarà presentato un testo ad hoc «per riformare le norme che regolano la concessione della cittadinanza».
Sempre sul tema della cittadinanza, c’è stato il via libera all’articolo 9 che modifica l’articolo 10-bis della legge 91/1992 in materia di revoca della cittadinanza prevedendo che, in caso di condanna definitiva per i reati di terrorismo ed eversione e altri gravi reati, «non si può procedere alla revoca ove l’interessato non possieda un’altra cittadinanza ovvero non ne possa acquisire altra» ed estendendo da tre a dieci anni dal passaggio in giudicato della sentenza di condanna il termine per poter adottare il provvedimento di revoca.
Prossime novità in materia di sicurezza
Molto probabilmente il voto finale della Camera sul Ddl sicurezza si terrà la prossima settimana. Intanto a Montecitorio proseguono i lavori dell’Assemblea, impegnata ad esaminare gli svariati emendamenti al testo.
Tutele rafforzate per gli agenti e cannabis light illegale.
Sono questi i prossimi passaggi ma soltanto la prossima settimana si arriverà al varo e alla trasmissione del provvedimento al Senato per la seconda lettura.
Tra le norme controverse che giungeranno al vaglio dei deputati da ricordare quelle che rafforzano le tutele per le forze dell’ordine, che potranno detenere armi private senza licenza, utilizzare bodycam sulle divise e ottenere un’anticipazione fino a 10mila euro a copertura delle spese legali, o quella che vieta importazione, cessione e vendita di infiorescenze, resine e oli della canapa, anche quella a basso contenuto di Thc, per usi diversi da quelli industriali consentiti e punisce le violazioni con le sanzioni previste dal Testo unico sugli stupefacenti.
Norme ribattezzate tra vanto e indignazione delle diverse fazioni politiche, polemiche e divisioni. È così che prende vita il Ddl sicurezza la cui vera bocciatura o approvazione gli verrà data dai frutti che verranno raccolti dalla sua applicazione.