Lezioni dalla guerra in Ucraina e la necessità di rinnovare l’Esercito Italiano.
Per quanto la soluzione possa apparire “sgradita” a molti, la guerra in Ucraina ha portato alla luce gravi carenze nella linea pesante dell’Esercito Italiano e la soluzione di KMW era la più ovvia in un’ottica di collaborazione europea.
Le parole del sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti nel corso di un’interrogazione parlamentare sono state accolte con grandi reazioni da parte sia della stampa nazionale che estera.
Risposta Politica: i piani di acquisizione e ammodernamento dei carri
La quale ha anticipato la decisione del ministro Guido Crosetto di inserire nel Documento di programmazione pluriennale 2023-25 il programma di acquisizione di nuovi carri Leopard 2 di ultima generazione. Il programma dal costo complessivo di 8 miliardi prevede l’acquisto di 133 Leopard 2A8 più 140 nelle versioni gettaponte Leguan, pioniere Kodiak e recupero Wisent 2. Dall’altro lato il sottosegretario Rauti ha confermato la realizzazione del processo di ammodernamento di 125 carri Ariete allo standard C2. Il problema fondamentale è il tempo poiché mentre l’Ariete C2 entrerà in servizio verso la fine del 2024, i nuovi Leopard arriverebbero solo dal 2028 viste le linee produttive impegnate nella costruzione degli esemplari di Germania, Norvegia e Repubblica Ceca. Alla luce del numero di mezzi acquistati e dell’impegno economico non indifferente sarebbe ottimale riuscirne a produrre anche solo una parte su licenza.
Scegliere tra differenti opzioni: le decisioni strategiche del 2018
Nel 2018 lo Stato maggiore dell’Esercito, presieduto al tempo dal Gen. C.A. Salvatore Farina, optò per l’ammodernamento della linea Ariete in modo da preservare la componente corazzata in attesa della realizzazione del MGCS franco-tedesco. La scelta dell’epoca, considerando il contesto in cui la decisione è stata presa, aveva le sue logiche data l’assenza di contesti di utilizzo di tali mezzi e pochi nuovi mezzi che potessero essere acquistati. Sicuramente il Merkava Mk.4D Windbreaker poteva essere un ottimo candidato dal punto di vista delle prestazioni ma, insostenibile dal punto di vista logistico ed infrastrutturale. Cosa diversa se si fosse guardato all’Estremo Oriente in quanto la Corea del Sud stava cercando partner per la produzione del suo carro K2 Black Panther con la conseguente produzione su licenza e customizzazione tecnologica con prodotti nazionali come è accaduto con la Polonia, mentre con il Giappone un coraggioso accordo G2G avrebbe potuto portare in Italia carri armati Type 10, con accanto pattugliatori marittimi P1 e aerei da trasporto C2 in cambio di addestratori M 346, blindo Centauro II e mezzi anfibi VBA. Il carro giapponese date le sue dimensioni e pesi contenuti rispetto a molti concorrenti sarebbe stato un’ottima opzione considerando l’orografia italiana, ma allora come oggi l’Italia punta ad accedere al MGCS.
I limiti del Carro Ariete e la necessità di aggiornamenti
Il carro Ariete non si può definire un cattivo carro ma un mezzo sviluppato nel 1984 e presentato nel 1987 che a causa della fine della Guerra Fredda ha visto lunghi ritardi entrando in servizio solo nel 1995. La colpa di questo mezzo è che non ha mai subito aggiornamenti o migliorie per rimanere al passo con i tempi o quando se ne presentava l’occasione venivano valutati ma poi abbandonati salvo giusto qualche intervento all’apparato di comunicazione. L’aggiornamento ad Ariete C2 è purtroppo molto limitato coinvolgendo la torretta che sarà elettrica, il motore che finalmente avrà 1500 cavalli, il sistema ottico che integrerà il periscopio ATTILA D e l’unità di puntamento Lothar SD già in uso sul Centauro II e verrà installata una torretta a controllo remoto Hitrole con arma da 12,7mm sulla torretta. Questi interventi sono senza dubbio importanti considerando che la macchina è ferma al 1987 ma, alla luce di un conflitto ad alta intensità con minacce quali ATGM, Droni e Loitering Munitions l’installazione del kit war senza un sistema APS come il Trophy di Rafael lasciano il mezzo vulnerabile. Questo è senza dubbio un peccato anche alla luce degli elevati risultati che gli equipaggi italiani dimostrano nelle esercitazioni NATO confrontandosi con gli omologhi alleati ed i loro mezzi.
Il Leopard 2A8: un formidabile alleato sul campo di battaglia
Il Leopard 2A8 è l’evoluzione del Leopard 2A7+ acquistato da Ungheria e Qatar e come la versione precedente è armato con un cannone a canna liscia Rh-120 L55 da 120mm, sviluppato dalla Rheinmetall e sostituisce lo Rh-120 L44, più corto di 11 calibri e presente nelle versioni precedenti fino al Leopard 2A5. La capacità di sparare il nuovo proiettile HE programmabile DM11 consente all’equipaggio di ingaggiare bersagli dietro una copertura o di distruggere bersagli aerei a bassa quota. Rispetto alla versione precedente il Leopard 2A8 presenta una serie di migliorie nel campo della protezione e dei sistemi di mira che lo rendono un avversario temibile sul campo di battaglia.
Come cambierà l’assetto dei reparti dell’esercito italiano con l’arrivo dei nuovi carri
Il carro Leopard, nelle sue diverse versioni, arricchirà sicuramente l’assetto dell’esercito italiano. L’arrivo di questa nuova flotta di carri Leopard 2A8, insieme alle versioni gettaponte Leguan, pioniere Kodiak e recupero Wisent 2, comporterà una profonda trasformazione dei reparti corazzati italiani.
Mentre l’acquisizione e l’ammodernamento dei carri è in corso, l’attenzione dell’Esercito Italiano è anche rivolta verso il futuro, con il progetto Main Ground Combat System (MGCS). Questo è un progetto di collaborazione tra la Francia e la Germania per sviluppare un nuovo carro armato da combattimento principale che dovrebbe essere operativo nel 2035.
Tuttavia, ci sono stati alcuni disaccordi tra Berlino e Parigi sul MGCS, con la Francia che ha espresso preoccupazioni sul fatto che la Germania potrebbe avere il controllo del progetto. Nonostante questi ostacoli, l’Esercito Italiano spera di poter contribuire al progetto MGCS, in modo da garantire che i suoi futuri carri armati siano all’avanguardia in termini di tecnologia e capacità di combattimento.