Una ricostruzione dei variegati sistemi d’arma in forza al Sudan e delle evoluzioni prodotte dall’industria locale.
Dal 15 aprile 2023 è guerra civile in Sudan tra le Forze di Supporto Rapido agli ordini del generale Mohamed Hamdan Dagalo e le Forze Armate Sudanesi agli ordini del generale Abdel Fattah al-Burhan, al potere nel paese dal colpo di stato del 25 ottobre 2021. In questo brano si andranno ad analizzare gli equipaggiamenti delle forze armate sudanesi al giorno prima del conflitto consistenti prevalentemente da materiale di origine sovietica e cinese con alcuni sistemi provenienti da Iran, Bielorussia, Emirati Arabi Uniti, Stati Uniti e Ucraina.
Esercito
La componente terreste delle forze armate sudanesi è costituita prevalentemente da materiale di età datata spesso acquistata di seconda mano dai paesi dell’ex blocco sovietico, non sono chiari i numeri ma verificata la presenza di carri armati a partire dal modello T 55; 50 T 55A furono ordinati nel 1969 all’Unione Sovietica assieme ad altrettanti T 54 consegnati entro il 1970, 9 T 55A Obr. 1974 giunti dalla Bielorussia nel 1996, 60 T 55M acquistati sempre da Minsk tra il 1999 ed il 2001, 20 T 55AM2BP arrivati dalla Polonia nel 1999. Oltre al T 55 originale sono presenti anche le derivazioni: cinese Type 59 presente in 60 esemplari acquistati in Cina nel 1972, 40 dei quali aggiornati alla versione Type 59D (Al-Zubair 2) tra il 2010 ed 2014 ed iraniana Safir 74 (o Type 72Z) acquistata in 20 esemplari da Teheran nel 2005 di cui non è chiaro se si tratti di un upgrade di T 54/55/Type 59 sudanesi o di nuovi esemplari. Il numero complessivo di T 55/T 72Z/Type 59 operativi dovrebbe essere di circa 200 unità. Restano in servizio ancora 20 M 60A1 facenti parte di una fornitura del 1979.
Sempre di provenienza cinese sono presenti in numero non noto carri armati leggeri Type 62 acquistati in 70 esemplari all’inizio degli anni 70 e carri armati 10 Type 85-IIM, denominati localmente Al-Bashir in onore del presidente, costruiti localmente in almeno 14 esemplari aggiuntivi. Gli Al-Bashir hanno dato buona prova di se negli scontri contro i T 72AV del Sud Sudan del 2012.
Il modello di punta delle forze corazzate di Khartoum è il T 72 presente nelle versioni; T 72AV (130 acquistati in Ucraina, 120 in Bielorussia e i restanti 250 prodotti localmente dalla Military Industry Corporation), 170 T 72B acquistati dal surplus della Federazione Russa ordinati il 20 settembre 2016.
Proseguendo con i mezzi blindati sono presenti i veicoli AFV BRDM 2 provenienti dal surplus bielorusso e giunti nel paese tra il 2003 ed il 2004 in 60 esemplari oltre ad un numero imprecisato di veicoli Amir 2, versione locale del BRDM 2 prodotta dalla MIC, ma il mezzo della categoria che desta il maggior interesse è il Caiman, veicolo blindato anfibio sviluppato e prodotto dalla JSC 140, nato per sostituire il modello precedentemente citato, ha un design che lo rende simile al Fennek di produzione tedesco-olandese ed era già stato rilevato nel paese già nel 2021.
Seguono i veicoli da combattimento della fanteria con i veicoli cingolati a partire da 135 tra BMP 1 e BMP 2, alcuni BMP 1, invece del tradizionale cannone da 73mm 2A28 Grom, sono equipaggiati con torretta Cobra S prodotta dall’azienda slovacca ZTS Dubnica nad Vahom ed armata con cannone 2A42 da 30mm e mitragliatrice PKT da 7,62mm coassiale con possibilità di integrare missili ATGM o AAGM e periscopio BPK-2-42. Accanto a questi modelli sono presenti almeno 10 veicoli di produzione iraniana Khatim 2 o Boraq, reverse engineering del Type 86 cinese, prodotto localmente dalla MIC. Per quanto riguarda gli IFV ruotati è stata constatata la presenza di 31 BTR 70, alcuni dei quali aggiornati anch’essi con la torretta Cobra K, oltre a circa 90 BTR 80A acquistati in Russia nel 2010 e almeno un paio di BTR 3 sia in configurazione originale che con cannone 2A28 Grom. L’azienda locale MIC ha prodotto anche 50 WZ-551 (denominati localmente Shateef 2) in versione IFV con cannone ZPT 99 da 30 mm oltre a un certo numero di WZ-523 (Shareef 2) con lo stesso equipaggiamento del modello precedente.
