I mezzi ex Patto di Varsavia che tuttora sono presenti nelle forze armate NATO: le armi leggere e le unità navali

Mag 04 2022
Stefano Peverati
In questo terzo ed ultimo articolo andremo ad osservare le armi leggere e le unità navali derivate o di fornitura sovietica che permangono nelle fila di alcuni paesi della NATO.
Soldati slovacchi armati con vz.58V (Fonte: NATO)

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Soldati slovacchi armati con vz.58V (Fonte: NATO)

Dopo aver trattato nei precedenti articoli la difesa aerea ed i mezzi corazzati, concludiamo la trilogia con questo pezzo dedicato alle armi della fanteria e alle poche unità navali rimaste. In materia di armi non si può non iniziare dai derivati dell’iconico Avtomat Kalshnikova modello 47, a partire dal ceco vz.58 in dotazione agli eserciti della Repubblica Ceca e Slovacchia anche se in via di sostituzione nella prima con il CZ 805 Bren, mentre la seconda ha acquisito un lotto dello stesso modello per una valutazione finalizzata all’acquisto. Il vz.58 è simile all’AK 47 solamente nell’aspetto e nel calibro, per il resto le due armi non condividono parti in comune e si differenziano anche nel sistema di recupero del gas, il primo con pistone lungo mentre quello ceco lo ha corto. 

La mitraglietta Skorpion vz.61 è stata posta in riserva mentre è tuttora presente negli eserciti della dissolta Cecoslovacchia la mitragliatrice vz.59; lo SVD-63 o Dragunov, invece, è in dotazione all’esercito di Bratislava e posto in riserva in quello di Praga, in fase di sostituzione con il CZ BREN 2 PPS. Il Dragunov oltre ai paesi citati è tuttora in servizio con le forze armate di: Albania, Bulgaria, Ungheria, Lettonia, Turchia (Polis e Gendarmerie) e Polonia dove si prevede la sostituzione con lo MSBS-7.62N di produzione nazionale. L’Ungheria mantiene in servizio 7700 AK-63MF; questi fucili, derivati dall’AKM sovietico, sono stati aggiornati nel decennio 2010-2020 ed affiancano i nuovi CZ BREN 2, l’aggiornamento degli AK 63MF ha compreso l’installazione di nuovi elementi SOPMOD quali ottiche Aimpoint, puntatori laser Insight Technology AN/PEQ-2, lanciagranate H&K M320 ecc. 

Soldato ungherese armato di AK 63MF (Fonte: Hungarian MoD)


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Soldato ungherese armato di AK 63MF (Fonte: Hungarian MoD)

La Bulgaria mantiene in servizio le pistole Arsenal 10 (Makarov PM) oltre al fucile d’assalto AR-M1; si tratta di un fucile derivato dall’AKK (versione bulgara dell’AK 47), migliorato con elementi dell’AK 74, scocca polimerica, slitte nelle quali installare ottiche e altri elementi e camerato in calibro 5.56x45mm NATO. Nelle forze armate di Sofia restano in uso anche le mitragliatrici RPK e PK. In Albania il Kalashnikov è stato ormai dismesso grazie agli aiuti occidentali provenienti da Italia (Beretta AR70/90) e Stati Uniti (Colt M4A1) che hanno premesso la transizione alle forze armate di Tirana dal 7.62x39mm al 5.56x45mm NATO, resta invece attiva la copia locale dell’AKMS (ASh-82) che, con notevoli aggiornamenti e modernizzazioni per permettergli l’installazione di accessori SOPMOD, è in uso presso i principali reparti speciali nazionali (BOS, RENEA, ecc). La Romania ha in servizio il PA mod.86; un derivato dell’AK 74 in calibro 5.45x39mm che, però, a differenza dell’originale sovietico ha mantenuto elementi anacronistici dell’AKM che andava a sostituire. Come le altre nazioni sopra citate anche Bucarest mantiene nei propri arsenali le mitragliatrici RPK (PM md.64) e PKM (Mitraliera md.66) oltre al fucile di precisione PSL esteticamente simile allo SVD ma con meccanica dell’AKM modificata per poter accogliere le munizioni 7.62x54mmR. Infine, la Macedonia del Nord ha in forza i Zastava M70, la Slovenia li utilizza per le forze della riserva, mentre Montenegro e Croazia li hanno in deposito. 

