Una rapida analisi dei mezzi messi in campo dalle principali forze armate di Mosca evidenziandone i singoli contributi. In questo excursus di mezzi della Federazione Russa si andranno ad analizzare i protagonisti, guardare i partecipanti e interrogarsi sull’assenza di tecnologia pregiata.
Il 24 febbraio 2022 dopo tanti timori e preoccupazioni sul costante, ma continuo assembramento di truppe e mezzi russi al confine con l’Ucraina è scattata da Mosca luce verde per l’avvio delle operazioni belliche. Gli assi principali dell’invasione sono passati da nord, attraversando il confine bielorusso verso Prypyat e Chernihiv, per puntare sulla capitale Kiev, da est dall’Oblast di Belgorod e dalle repubbliche separatiste in direzione del fiume Dnepr e infine a sud dalla Crimea con direzione Cherson e Mariupol, mentre lo sbarco navale su Odessa al momento non si è ancora concretizzato seppur con le navi al largo della città.
La finalità di questo articolo non è l’analisi del conflitto, ma lo studio dei mezzi coinvolti delle parti in campo, partendo dal presupposto che entrambe le nazioni, seppur con numeri diversi, presentano numerose difficoltà nello sviluppo di nuovi sistemi d’arma a causa delle ristrettezze economiche che le hanno portate a creare versioni sempre più moderne dei mezzi ereditati dall’immenso arsenale dell’Unione Sovietica.
Per quanto riguarda le forze messe in campo dalla Federazione Russa, nella componente corazzata, i protagonisti sono senza dubbio i T 72B3, versione migliorata del T 72B con importanti interventi comprendenti il sistema di visione PNM Sosna-U, nuovo cannone 2A46M-5, radio VHF digitale mantenendo, però, inalterati il motore V-84 da 840 cavalli e le protezioni ERA di tipo Kontakt-5, presenti secondo l’International Institute for Strategic Studies in almeno 850 esemplari. Questo carro armato è il più presente nel teatro operativo, osservato anche con intelaiature metalliche sopra il cielo della torre in funzione anti ATGM, inoltre si sono visti in campo anche dei T 90A e T 80BVM; il primo nato nella versione base (T 90) dalla fusione del telaio del T 72 con i sistemi d’arma del T 80U, nella versione T 90A presenta un nuovo e più potente motore V-92S2 da 1000 cavalli, sistema di visione passiva ESSA, camera termica Catherine-FC (della francese Thales), nuovi moduli 4S23 per la corazzatura ERA Kontakt-5, oltre al sistema di protezione attiva Shtora-1 (presente anche nella versione base). Il secondo, a differenza dei mezzi citati fino ad ora, si tratta della versione più avanzata del T 80, apparso sui social con torretta decapitata e scagliata a diversi metri di distanza a seguito dell’esplosione della stiva munizioni facendo emergere interrogativi sull’efficacia dei sistemi da esso adottati. Il T 80BVM presenta migliorie comuni alle versioni di punta dei carri sopra citati (T 72B3M e T 90M) quali la protezione reattiva Relikt, il cannone 2A46M-4 in grado di sparare proiettili APFSDS 3BM60 Svinets-2, PNM Sosna-U oltre ad aggiornamenti dei sistemi principali in particolare alla turbina GTD-1250.
Le forze armate della Federazione Russa per l’operazione hanno messo in campo anche i veicoli blindati da combattimento BMP-2, BMD 3, BMD 4M, BTR 82A, trasporto truppe corazzati Typhoon (sia Ural che Kamaz), veicoli leggeri Tigr e Rys (Iveco Lince) oltre ai veicoli logistici Kamaz 5350, Ural 4320 e derivati. Grande protagonista è senza alcun dubbio il veicolo blindato anfibio MT-LB nelle sue svariate versioni a partire dalla tradizionale trasporto truppe allo sminatore UR 77 Meteorit, già utilizzato con successo in ambiente urbano nei sobborghi di Jobar nei pressi di Damasco, oltre ai derivati d’artiglieria 2S1 Gvodizka e antiaereo 9K35M3 Strela 10. Passando alle artiglierie sono presenti contenuti foto e video che ritraggono la presenza dei sistemi semoventi 2S19 Msta, 2S7 Malka, 2S3 Akatsiya, 2S23 Nona-SVK e cannoni 2A18 D 30, oltre ai sistemi lanciarazzi BM 21 Grad, BM 27 Uragan, TOS 1A Buratino con armi termobariche e il missile balistico a corto raggio 9K720 Iskander-M, infine i sistemi di protezione antiaerea a corto raggio 9K22 Tunguska, Pantsir-S1, 9K331M Tor M1, a medio raggio 9K37 BukM oltre ad un recente arrivo nella zona di operazioni dei semoventi contraerei ZSU-23-4M Shilka. I sistemi complessi a lungo raggio S 300V4 e S 400 invece svolgono la loro funzione dal territorio metropolitano della Federazione.