Subito dopo l’ascesa al potere il generale al-Burhan si è recato in visita presso il confinante Egitto e subito dopo presso gli Emirati Arabi Uniti, entrambi suoi sostenitori nel conflitto, un aiuto da parte della monarchia del golfo è stata la fornitura di veicoli MRAP Streit Group Typhoon e Calidus MCAV 20, quest’ultimo presente in diverse foto con l’installazione di cannoni binati ZU 23.
L’artiglieria vede il sistema semovente 2S1 Gvozdika, i cannoni D 30 da 122mm e gli M46 da 130mm oltre a svariati modelli di lanciarazzi da 122mm a partire dai BM 21 Grad sovietici con le sue derivazioni cinesi, nordcoreane e di produzione locale, ma senza dubbio gli assetti più importanti sono il lanciarazzi WS 1B da 302mm con un raggio di 180km ed il WS 2B da 400mm con un raggio di 200 km appartenenti alla famiglia Weishi MLRS.
Aeronautica Militare
La componente aerea composta quasi esclusivamente da assetti di provenienza ex sovietica e cinese è la forza armata che al momento sta subendo le peggiori perdite materiali in questa fase del conflitto con 14 aerei e 6 elicotteri distrutti più 2 danneggiati per entrambe le categorie.
La Sudanese Air Force è dotata prevalentemente di aeromobili antiquati a partire da; 20 aerei d’attacco Nanchang A 5IIA Fantan, 8 caccia Shenyang F 6 (copia cinese del Mig 19), 20 caccia Chengdu F 7N, 4 Mig 21M Fishbed, 3 Mig 23MS/UB Flogger ceduti dalla Libia alla fine degli anni ottanta e reintrodotti in servizio nel 2016 dopo almeno 20 anni di magazzino, 11 Mig 29SE (1 Mig 29UB) Fulcrum acquistati in due tranche da 12 dalla Russia prima nel 2004 e successivamente nel 2008, alcuni di questi aerei hanno operato fin dai primi giorni nei combattimenti nella capitale Khartoum, 3 Su 24M/MR operativi su 12 provenienti dagli esemplari ritirati dalla BVVS e giunti nel paese tra il 2014 ed il 2016. Erano presenti in servizio anche 14 Su 25K/(2 Su 25UB) acquistati dal surplus bielorusso tra il 2008 ed il 2009 seguiti da altri 10 nel 2013, questi aerei sono quelli che hanno subito al momento le maggiori perdite con tre esemplari distrutti al suolo presso la base di al-Ubayyid. Di norma la prima linea da combattimento è di stanza sulla base aerea di Wadi Sayydna con; gli squadron 2 e 10 su Mig 29SE/UB, il 4 squadron su Su 24M, il 16 su Mig 23MS/UB ed il 24 squadron su Su 25K/UB. La componente addestramento/ attacco leggero è composta da 5 Hongdu JL 8 e 6 Guizhou JL 9, di questi sei esemplari uno risulta distrutto e uno danneggiato nella base aerea di Merowe. Resta ignoto lo status degli 8 F 5E/F Tiger II della 2 Scuola di Volo di Port Sudan ma probabilmente sostituiti dai K 8S.
I violenti scontri che hanno coinvolto l’aeroporto internazionale di Khartoum hanno portato alla distruzione, secondo quanto riportato dagli esperti di Oryx, degli aerei presidenziali Il 62M (ST-PRA) e An 72 (ST-PRM) oltre a 4 Antonov An 12 su 10 complessivi, 3 Antonov An 26/30/32 su 12 (4 An 26 (1 danneggiato a Merowe) e 8 An 30/32) ed un altro Antonov An 70. La componente trasporti vede anche la presenza di un C 130H Hercules, 1 DHC 5 Buffalo, ed uno Ilyushin Il 76.
