Proponendo una sintesi fra alcune caratteristiche dei sottomarini e altre delle navi di superficie, il design sviluppato dalla società di San Pietroburgo punta a soddisfare i moderni requisiti delle marine militari, sempre più orientate all’acquisizione di piattaforme multifunzionali per ovviare alla contrazione dei loro budget di spesa.
Il Rubin Central Design Bureau for Marine Engineering, la più importante società di ingegneria navale russa, ha presentato il 9 febbraio la seconda versione del suo BOSS (Border and Offshore Submersible Sentry), un tipo di battello sommergibile che combina in una certa misura le caratteristiche e i vantaggi del sottomarino con quelli del pattugliatore di superficie.
Quest’ultima versione è anche la più grande, con una lunghezza di 72 metri e un dislocamento in superficie di circa 1.300 tonnellate, il che si traduce in maggiori capacità. Le nuove linee con prua che “perfora” le onde (wave-piercing) e campanatura dello scafo (il quale si restringe verso l’alto partendo dalla linea di galleggiamento) riducono il rollio, rendono la piattaforma più stabile e riducono la sua sezione radar equivalente (quindi la rilevabilità). Il sonar a bulbo installato a prua funziona in condizioni migliori, e il bulbo stesso riduce la resistenza dell’acqua in superficie. Il sistema di propulsione consente una velocità massima di 21 nodi. L’autonomia di crociera è fino a 4.000 miglia alla velocità di 10 nodi e può essere incrementata su richiesta del cliente.
L’armamento e la duplice valenza addestrativa
La nuova versione del BOSS può essere armata con un cannone automatico, due lanciamissili guidati e quattro tubi lanciasiluri da 324 mm. Tale armamento rende la piattaforma di Rubin un formidabile avversario per navi anche molto più grandi. Come nelle altre versioni, questa nave possiede due vani multifunzionali per ospitare e rilasciare imbarcazioni ed equipaggiamenti di team di abbordaggio, velivoli senza equipaggio (Unmanned Aerial Systems – UAS), o altre tipologie di payload.
Sia il radar che il sonar possono essere utilizzati per la ricerca e l’acquisizione dei bersagli, consentendo un rilevamento e un approccio discreti a tali obiettivi. Un particolare interessante risiede nel fatto che, grazie alla sua doppia natura di piattaforma di superficie e subacquea, BOSS può essere utilizzata sia nelle esercitazioni antisommergibile, sia nell’addestramento degli equipaggi dei sottomarini veri e propri.
Svolgere le tipiche missioni di pattugliamento con modalità innovative
Nel presentare la sua nuova creatura, Rubin ha evidenziato come alla base del suo concetto vi siano le nuove necessità delle marine militari, le quali, a causa della contrazione dei loro budget di spesa (dovuta anche, ma non solo, alla pandemia di Covid-19) sono sempre più orientate all’acquisizione di navi multifunzionali. La soluzione proposta in questo caso è la sintesi di capacità di superficie e subacquee rappresentata dal design BOSS, grazie al quale la nave destinata all’impiego in tempo di pace mantiene una sua utilità quale unità combattente in caso di conflitto militare. Inoltre, la capacità di immersione consente a BOSS di svolgere le tipiche missioni di pattugliamento con modalità innovative, alcuni delle quali – sottolinea sempre Rubin – sono più economiche e più semplici rispetto a quelle tradizionali.
Altra caratteristica peculiare, infine, è che il design BOSS è sviluppato per essere adattabile in massimo grado alle specifiche esigenze, condizioni e capacità della Marina che lo acquisisce.
Rubin: oltre 1.000 sottomarini in 120 anni di attività
Rubin Design Bureau – sussidiaria di United Shipbuilding Corporation, di proprietà statale – è tra i leader mondiali nella progettazione di sottomarini nucleari e convenzionali e la più grande società di ingegneria navale che offre servizi di progettazione in Russia. Nell’arco di 120 anni, sono 1.065 i sottomarini costruiti su progetto Rubin, inclusi 949 battelli entrati in servizio con la Marina russa e 116 esportati in 16 paesi stranieri. Rubin sviluppa anche sistemi robotici marini e progetta le strutture per lo sviluppo di giacimenti offshore di petrolio e gas.