Soldatessa romena con PA mod.86 (Fonte: NATO)

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Soldatessa romena con PA mod.86 (Fonte: NATO)

Proseguendo nell’analisi incontriamo i sistemi missilistici anticarro (ATGM) e antiaerei spalleggiabili (MANPADS). Partendo dai primi troviamo il 9M111 Fagot, missile SACLOS filo guidato del peso di 13 kg, di cui 1,7 kg di testata, con un raggio d’azione compreso tra i 75 e 2500 metri e testata HEAT che, in base alla versione, ha un indice di penetrazione tra i 400 e i 600mm RHA. Questo sistema d’arma è presente in piccoli quantitativi (< 50 pezzi) in Repubblica Ceca, Slovacchia mentre in quantità maggiori (>200 pezzi) in Bulgaria, Grecia e Romania; in quest’ultima nazione sono utilizzati anche sui cacciacarri 9P148. Evoluzione del Fagot è lo 9M113 Konkurs, si tratta sempre di un missile SACLOS filo guidato ma, di maggiori dimensioni rispetto al precedente. Il Konkurs nella prima versione a carica singola aveva un peso di 14,6 kg, di cui 2,7 kg della testata HEAT 9N131, con un raggio d’azione compreso tra i 70 e 4000 metri e capacità di penetrazione di 600mm RHA, aumentata a 850mm con la versione 9M113M con carica in tandem. Questo sistema ATGM è presente negli arsenali di Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Montenegro, Romania, Slovacchia con una forbice che varia dai 90 ai 150 pezzi. Delle nazioni citate Croazia, Bulgaria e Ungheria hanno in servizio anche lo 9M115-2 Metis-M, questo missile è anche lui SACLOS filo guidato con un peso di 13,8 kg, raggio d’azione compreso tra gli 80 e i 1500 metri, capacità di penetrazione con carica HEAT in tandem di 800mm post ERA. Il sistema è composto dal missile 9M131, dal lanciatore 9P151 e dalla camera termica 1PBN86-VI. Inoltre, la Grecia ha in servizio anche 196 lanciatori per missili 9M133 Kornet E installati su veicoli M 1114GR; si tratta di un sistema più avanzato e pesante rispetto ai precedenti, infatti, è dotato di guida laser con camera termica 1PN79-1, un peso di 26 kg, di cui 4,6 kg di testata, con un raggio d’azione tra 100 e 5500 metri, capacità di penetrazione con carica in tandem 1200mm RHA dopo aver attraversato la corazzatura ERA. Lo stesso sistema d’arma è in servizio con 80 lanciatori anche con le forze armate turche. 

Soldati sloveni sparano missile 9M111 Fagot (Fonte: Wikipedia)

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Soldati sloveni sparano missile 9M111 Fagot (Fonte: Wikipedia)