La componente ad ala rotante, fatta eccezione per una coppia di Bell 205 ed un trio di Bell 212, è costituita interamente da Mil 8 Hip e Mil 24 Hind nelle loro svariate sottoversioni, il primo modello è presente in 24 esemplari così suddivisi: 21 Mil 8, 2 Mil 17V e 2 Mil 171 mentre lo Hind conta ben 40 esemplari in diverse versioni (25 Mil 24D/F, 2 Mil 24P, 7 Mil 24V e 6 Mil 35P). Dai report degli scontri attuali 2 Mil 24P sono stati distrutti a Jabal Awlia, un terzo in un luogo ignoto mentre il Mil 35 975 è stato danneggiato nel corso della battaglia di Khartoum, altri tre elicotteri non meglio identificati tra Hip e Hind sono stati distrutti sempre a Jabal Awlia ed un Mil 8 è stato danneggiato all’aeroporto internazionale di Khartoum mentre almeno una coppia di Mil 24P risultano catturate dalle forze del generale Dagalo, le forze di reazione rapida hanno distrutto un Mig 29M/M2 Fulcrum e danneggiati altri due assieme ad un Mil 17 dell’Egyptian Air Force presenti originariamente in 6 esemplari sulla base di Merowe, utilizzata dalle due forze aeree come joint Fighter training base.
Le forze aeree sudanesi in servizio anche droni di fabbricazione cinese CASC Rainbow CH 3 e CH 4 oltre ad alcuni HESA Ababil 3 da ricognizione e la loitering munition Ababil 2T di produzione iraniana. La difesa antiaerea, invece, opera con un ampio numero di mitragliere pesanti ZPU da 14,5mm nelle sue varie versioni stimate in circa 3200 unità, un centinaio di cannoni AZP S 60 e Type 59 da 57mm oltre ad una quarantina di cannoni pesanti KS 19 da 100mm cui si aggiungono una decina di semoventi M163 VADS con cannone M 168 da 20mm.
Per quanto concerne la componente missilistica spalleggiabile le forze di Khartoum operano con un variegato arsenale composto da: 9K32 Strela 2 in più 400 unità, FN 6 e QW 1/2 cinesi con almeno 200 unità ciascuno e un centinaio di FIM 43 Redeye. Gli FN 6 sono presenti anche a bordo del sistema di difesa aerea ravvicinata FB 6A, questo mezzo basato sul telaio del camion Shenyang SFQ 2040 è dotato di 8 missili e raggio d’azione di 6km.
Infine, la difesa aerea a medio raggio è garantita dagli storici SA 2 Guideline presenti, assieme alla copia cinese HQ 2, con almeno 90 lanciatori, dai 9K33 OSA e dai più moderni sistemi cinesi HQ 64, che utilizza la versione terrestre del missile PL 11 (produzione su licenza del Selenia Aspide), con circa 20 km di raggio d’azione e lo HQ 16 (LY 80) con 40 km di raggio.
Marina
La componente navale è quella di cui lo status attuale appare più torbido ed è quella che ha subito i minori processi di rinnovamento. La flotta dovrebbe essere composta da 4 pattugliatori classe Kurmuk, 2 pattugliatori classe Kraljevica acquistati dalla Yugoslavia nel 1969 (ex PBR 522 e PBR 523), 1 pattugliatore classe Swiftship e 3 classe Sewart cui si aggiungono acquistati dall’Iran nel 1975: 3 pattugliatori classe Kadir e 2 navi anfibie classe Sobat. Infine, il 10 ottobre 2020 le forze navali sudanesi hanno ottenuto in dono dalla Marina della Federazione Russa la RS Orson (UK 307) una nave da addestramento classe Petrushka (Project UK 3).
Dopo i violenti scontri che hanno coinvolto la capitale Khartoum e la base aerea di Merowe, le RSF supportate logisticamente Haftar e materialmente dalle armi della Wagner hanno il controllo degli stati: Darfur Meridionale, Orientale ed Occidentale, il controllo della città di Kabkabiya nel Darfur Settentrionale mentre combattono ancora al-Fashir. Gli scontri continuano tutt’ora nella capitale Khartoum, nella città di Omdurman situate nello stato della capitale oltre che ad El-Obeyd nel Kordofan Settentrionale.
Le forze governative, supportate attivamente dal supporto aereo ed dall’Intelligence dall’Egitto secondo l’analista della CIA Cameron Hudson, controllano il resto degli stati della federazione. Inoltre, secondo il quotidiano locale Al-Sudani, nel corso dei primi giorni del conflitto l’Etiopia, visto il caos interno, avrebbe tentato una sortita nel territorio conteso di Al-Fushqa venendo respinta anche se la cosa è stata prontamente negata dal primo ministro etiope Abiy Ahmed.
Fonti:
Oryx, World Air Forces 2023, Scramble NL e IISS del 2020