Lancet, il “drone kamikaze” russo

Gen 26 2022
a cura della Redazione
La nuova munizione circuitante in dotazione all’Esercito di Mosca ha dimostrato una notevole efficacia contro bersagli terrestri fissi e mobili, ma presto potrebbe essere utilizzata anche in funzione anti-drone secondo il concetto d’impiego “a sciame”. Inoltre, grazie alle sue prestazioni e al basso costo unitario potrebbe in breve tempo sostituire l’artiglieria in numerosi teatri d’operazioni.
Una “loitering munition” Lancet-3, prodotta dall’azienda russa ZALA Aero Group, sussidiaria di Kalashnikov.
Una “loitering munition” Lancet-3, prodotta dall’azienda russa ZALA Aero Group, sussidiaria di Kalashnikov.

Venti di guerra spirano nell’Europa dell’Est, dove la Russia ha ammassato truppe e armamenti al confine con l’Ucraina, inducendo quest’ultima a rafforzare il proprio dispositivo di difesa per fronteggiare un’eventuale invasione, anche con il supporto degli aiuti militari inviati dagli alleati occidentali di Kiev. Fra i numerosi sistemi d’arma che entrerebbero in azione nella disgraziata ipotesi che si passasse dalle minacce alle vie di fatto ci sono anche i droni aerei, inclusi quelli “kamikaze”, dei quali le forze armate russe hanno recentemente adottato il modello Lancet, sviluppata e prodotto da ZALA Aero Group (sussidiaria di Kalashnikov), un’azienda specializzata nello sviluppo e nella produzione di veicoli aerei senza pilota (UAV). L’aggiunta del Lancet all’arsenale russo trova una particolare motivazione nella recente introduzione in servizio con l’Aeronautica ucraina del drone d’attacco Bayraktar TB2 realizzato dalla turca Baykar Technologies, del quale i vertici militari di Kiev, il 26 ottobre scorso, hanno confermato il primo utilizzo efficace contro un sito dei separatisti filorussi nei pressi di Hranitne, nell’Ucraina orientale. La circostanza ha preoccupato i comandi russi, timorosi che i droni turchi possano garantire un significativo vantaggio tattico alle forze ucraine. Per inciso, i TB2 hanno dimostrato una grande efficacia anche in Siria, Libia e Nagorno-Karabakh, dove, con l’impiego delle bombe guidate MAM-L, sono stati in grado di distruggere anche i sistemi antiaerei di produzione russa Pantsir S1, che sarebbero in dotazione anche ai separatisti filo-russi nel Donbass. L’Ucraina ha effettuato un primo ordine per una dozzina di TB2, ma starebbe conducendo negoziati per l’acquisizione di ulteriori 54 esemplari.

Un sistema efficace anche contro bersagli aerei

Il drone kamikaze Lancet è, in termini tecnici, una “loitering munition”, ovvero una munizione che circuita nell’area assegnata alla ricerca di un obiettivo sul quale avventarsi con una rapida picchiata. Come tutti i sistemi similari attualmente disponibili, è concepito principalmente per attaccare obiettivi terrestri, fissi o mobili, con particolare riferimento a bersagli di opportunità e “pop-up” (che offrono una ridotta finestra di tempo per poter essere ingaggiati). L’innovazione portata da Lancet è la possibilità di impiegare questa tattica anche contro bersagli aerei, con particolare riferimento ai droni, ma eventualmente anche contro elicotteri o qualsiasi altro velivolo relativamente lento. Il capo progettista di ZALA Aero, Alexander Zakharov, ha spiegato che i droni tattici operano per la maggior parte a una velocità di crociera inferiore a 150 km/h, e pertanto possono essere ingaggiati efficacemente dalla munizione circuitante realizzata dall’azienda russa. In quest’ottica, ricordiamo che il TB2 opera normalmente a 6.000 metri di quota e a una velocità di crociera di 130 km/h.

Primo piano del sensore elettroottico della munizione circuitante russa.
Primo piano del sensore elettroottico della munizione circuitante russa.
Caratteristiche tecniche della Lancet

