È allarme per le capacità “segrete” della nuova arma ipersonica di Pechino

Nov 26 2021
a cura di Angelo Pinti
Le rivelazioni diffuse dal «Financial Times» riguardo alle prestazioni che l’HGV (Hypersonic Gliding Vehicle) cinese avrebbe dimostrato nei due test condotti a luglio e ad agosto gettano una luce inquietante sul reale avanzamento tecnologico della superpotenza asiatica e sul rischio che questo possa ribaltare la tradizionale superiorità strategica degli Stati Uniti.
Artist’s impression di un generico veicolo ipersonico planante (Hypersonic Gliding Vehicle - HGV)
Artist’s impression di un generico veicolo ipersonico planante (Hypersonic Gliding Vehicle – HGV)

Il quotidiano britannico «Financial Times» (FT), citando come fonti “persone che hanno familiarità con l’intelligence”, ha rivelato nei giorni scorsi che durante il test condotto dalla Cina il 27 luglio con un nuovo veicolo ipersonico planante (HGV, Hypersonic Gliding Vehicle) potenzialmente in grado di portare una testata nucleare, quest’ultimo avrebbe sganciato un carico utile (payload) sul Mar Cinese Meridionale mentre volava all’interno dell’atmosfera terrestre “ad almeno cinque volte la velocità del suono”, diretto verso il suo obiettivo designato. Quale sia la natura di tale payload non è chiaro: lo stesso FT riporta prima l’ipotesi di “alcuni esperti del Pentagono” secondo i quali si tratterebbe di un missile, e poi quella contrastante di “esperti della DARPA” (l’agenzia che sviluppa progetti di ricerca avanzata per il Dipartimento della Difesa) secondo cui l’HGV avrebbe rilasciato “contromisure” in grado di neutralizzare l’azione di sistemi di difesa missilistica come quelli attualmente in sviluppo negli Stati Uniti, senza peraltro saper spiegare come ci sia riuscito volando all’interno dell’atmosfera terrestre.

Il dato più preoccupante delle rivelazioni del «Financial Times» (se il tempo le confermerà) è proprio questo. Infatti, il rilascio di oggetti da veicoli che viaggiano a velocità supersonica, come i missili balistici intercontinentali (ICBM), non è una novità, ma avviene normalmente nello spazio soprastante all’atmosfera terrestre. Il rilascio atmosferico (cioè all’interno dell’atmosfera) comporta invece difficoltà tecniche molto maggiori, che si riteneva non ancora superate. Se la Cina avesse trovato una soluzione prima dei suoi rivali occidentali, ciò significherebbe che Pechino ha “messo la freccia” nella corsa a una tecnologia militare in grado di mutare gli equilibri di forza tra le due superpotenze. Un veicolo ipersonico planante può infatti essere impiegato con arma nucleare, ma anche trasportare una testata convenzionale per condurre missioni di rilevanza strategica come l’affondamento di una portaerei o la distruzione di un centro comando altamente protetto. In quest’ottica, i vantaggi forniti dal nuovo HGV sarebbero decisivi in un eventuale conflitto nel Pacifico, ad esempio per Taiwan.

Questa grafica mostra le differenti traiettorie di volo di un veicolo ipersonico planante (HGV) e dei più convenzionali missili ipersonici e balistici. (Fonte: GAO)
Questa grafica mostra le differenti traiettorie di volo di un veicolo ipersonico planante (HGV) e dei più convenzionali missili ipersonici e balistici. (Fonte: GAO)
Il test del 13 agosto e la minaccia degli HGV orbitanti

Fra l’altro, le ultime rivelazioni del «Financial Times» riguardano il test cinese del 27 luglio, ma lo stesso quotidiano aveva già diffuso (lo scorso 16 ottobre) la notizia di un secondo esperimento con un veicolo ipersonico planante, condotto il 13 agosto. Di quest’ultimo non si sa se abbia rilasciato un qualche tipo di payload, ma le cinque fonti anonime citate dal giornale, che avrebbero familiarità con i fatti, hanno riferito che l’HGV cinese ha compiuto un’orbita quasi completa intorno alla Terra viaggiando alla velocità di 6.200 km/h, prima di staccarsi dal razzo vettore, manovrare per rientrare nell’atmosfera e dirigersi verso il bersaglio designato (che ha mancato per alcune decine di miglia, circa 30 km). Secondo il FT, il test agostano avrebbe colto di sorpresa l’intelligence statunitense e allarmato ulteriormente le autorità di Washington.

La notizia preoccupante, in questo caso, risiede nel fatto che un HGV orbitante sarebbe in grado di colpire qualsiasi località del mondo seguendo traiettorie imprevedibili. Per fare un esempio, esso potrebbe essere utilizzato per attaccare gli Stati Uniti passando dal Polo Sud, che è una zona non coperta dai sistemi di allerta precoce e tracciamento del NORAD (North American Aerospace Defense Command). Inoltre, anche se scoperto in tempo, sarebbe comunque molto difficile da intercettare per i sistemi GMD (Ground-based Midcourse Defense) schierati in Alaska e in California, poiché quest’ultimi sono concepiti per neutralizzare tramite impatto cinetico (cioè colpendole direttamente), fuori dall’atmosfera, testate che impiegano profili di volo balistici, lungo una traiettoria pressocché parabolica e quindi prevedibile, mentre un veicolo ipersonico planante scenderebbe a quote più basse e si dirigerebbe verso il bersaglio con una traiettoria più piatta.
Anche per le difese di livello inferiore rispetto alla GMD, come i THAAD e l’SM-3, un HGV orbitale rappresenterebbe un bersaglio troppo difficile da colpire, a causa dell’altissima velocità e della capacità di cambiare rotta e quota, se non addirittura di compiere manovre evasive nella fase finale del volo.

Un momento storico che ricorda il lancio dello Sputnik nel 1957

In risposta all’allarme suscitato dalle rivelazioni del «Financial Times», il ministero degli Esteri cinese ha rilasciato il 18 ottobre una nota ambigua, affermando di aver lanciato non un missile ipersonico con capacità nucleare, bensì uno spazioplano riutilizzabile, ma riferendosi al test del 27 luglio e non a quello successivo. Interpellato dal quotidiano britannico, il portavoce dell’ambasciata cinese negli Stati Uniti, Liu Pengyu, ha precisato: “Non abbiamo una strategia globale e piani di operazioni militari come gli Stati Uniti e non siamo affatto interessati a una corsa agli armamenti con gli altri paesi”.
La notizia del test del 13 agosto è stata invece confermata da alti ufficiali del Pentagono. In un’intervista rilasciata a «Bloomberg» il 27 del mese, il generale Mark Milley, capo degli Stati Maggiori Riuniti delle Forze Armate statunitensi, ha definito il secondo test cinese come “molto preoccupante” e un “evento tecnologico molto significativo”, quasi accomunabile, per valenza storica, al lancio del satellite Sputnik effettuato dall’Unione Sovietica nel 1957 che all’epoca sancì il vantaggio di Mosca su Washington nella “corsa allo spazio”.
In precedenza, lo scorso agosto, il comandante del NORAD,generale Glen VanHerck, aveva dichiarato che la Cina aveva “recentemente dimostrato capacità di volo ipersonico molto avanzate” che rappresentano “sfide significative alla capacità del NORAD di fornire allarmi di minaccia e valutazione degli attacchi”.

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