L’accordo fra l’Agenzia Spaziale Europea e la multinazionale francese ha per oggetto la progettazione e costruzione di Ariel, lo spacecraft che sarà lanciato nel 2029 con la missione di misurare la composizione chimica e le strutture termiche degli esopianeti allo scopo di ampliare le nostre conoscenze scientifiche del Sistema Solare.
L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e Airbus hanno firmato ieri (6 dicembre) un contratto per procedere alla progettazione e costruzione del satellite Atmospheric Remote-Sensing Infrared Exoplanet Large-survey (Ariel), il cui lancio è previsto nel 2029. La formalizzazione dell’accordo è stata celebrata dalle parti con una piccola cerimonia presso la sede dell’ESA a Parigi.
ARIEL è la terza di un trio di missioni dell’Agenzia europea dedicate agli esopianeti(*) e incentrate su vari aspetti di quest’area tematica in rapida evoluzione. Seguirà Cheops (Cheope), già lanciata nel 2019, e Plato (Platone), che lo sarà nel 2026. L’obiettivo è di studiare la composizione degli esopianeti, la loro formazione ed evoluzione, osservando un campione diversificato di circa 1.000 pianeti extrasolari, simultaneamente nelle lunghezze d’onda del visibile e dell’infrarosso.
Un aiuto alla ricerca di vita altrove nell’Universo
Ariel è la prima missione dedicata alla misurazione della composizione chimica e delle strutture termiche degli esopianeti, collegandole all’ambiente della stella ospite. Ciò colmerà una lacuna significativa nella nostra conoscenza di come la chimica del pianeta si colleghi all’ambiente in cui esso si è formato, oppure se e come il tipo di stella ospite condizioni la fisica e la chimica dell’evoluzione del pianeta.
Le osservazioni di questi mondi forniranno informazioni sulle prime fasi della formazione planetaria e atmosferica e sulla loro successiva evoluzione, contribuendo anche alla conoscenza del nostro Sistema Solare. Potrebbero inoltre aiutare a scoprire se c’è vita altrove nell’universo e se esiste un altro pianeta come la Terra.
Il commento di ESA
Günther Hasinger, Director of Science dell’ESA, ha affermato: “Con questa importante tappa per la missione Ariel celebriamo la prosecuzione dell’eccezionale rapporto con i nostri partner industriali, con l’obiettivo di mantenere l’Europa all’avanguardia nel campo della ricerca sugli esopianeti anche nel prossimo decennio e oltre”.
Jean-Christophe Salvignol, Ariel Project Manager dell’ESA, ha aggiunto: “Nell’ambito di una missione, andare avanti con un progetto scelto e incaricare un prime contractor rappresenta una fase entusiasmante”.
Il ruolo di Airbus
Airbus guiderà il consorzio industriale europeo nella costruzione del satellite e fornirà competenze e supporto all’ESA per lo sviluppo del modulo di payload. Lo stabilimento di Tolosa (Francia) sarà il sito principale per la progettazione, produzione e integrazione degli elementi del veicolo spaziale, mentre il sito di Airbus Stevenage (Regno Unito) guiderà l’ingegnerizzazione dell’avionica, delle comunicazioni a radiofrequenza e della progettazione elettrica della piattaforma.
Jean-Marc Nasr, capo dello Space Systems di Airbus, ha dichiarato: “Airbus ha una vasta esperienza nelle missioni scientifiche pionieristiche, quali Juice, Gaia, Solar Orbiter, Lisa Pathfinder e Cheops, e su di essa ci stiamo basando per la più recente missione scientifica dell’ESA, Ariel”.
Ariel amplierà la comprensione della scienza del Sistema Solare
Il modulo di payload della missione, che include un telescopio criogenico il cui specchio principale misura 1 metro di diametro e strumenti scientifici associati, sono forniti dall’Ariel Mission Consortium, che comprende più di 50 istituti di 17 paesi europei. Anche la NASA contribuisce al payload.
Si prevede che il veicolo spaziale verrà lanciato sul nuovo razzo Ariane 6 dell’ESA, insieme alla missione Comet Interceptor, e opererà dal secondo punto di Lagrange (L2), 1,5 milioni di chilometri subito “dietro” la Terra vista dal Sole, in una missione iniziale di quattro anni. Grazie al suo design termico e meccanico molto stabile, il veicolo spaziale sarà in grado di effettuare osservazioni a lungo termine dello stesso sistema di esopianeti per una durata compresa fra 10 ore e 3 giorni.
Theresa Lueftinger, Ariel Project Scientist dell’ESA, ha affermato: “Il lancio può sembrare ancora molto lontano per Ariel, ma siamo risolutamente in viaggio per una meravigliosa missione scientifica che amplierà ulteriormente la nostra comprensione del Sistema Solare, ben oltre i confini del nostro vicinato planetario”.
Ariel è stata selezionata nel 2018 come quarta missione scientifica di classe media nel piano Cosmic Vision dell’ESA.
(*) Esopianeta è un pianeta extrasolare, un corpo celeste che orbita intorno a una stella in sistemi simili a quello solare.