Il MANPADS per eccellenza tutt’ora in servizio nei paesi entrati nella NATO post 1999 è senza dubbio il 9K310 Igla-1 dotato di missile 9M313 del peso di 10.8kg, di cui 1,17kg di testata, con un raggio d’azione di 5km ad un’altezza fino a 3,5km (11000 piedi), un sistema di guida all’infrarosso duale MWIR per il rilevamento dei bersagli e un SWIR per i flares. Questo missile costituisce uno dei principali sistemi di difesa aerea ravvicinata nelle forze armate di Bulgaria (dove è prodotto localmente dalla VMZ Sopot), Croazia, Ungheria, Romania. La Polonia, invece, ha sviluppato una propria versione basata sull’Igla denominata Grom, questo sistema d’arma è nato dalla collaborazione tra i principali centri di ricerca nazionali quali il WITU di Zielonka, il WAT di Bemowo e l’ufficio di ricerca missilistico Skarzysko in collaborazione con il WSI (servizio segreto militare) che acquistò i progetti del 9K38 dalla LOMO di San Pietroburgo. Lo Igla nella versione successiva, 9K38 con missile 9M39, è presente in Bulgaria, Slovacchia, Ungheria e Slovenia, mentre solo le forze armate di Lubiana hanno in organico anche la versione più moderna 9K338 Igla-S. 

Soldati sloveni con 9K38 Igla (Fonte: Slovenian MoD)

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Soldati sloveni con 9K38 Igla (Fonte: Slovenian MoD)

Terminata questa rapida carrellata sui sistemi d’arma individuali ex Patto di Varsavia non rimane che trattare le unità navali per quanto queste siano ormai ridotte a poche unità operative. Partendo dalla Polonia troviamo il più vecchio sottomarino Project 877 (classe Kilo) tuttora in servizio lo ORP Orzel entrato in servizio nel 1986, si tratta di un battello diesel-elettrico con una stazza di 2460 tonnellate in emersione, 60 uomini di equipaggio, sistema sonar Rubikon MGK-400 comprendente il sonar di rilevamento ostacoli e mine MG-519 Arfa, dotato di sei tubi lanciasiluri da 533mm può essere armato con siluri TEST-71 e 53-65K oltre a 32 mine navali. Accanto all’Orzel è presente in linea la corvetta ORP Kaszub in servizio dal 1987 con una stazza di 1068 t, la nave conta un equipaggio di 67 unità e a partire dal 1991 ha subito diversi interventi che hanno visto l’installazione di un cannone prodiero AK-176 da 76mm, seguito nel 2000 da un più significativo intervento con l’arrivo a bordo del radar Don, della suite ECM Bizan-4B, 2 ingannatori di tipo: PK-10, Jastrzab-2, Derkacz-2 e i radar Nogat SRN-741XT e SRN-7453. Nel 2016 sono state condotte le ultime modifiche con la sostituzione delle due postazioni dotate di cannoni antiaerei ZU-23-2M con una torretta AM-35 Tryton (dotata di 2 cannoni Oerlikon da 35/90) e una con due cannoni da 23/87 oltre all’integrazione del sistema ZGS-15M. L’unità è equipaggiata di sonar a scafo MG 322T ed è armata inoltre con missili antiaerei 9K32M Strela 2M, due lanciasiluri binati equipaggiati con SET-53M e due lanciarazzi antisom RBU-6000 con 12 cariche RGB-60 ciascuno. Per concludere con la marina militare polacca osserviamo le fast attack  craft classe Orkan (nate classe Sassnitz sviluppate nella Repubblica Democratica Tedesca), queste unità sviluppate dai cantieri VEB Peenewerft di Wolgast rimasero incomplete a causa della riunificazione tedesca e gli scafi vennero acquistati e completati dai Northern Shipyard di Gdansk. La classe Orkan è costituita da tre unità (Orkan, Piorun e Grom) con una stazza di 369 t, equipaggio di 33 uomini ed armate con 1 cannone AK-176M da 76mm, un CIWS AK-630 da 30mm e una postazione quadrinata per missili antiaerei Strela 2M. Inoltre, a seguito di un importante upgrade avviato nel 2006 alle tre unità sono stati installati nuovi radar quali il Saab Sea Giraffe 3-D e per il controllo di tiro STING EO che hanno permesso l’installazione dei missili antinave Saab RBS-15 Mk.II divenuti Mk.III nel 2014, l’anno successivo le unità sono state sottoposte ad un aggiornamento a mezza vita. 

