Il programma industriale della Difesa Europea (EDIP)

Mar 12 2024
Luca Frusone
La proposta di regolamento della Commissione Europea promette innovazioni significative per l’industria della Difesa, avviando un’era di capacità rafforzate per la Difesa europea.
Il regolamento EDIP

Il 5 marzo 2024 la Commissione Europea ha pubblicato la proposta di regolamento EDIP (European Defence Industry Programme), che rivoluziona l’approccio strategico dei paesi membri dell’UE sulla capacità industriale nel settore della difesa. Questo nasce dalla stringente necessità dell’Unione Europea di migliorare la propria risposta industriale alle crisi internazionali e alle richieste di una difesa più coordinata e competitiva, anche alla luce del conflitto in Ucraina. Infatti, queste nuove sfide hanno evidenziato le debolezze del comparto industriale europeo della difesa nel rispondere alle richieste concordate a livello UE. Proprio per questo, su sollecitazione degli stati membri, la Commissione Europea ha deciso di pubblicare la proposta di regolamento EDIP e la strategia EDIS, per rafforzare il settore della difesa a livello europeo.

European Defence Industrial Strategy (EDIS)
European Defence Industrial Strategy (EDIS)
Attori nel mercato mondiale

L’obiettivo dichiarato di EDIP è cambiare il volto dell’industria della difesa europea nei prossimi 10 anni. Grazie ad un insieme di strumenti evoluti derivanti da ASAP ed EDIRPA, così come dai nuovi strumenti come la struttura per i programmi europei d’armamento (SEAP), EDIP punta ad aumentare la competitività dell’industria europea della difesa non solo per le esigenze interne ma anche nei confronti dei grandi player internazionali come gli Stati Uniti. Le criticità emerse nell’utilizzo degli strumenti esistenti fino all’introduzione di EDIP sono state evidenti, in particolare la necessità di superare i limiti posti dal bilancio europeo e dai trattati in termini di investimenti nella difesa.

Sostenibilità della supply- chain

Un altro importante obiettivo è rendere strutturalmente sostenibile l’intera supply chain, consentendo la produzione, senza il rischio di ritardi dovuti a carenze di materiali, professionalità ed impianti, di sistemi d’arma che nei prossimi anni, a causa di possibili recrudescenze dei conflitti che ormai circondano l’Europa, potrebbero diventare importanti mezzi di dissuasione contro Paesi (o entità riconducibili a questi) ostili.

L’eredità dell’EDA

La nuova politica europea di difesa si basa sulle fondamenta delle normative già in vigore. Il primo riferimento è all’Agenzia Europea per la Difesa (EDA): i processi di Pianificazione dello Sviluppo delle Capacità (CDP) e Revisione Annuale Coordinata della Difesa (CARD), sviluppati in questo ambito, sono chiaramente richiamati nella EDIP come elementi di programmazione delle capacità che, insieme ad strumenti come la Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO), potranno dare coerenza alle attività di pianificazione dei programmi da implementare a livello UE. Va detto che il ruolo dell’EDA dovrebbe essere ottimizzato, garantendo una diversa e più efficace funzionalità. L’Agenzia Europea per la Difesa dovrebbe supportare i possibili Programmi Europei per gli Armamenti (EAP) al fine di accompagnare la nascita dei programmi capacitivi di interesse comune necessari per i Paesi membri. Questo è un punto che nella fase di trilogo (negoziato informale tra Commissione, Consiglio e Parlamento Europeo) dovrà trovare sponde favorevoli da parte della Commissione e del Parlamento.

Immagine da European Defence Agency
Immagine da European Defence Agency
Il ruolo dell’UE

Il ruolo dell’Unione Europea in questa regolamentazione sarà di garantire un quadro normativo che acceleri la creazione di possibili convergenze al fine di incrementare la competitività e l’efficacia dell’industria europea della difesa. Per raggiungere questi obiettivi il regolamento si basa su tre articoli del TFEU che ne garantiscono il framework giuridico: l’Art. 114 per gli aspetti che riguardano il mercato degli equipaggiamenti di difesa europei, l‘Art. 173 per gli aspetti che riguardano alla competitività della base industriale della difesa europea e l’Art. 322 per gli aspetti finanziari.
Tra gli auspici dei legislatori europei, quelli di poter utilizzare il regolamento EDIP per aumentare la competitività dell’industria europea della difesa, eliminare le problematiche di scarso coordinamento e scarsa capacità di visione su un mercato ampio come quello europeo e ridurre l’alta frammentazione dell’offerta industriale. Queste problematiche frenano infatti la competitività nei confronti delle capacità industriali di big player internazionali come USA, Corea del Sud, Cina e India.
Un altro auspicio del legislatore è quello di strutturare filiere di approvvigionamento resilienti e flessibili rispetto le specifiche richieste degli Stati membri in termini sia capacitivi che operativi, non solo per i materiali ma anche per il personale e dell’expertise.