L’aeronautica militare russa (VVS) dopo aver condotto nel primo giorno di operazioni attacchi mirati con il lancio di missili da crociera Kh 101 da Tu 95MS e condotto missioni SEAD con l’utilizzo di missili antiradiazione Kh 31P non domina tutt’ora i cieli e non ha posto al silenzio i sistemi antiaerei a medio e lungo raggio ucraini dovendosi quindi spingere in pericolose missioni di supporto aereo ravvicinato finendo molto spesso vittima dei missili MANPADS (Stinger, Piorun, Strela) presenti in gran numero nelle forze di Kiev. Queste missioni hanno comportato la perdita non solo degli aerei da supporto aereo ravvicinato tipici delle forze aeree russe, i Su 25SM3 Frogfoot, ma anche dei Su 30SM e Su 34 ponendo legittimi dubbi sull’efficacia del loro sistema di contromisure elettroniche L 175 Khibiny che dovrebbe garantire loro di svolgere azioni al di fuori dalla portata dei missili spalleggiabili. L’armamento utilizzato fino a questo momento, fatta eccezione delle fasi iniziali, contempla prevalentemente bombe non guidate FAB 250, FAB 500 e razzi S 5 da 57mm. Resta da confermare la battaglia aerea avvenuta nella regione di Zhytomyr nella quale i caccia russi probabilmente Su 35 hanno avuto la meglio grazie al più capace radar Irbis-E e ai missili BVR R-77 su quattro Su 27 ucraini abbattendoli. Un grandissimo sforzo, oltre che dalla componente trasporto con gli Il 76MD, è, come sempre, svolto dalla componente ad ala rotante che a prezzo di gravi perdite ha tentato di condurre importanti elisbarchi a supporto delle truppe aviotrasportate (VDV) in punti strategici per le operazioni come l’aeroporto di Gostomel a nord di Kiev o a sud nell’area Mykolaiv. I grandi attori fin dall’epoca dell’Afghanistan restano i Mi 8 e Mi 24 nelle loro infinite versioni, ma con un uso limitato della versione Mi 35, ed il Ka 52 moderno elicottero da combattimento col particolare design a rotori controrotanti e pesantemente armato ha subito due perdite durante l’assalto a Gostomel ma continua ad essere operativo a supporto delle operazioni, mentre il grande assente resta il Mi 28N.
Per concludere l’excursus sulle forze armate russe in campo non resta che parlare della Chernomosky Flot delle forze navali di Mosca la quale il 24 febbraio ha condotto il lancio di missili da crociera 3P-54 Kalibr su obiettivi strategici nel territorio ucraino oltre a contribuire alla distruzione delle loro forze navali. L’incrociatore Moskva, insieme al pattugliatore (Project 22160) Vasily Bykov, ha condotto il cannoneggiamento e distruzione dei siti presenti sull’Isola dei Serpenti, mentre unità da sbarco delle classi Ropucha e Ivan Gren stazionano tutt’ora al largo di Odessa con il supporto delle fregate classe Admiral Grigorovich. La Flotta del Mar Nero ha in forza sei sottomarini a propulsione convenzionale classe Kilo Project 636.3 (B-261 Novorossiysk, B-237 Rostov Na Donu, B-262 Start Oskol, B-265 Krasnodar, B-268 Velikiy Novgorod, B-271 Kolpino) che pare siano parte attiva alle operazioni con il lancio di missili da crociera 3P-14 Kalibr, i cui resti di uno di questi vettori sarebbe stato rinvenuto nell’area di Kiev, in aggiunta la flotta contribuisce anche con gli assetti aerei della 2° Divisione dell’Aviazione Navale della Guardia con la perdita di un caccia multiruolo Su 30SM.