In realtà, la Lancet è accreditata dall’azienda produttrice di un range di velocità compreso tra 80 e 110 km/h, e dunque, per garantirsi un vantaggio, dovrebbe attaccare dall’alto anche i bersagli aerei, contando sul fatto che in picchiata può superare i 300 km/h. Dati relativi alla tangenza massima della Lancet non sono stati diffusi, ma appare evidente che, per poter essere realmente efficace in questo ruolo, deve essere in grado di raggiungere quote superiori a 6.000 metri, il che non è da escludersi vista l’ampia superficie alare del sistema. ZALA Aero sta lavorando anche all’impiego in sciame della Lancet, e recentemente ha presentato un video rendering per mostrare il nuovo concetto d’impiego. La sequenza animata mostra alcuni esemplari che volano in perlustrazione secondo uno schema preciso, e uno di loro che identifica, attacca e distrugge proprio un drone d’attacco Bayraktar TB2 (che normalmente opera a 6.000 metri di quota, a una velocità di crociera di 130 km/h). A questo proposito, il capo progettista di ZALA Aero, Alexander Zakharov, ha definito lo sciame di Lancet come il primo sistema al mondo di “minamento aereo”. Tuttavia, la Lancet non è riutilizzabile; pertanto, se non attacca un bersaglio, al termine dell’autonomia di volo deve essere fatta cadere in un’area sicura. A tal proposito è prevista anche la possibilità di disattivare in remoto la testata esplosiva, ma all’impatto col suolo il velivolo è comunque destinato a danneggiarsi pesantemente. Per “minare il cielo” con le Lancet, dunque, sarà necessario disporne di un grande quantitativo, con tutto ciò che ne deriva in termini di logistica e costi.

Un fotogramma del video di presentazione delle capacità antiaeree della Lancet.
Un fotogramma del video di presentazione delle capacità antiaeree della Lancet.
le due varianti Lancet-1 e Lancet-3

La Lancet è declinata in due varianti, Lancet-1 e Lancet-3, che condividono design e prestazioni, ma si differenziano per dimensioni, peso e carico utile. L’azienda non ha fornito dati sulle dimensioni, ma dalle immagini si può stimare che le rispettive lunghezze siano di circa 100 e 150 cm o poco più, mentre il peso massimo al decollo è di 5 kg (di cui 1 kg di carico utile) per la Lancet-1 e di 12 kg (3 kg di payload) per la Lancet-3. Entrambe offrono un raggio d’azione di 40 km e possono raggiungere la velocità massima di 110 km/h, ma l’autonomia varia leggermente: 30 minuti per la Lancet-1 e 40 minuti per la Lancet-3.
Entrambe le varianti presentano un design con due set di ali a X (che possono essere piegate per il trasporto) montate su una fusoliera snella, con propulsore elettrico ad elica spingente posto all’estremità posteriore e una testa elettro-ottica stabilizzata posizionata sul muso. La fusoliera e le ali sono realizzate in plastica e materiali compositi che, unitamente alle ridotte dimensioni, offrono un buon livello di stealthiness, rendendo queste munizioni circuitanti difficili da individuare con sistemi radar.

Il sensore elettro-ottico impiegato per l’osservazione e la scoperta bersagli funge anche da sistema di puntamento, e le immagini rilevate sono trasmesse in tempo reale alla stazione di controllo a terra (portatile) tramite un datalink radio con il quale il velivolo viene anche controllato. Il sistema di navigazione satellitare consente alla Lancet di attaccare obiettivi su coordinate preimpostate, ma ovviamente l’arma può anche agganciare bersagli fissi o in movimento rilevati con il sistema optoelettronico e, se necessario, seguirli fino a quando l’operatore darà l’ordine d’attacco. La Lancet può operare anche in modalità cooperativa, ricevendo i dati sul bersaglio raccolti da un drone di sorveglianza. Durante la navigazione in modalità autonoma, grazie a specifici algoritmi di controllo ispirati al volo degli uccelli, le Lancet possono effettuare imprevedibili cambi di direzione e quota per evitare eventuali attacchi provenienti da terra. La testa esplosiva a frammentazione è collegata a una spoletta di prossimità, che rende l’arma particolarmente efficace contro bersagli in rapido movimento, difficili da colpire con un impatto diretto.

L’impiego in Siria contro i ribelli anti-Assad

Il lancio avviene tramite una catapulta a binario che può essere messa in opera rapidamente a terra, oppure installata a bordo di veicoli di grandi dimensioni o di natanti, come i battelli veloci d’assalto classe Raptor (simili agli svedesi CB90) impiegati dagli incursori della Marina russa.
Le due versioni della Lancet sono già in servizio con le forze armate russe, e nell’aprile del 2021 il canale televisivo “Rossiya 1” ha divulgato due video che ne mostrano l’impiego in Siria, nella provincia di Idlib. Nel primo filmato si vede una Lancet-3 decollare dalla catapulta e poco dopo colpire un pickup a bordo del quale viaggiavano alcuni terroristi di Hay’at Tahrir al-Sham (Al Qaeda in Siria). Nel secondo, invece, un’altra Lancet-3 distrugge una postazione del gruppo. Secondo quanto riferito da ZALA Aero Group, entrambe le varianti della Lancet presentano un costo unitario nettamente inferiore a quello dei proiettili guidati d’artiglieria attualmente disponibili sul mercato, pur offrendo simili capacità in termini di raggio d’azione e letalità, con in più il vantaggio di consentire l’identificazione del bersaglio prima dell’ingaggio. Ne consegue che, a breve termine, queste munizioni circuitanti potrebbero addirittura sostituire l’artiglieria in molti teatri di guerra in cui sono coinvolte le forze russe.

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