Accesso ai Paesi terzi e limitazioni

Riguardo ai requisiti di ammissibilità dei soggetti nei finanziamenti per progetti legati all’industria del comparto difesa, il nuovo regolamento mantiene alcuni concetti acquisiti dalle precedenti regolamentazioni in ambito EDF (European Defence Fund), EDIRPA ed ASAP, ma li estende ai nuovi strumenti come SEAP. Non cambiano le modalità di accesso ai fondi per entità degli Stati Membri e dei paesi associati (anche attraverso meccanismi di golden power). Tuttavia, si allarga la possibilità per i Paesi terzi di cooperare nei nuovi programmi europei per gli appalti congiunti di difesa. Infine, il regolamento introduce norme vincolanti per il controllo delle esportazioni e delle relative autorizzazioni, con uno strumento simile al Foreign Military Sale statunitense.

Un’opportunità anche per le PMI

Il nuovo regolamento europeo non favorirà solo i grandi player industriali, ma darà uno spazio anche alle piccole e medie imprese e alle aziende di media capitalizzazione. Secondo una prima analisi, questo spazio riservato alle PMI potrebbe essere migliorato per aumentarne la visibilità e il valore. Già oggi nella prima stesura del regolamento pubblicato sono previsti incentivi per valorizzare il tessuto industriale delle piccole e medie imprese e delle mid-cap. Queste premialità rappresentano un buon punto di partenza e, come sottolineato dalle esperienze nei bandi EDF, un’occasione di successo per tutti gli attori coinvolti nel settore difesa.

Consorzi legali

Un’ulteriore riflessione sul nuovo strumento SEAP (Struttura per i Programmi Europei di Armamento): questo potrebbe infatti essere la vera pietra miliare che manifesta la volontà del Commissario Thierry Breton di modificare profondamente la base industriale della difesa europea (EDTIB). L’introduzione di un quadro legale replicabile che generi entità autonome di programma con propria personalità giuridica internazionale, per uno spazio temporale che copre non solo la fase iniziale di attuazione industriale dei progetti, ma anche l’intero ciclo di vita di supporto alle piattaforme/sistemi realizzati, rappresenta già un primo importante elemento di innovazione nell’approccio alla questione.

Nuove leve finanziarie

La possibilità di ricorrere al mercato finanziario per contrarre debiti di investimento, che gli Stati potrebbero attivare volontariamente, con la conseguente capacità di decuplicare lo spazio finanziario a disposizione per i programmi e con la possibilità di cooperare con paesi terzi rispondenti alle indicazioni di sicurezza e difesa dell’Unione Europea, sarà un ulteriore banco di prova per ottenere una maggiore efficacia. Lo strumento SEAP potrà inoltre facilitare anche la fase successiva di procurement, sfruttando tutti i vantaggi introdotti per gli Stati con questo strumento. La Commissione Europea resta garante di tutti i processi di sviluppo delle piattaforme/sistemi d’arma portati alla fase di approvvigionamento dai consorzi.

Paesi da strutturare con i nuovi fondi

Una riflessione è necessaria riguardo i requisiti richiesti ai partecipanti dei Paesi europei, anche in base alle dimensioni e capacità industriali in grado di esprimere: lo strumento introdotto sembra creare opportunità di sviluppo anche a quei Paesi con una base industriale sicuramente da potenziare, oltre ai grandi paesi E4 (Germania, Francia, Italia, Spagna). È un fatto che SEAP copra i costi non ricorrenti (dal design, passando per la certificazione, fino alla implementazione delle filiere industriali di produzione) diventando un importante beneficio per i piccoli Paesi europei che avranno a disposizione prodotti di difesa su scala europea con le medesime caratteristiche tecnologiche di prodotti di altri competitor (esterni all’UE) e con facilitazioni finanziarie che potranno ridurre i rischi di acquisizione di tali capacità.

Il futuro del procurement in Europa

Questo consente inoltre di rafforzare la base industriale di questi Paesi, con evidenti benefici in termini di filiera e riduzione dei costi degli appalti, ma anche un ritorno industriale in grado di aumentare il proprio PIL.

In conclusione, una parola sulla dimensione dei fondi stanziati per avviare questo che potrebbe essere chiamato un “EDIP 1.0” (fino al nuovo QFP nel 2027): a prima vista 1,5 miliardi di euro possono sembrare pochi, ma se visti come fattore abilitante per la costituzione di SEAP che poi permettono ai Paesi membri di generare ulteriori leve finanziarie per un ulteriore potenziamento dei progetti, allora la partita è completamente diversa.

European Defence Industry Programme (EDIP)
European Defence Industry Programme (EDIP)

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