Il vertice di Vilnius ha partorito la sua notizia più importante ancor prima di iniziare. Le dichiarazioni sull’ingresso della Svezia erano da una parte attese ma dall’altra non così certe. L’ingresso della Finlandia prima e della Svezia adesso andranno sicuramente a rafforzare la NATO. Parliamo di due stati che possiamo facilmente annoverare tra i security provider con aziende specializzate nel settore della difesa ed una lunga storia militare dovuta anche alla presenza del minaccioso vicino russo. Quello che si chiedono tutti è cosà abbia ottenuto in cambio Erdogan e questo solo il tempo ce lo dirà.
La rinnovata volontà turca di aderire all’UE: Un nuovo capitolo emergente al vertice di Vilnius
La vera novità è in realtà la rinnovata volontà turca di aderire all’Unione Europea, un processo che si è arenato nella notte dei tempi. A quanto pare prima ancora di questo processo la Turchia ha chiesto garanzia per quanto riguarda la liberazione dei visti, tema molto sentito soprattutto dai businessmen turchi.
Altro tema trattato ma di cui ancora non si hanno conferme è il ruolo della Turchia per un eventuale coordinatore speciale per la lotta al terrorismo. Considerando che la materia più ostica tra Svezia e Turchia era proprio il discorso del terrorismo e l’assenza di procedure di estradizione per persone macchiate, secondo la Turchia, di crimini terroristici, è un passaggio molto importante ma bisognerà vedere in cosa si concretizzerà.
In definitiva, al di là, dei singoli punti trattati è di estremo interesse questo riavvicinamento del sultano turco all’occidente, prima con la consegna dei combattenti Azov liberati in barba agli accordi con Putin e ora con questo spirito europeo ritrovato. Cosa accadrà solo il tempo potrà dirlo.
Biden, la NATO e il dilemma del terrorismo: La prospettiva turca al centro del dibattito
Un altro aspetto degno di nota è la posizione di Biden sull’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Una posizione quasi scontata per quei paesi più lontani dal confine russo e che sa molto di 2008 ma probabilmente indigesta a paesi baltici che sono riusciti negli anni a spostare il baricentro della NATO sempre più a est. Germania, USA e sicuramente anche l’Italia ritengono prematuro parlare di Ucraina nella NATO ma non tanto per posizione ideologiche ma perché tecnicamente impossibile avere un Paese in guerra, seppur di legittima resistenza, contro la Russia. La risposta di Zelensky è stata molto dura ma bisogna sempre interrogarsi su chi sia il suo interlocutore: il leader di un paese in guerra anche in situazioni come questa si rivolge comunque sempre ai suoi connazionali che da più di un anno imbracciano fucili contro l’invasore russo. Detto questo il pomo della discordia non è sul se ma sul come e quando: Zelensky vuole un processo certo e tempi chiari mentre dall’altra parte non si vogliono sbilanciare su questi punti anche perché non si sa quando finirà questa guerra e quanto tempo impiegherà l’Ucraina a fare le riforme necessarie.
In conclusione, leggendo il comunicato di Vilnius, è un po’ un tuffo nel passato ed esplicitamente viene richiamato il vertice di Bucarest nel 2008 ma con la novità del consiglio NATO – Ucraina che dovrà svolgere un ruolo di sostegno e accompagnamento all’ingresso dell’Ucraina. In realtà tutto questo non stupisce e non dovrebbe nemmeno demoralizzare l’Ucraina perché tali procedure sono piuttosto canoniche e come ha detto il Segretario Generale fresco di riconferma il processo di ingresso nella NATO si basa sul raggiungimento delle condizioni e non su una timeline.