Le minacce cibernetiche e la loro analisi rappresentano elementi cruciali nelle indagini e nella prevenzione dei femminicidi. Il pericolo proveniente dal mondo digitale non è da sottovalutare rispetto a quello del mondo fisico; spesso, i due ambiti si intersecano.
Il CyberTech Europa di quest’anno si è svolto al Centro Congressi La Nuvola, tra il 3 e 4 ottobre nel quartiere romano EUR. Erano presenti l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e le principali aziende italiane nel campo della cybersicurezza.
A causa della pandemia, il mondo si è fermato per due anni, portando ad un incremento delle minacce sul web e tramite smartphone. Durante questo periodo, i criminali digitali hanno perfezionato le loro tecniche. È quindi fondamentale il supporto della cybersicurezza per favorire la trasformazione digitale dell’Italia in contrasto a questi fenomeni sempre più emergenti.
Di rilevante interesse è stato il panel sponsorizzato da NETGROUP, gruppo italiano con oltre 30 anni di esperienza nel settore della cybersecurity, intitolato “CYBER FEMMINICIDIO: ANALISI DELLE MINACCE DIGITALI E LA TUTELA DELLE DONNE”.
I partecipanti al panel includevano l’On. Eugenia Maria Roccella, Ministro per la Famiglia; l’On. Martina Semenzato, Presidente della Commissione Femminicidi; la Dott.ssa Nunzia Ciardi, Vicedirettore Generale dell’ACN; la Dott.ssa Rita Forsi, Vicepresidente di Women4Cyber Italia; l’amministratore delegato di NETGROUP, Salvatore Gesuele, unico uomo in panel, moderati da Gaia Tortora, Vicedirettore del Tg La7.
Il femminicidio è un argomento molto discusso e questa occasione ha permesso di chiarire alcuni concetti chiave. Ricerche recenti indicano che la cyber violenza è poco conosciuta ma purtroppo in crescita, sottolineando l’importanza della prevenzione. L’11% delle persone in Italia ha subito stalking digitale, il 13% ha confermato di aver subito abusi dal partner, troppo spesso il grande problema vive nelle case, il 4% delle persone il Italia è stato vittima di Revenge porn, con una media di età delle vittime di 27 anni e il 70% delle vittime sono donne e il 30% uomini. Si stima che 2 milioni di persone siano state vittime di revenge porn, mentre 14 milioni hanno visionato immagini di pornografia non consensuale.
L’On. Roccella, intervenuta nel dibattito, ha accennato alla proposta di legge contro la violenza sulle donne in discussione alla Camera dei Deputati, che prevede misure restrittive più severe sul reato di revenge porn. Tra i vari reati considerati, alcuni possono sfociare in violenza sulle donne. Se approvata, la legge mirerà alla prevenzione, analizzando attività web come gli “attacchi di offese” e le “aggressioni sul web”, che possono evolvere in forme di violenza più gravi, come il femminicidio o l’induzione al suicidio delle vittime a causa della gogna mediatica.
L’On. Semenzato ha espresso la sua posizione sull’utilità delle “applicazioni mobili” per aiutare le donne vittime di questi reati. Troppo spesso, infatti, i soccorsi sono stati attivati in ritardo a seguito delle denunce da parte delle donne vittime di questi attacchi. L’introduzione del Codice Rosso ha migliorato la situazione, sebbene in alcuni casi sia stato insufficiente. L’idea di utilizzare la tecnologia per una prevenzione immediata sta guadagnando terreno; la tempestività nella raccolta delle denunce e l’educazione, sia familiare che scolastica, sono aspetti fondamentali. Le relazioni interpersonali sono cambiate, con il web e i social media che diventano strumenti di offesa e denigrazione delle vittime.
L’uso di algoritmi in grado di monitorare il web attraverso l’analisi di fotografie, video offensivi e testi denigratori potrebbe contribuire a mitigare questi fenomeni. La cybersicurezza può offrire maggiore protezione alle donne vittime di tali comportamenti violenti.
La Dott.ssa Ciardi, Vicedirettore Generale dell’ACN, ha introdotto la tematica della sfera digitale nella vita di ciascuno di noi, una realtà virtuale parallela a quella reale con impatti significativi su quest’ultima. Le donne, da questo punto di vista, sono vittime di molti più reati rispetto agli uomini, subendo aggressioni, reali o sui social, anche solo per aver espresso un’opinione. La denigrazione di genere e l’evocazione dello stupro sono tristemente comuni quando una donna viene insultata online.