ORP Grom (Fonte: Wikipedia)
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ORP Grom (Fonte: Wikipedia)

La Bulgaria ha in servizio ancora una vecchia fregata Project 1159 (classe Koni I varata Delfin è stata in servizio con la marina sovietica dal 1975 al 1989) di nome Smeli, l’unità ha una stazza di 1493 t, con un equipaggio di 109 uomini di cui 10 ufficiali, è dotata di radar Hawk Screech in banda I, Drum Tilt in banda H/I, Pop Group in banda F/H/I e sonar MG-322T a scafo oltre ad un MG-329M e un MG-16. La Smeli è armata di due cannoni binati da 76mm AK-726, e due binati da 30mm AK-230, due lanciarazzi antisom RBU-6000 e 12 cariche di profondità BB-1, sistema antiaereo 4K33 Osa M (su piattaforma Zif-122 con 2 missili 9M33M operativi e 18 in riserva). La Bulgaria ha nella flotta anche una corvetta Project 1241 (classe Tarantul) di nome Malniya con lo stesso armamento delle Orkan ma con missili antinave P-15MC Termit oltre a due corvette Project 1241.2 (classe Pauk) destinate ad essere sostituite a partire dal 2025 dal progetto OPV 90 sviluppato in collaborazione con i cantieri Lursen Werft sulla base della classe Braunschweig della Bundesmarine. 

Smeli (11) (Fonte: Wikipedia)
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Smeli (11) (Fonte: Wikipedia)

Infine la Romania, la nazione completamente affacciata sul Mar Nero nonostante qualche innesto di tecnologia occidentale (fregate inglesi Type 22) ha la componente di prima linea ancora ferma alla Guerra Fredda con tre corvette Project 1241, già viste in Bulgaria, un sottomarino Project 877 (non operativo) ed unità navali sviluppate in patria ma di impostazione sovietica quali la fregata Marasesti e le corvette classe Tetal-I e Tetal-II tutte costruite presso i cantieri Mangalia. 

La Marasesti nacque come Muntenia, entrata in servizio nel 1986 venne classificata come incrociatore leggero vista la stazza di ben 5790 t si trattava di un progetto interamente romeno fatta eccezione per l’armamento. L’unità fin da subito, a causa di una mal distribuzione dei pesi, concentrati verso l’alto, dimostrò gravi problemi di stabilità anche con mare calmo che la portarono nel 1988 a tornare in cantiere per essere sottoposta a importanti correttivi. Durante i lavori ci fu la rivoluzione con la successiva caduta del regime di Ceausescu e dopo essere stata riclassificata cacciatorpediniere venne ribattezzata col nome attuale nel 1990 e solo nel 2001 venne classificata come fregata. Considerata l’enorme stazza e ben 270 membri di equipaggio l’unità non è molto armata in quanto è dotata di 4 lanciatori binati con missili P 15M, due cannoni binati da 76mm AK-726, e 4 CIWS da 30mm AK-630, due lanciarazzi antisom RBU-6000 e 2 lanciasiluri trinati da 533mm senza sistemi missilistici per la difesa aerea.

ROS Marasesti (Romanian MoD)
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ROS Marasesti (Romanian MoD)

Infine le corvette Tetal di cui la prima serie era ispirata al Project 1159 (classe Koni) condividendone i sistemi radar, sonar ed i cannoni ma con lanciarazzi RBU 2500 e 2 lanciasiluri binati armati con Type 53-65 e una stazza di 1440 t. La seconda serie della classe Tetal ha una stazza leggermente maggiore di 43 t rispetto alla precedente con la quale mantiene inalterata la sensoristica ma, cambia radicalmente i sistemi d’arma con l’installazione del più moderno cannone AK-176, quattro CIWS AK-630, lanciarazzi RBU-6000 mantenendo inalterati i tubi lanciasiluri. Queste corvette sono in servizio in due unità per classe e come la Marasesti presentano carenze nella protezione antiaerea. 

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