Il fenomeno del revenge porn e delle estorsioni sessuali rappresenta un cyber crimine che colpisce molti adolescenti, anche a partire dai 7 anni secondo quanto emerso, molti soggetti considerati fragili vengono ricattati per aver condiviso foto sessualmente esplicite. L’esposizione precoce alla pornografia ha un impatto molto grave sulla psiche dei bambini. La prevenzione deve rimanere un tema fondamentale. In questo ambito, la tecnologia e l’Intelligenza Artificiale potrebbero facilitare il lavoro delle Forze dell’Ordine nella ricerca di attività pericolose sul web che promuovono il revenge porn.
È stato ribadito più volte durante il dibattito l’importanza di educare al rispetto della persona, un valore che deve essere trasmesso attraverso l’educazione impartita dagli adulti. Spesso i genitori non sono al passo con l’utilizzo degli strumenti informatici come i loro figli e non sono in grado di monitorare o bloccare l’accesso dei bambini ai video, peggio ancora, non si rendono nemmeno conto di tutto il tempo che i figli passano con gli smartphone! Purtroppo, molti bambini crescono con un’idea distorta della donna e della sessualità. Il Decreto Caivano prevede, nei prossimi dispositivi mobili, la possibilità di installare una app per il controllo parentale. Il Governo ha anche previsto un percorso formativo sull’uso della tecnologia per le famiglie, per aiutarle a comprendere gli strumenti che i propri figli utilizzano per accedere al web.
I dati menzionati in precedenza rappresentano probabilmente solo la punta dell’iceberg, poiché molte donne e adolescenti non sono ancora pienamente consapevoli della portata del fenomeno, e spesso cadono nella rete di cyber criminali e di frequentemente non denunciano gli abusi subiti.
È intervenuta anche la Dott.ssa Rita Forsi dell’associazione Cyber4Woman, che ha lo scopo di aumentare la consapevolezza delle minacce online rivolte alle donne. Ha sottolineato come la cybersecurity possa aiutare a contrastare il fenomeno, ma ha anche evidenziato la necessità di potenziare la formazione degli insegnanti, fornendo informazioni chiare sui pericoli provenienti dalla rete. La consapevolezza del rischio, trattata in modo armonico con adolescenti e bambini, dovrebbe essere introdotta come nuovo argomento didattico.
In conclusione, la Forsi ha invitato il pubblico a riflettere sul fatto che il progresso tecnologico non può essere fermato, ma è necessario riportare l’essere umano al centro del dibattito. Siamo noi (gli addetti ai lavori) che dobbiamo sensibilizzare verso l’utilizzo corretto degli strumenti informatici e del web. La tecnologia può fornire gli strumenti giusti, ma al centro delle decisioni deve sempre esserci l’essere umano.
L’amministratore delegato di NETGROUP, Salvatore Gesuele, ha concluso il dibattito sostenendo che, nel contrastare i fenomeni citati nei confronti dei giovani, è fondamentale partire dal controllo dei genitori, che può essere facilitato anche con l’aiuto della tecnologia.
Dalla discussione è emerso che la tecnologia, la cybersecurity e l’Intelligenza Artificiale saranno sempre più a servizio delle Forze dell’Ordine nella lotta contro il crimine informatico. Tuttavia, queste dovrebbero servire come supporto, e non sostituirsi, alle decisioni umane. La ricerca nel campo della cybersecurity è fondamentale per contrastare l’evoluzione tecnologica utilizzata dai criminali online. Non basta applicare le leggi esistenti ai crimini commessi sul web: è necessario crearne di nuove.
Sono personalmente e professionalmente consapevole della necessità di mantenere alta l’attenzione sui cyber crimini. Lo dico da donna, ma anche da ex parlamentare, consapevole dell’importanza della posizione dei decisori politici nel dare priorità alla definizione di nuovi strumenti legislativi che possano aiutare le forze dell’ordine, i giovani e i cittadini a reagire a fenomeni che, purtroppo, potrebbero manifestarsi nella vita di ciascuno di noi. Denunciare è importante poiché più si denuncia e più questi fenomeni diverranno sempre più popolari. Le donne che verranno colpite da violenza proveniente anche dal web si sentiranno meno sole e avranno il coraggio di andare oltre quell’alone di vergogna che una donna prova nel recarsi dinanzi a un appartenente delle FFOO e raccontare ciò che sta subendo.