L’azienda britannica OpenWorks Engineering offre una soluzione per la cattura fisica di piccoli UAV senza l’utilizzo di materiale pirotecnico, concepita per l’impiego sicuro anche in contesto urbano e in presenza di assembramenti di civili. Due le versioni disponibili: con lanciatore spalleggiabile e installata su pickup.

Nell’ultima edizione del Defence and Security Equipment International (DSEI), l’importante salone dell’industria della difesa tenutosi a Londra dal 14 al 17 settembre, la britannica OpenWorks Engineering ha mostrato la seconda versione del suo sistema anti-drone SkyWall Patrol, più grande dell’originale (che ha un lanciatore spalleggiabile) e montata su veicolo pickup. Questa alternativa amplia la gamma d’impiego di una soluzione che è stata concepita pensando a quei contesti in cui l’utilizzo di armi convenzionali contro piccoli velivoli a pilotaggio remoto è poco efficace o poco proporzionato rispetto alla minaccia da neutralizzare, oltre a rappresentare un potenziale, ulteriore rischio per le persone in ambienti affollati. Il primo impiego ufficiale dello SkyWall Patrol è avvenuto nel 2016, per proteggere l’allora presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, durante la sua visita di Stato a Berlino. In seguito, anche le agenzie di sicurezza incaricate della protezione dei suoi successori, Donald Trump e Joe Biden, hanno utilizzato questo innovativo sistema, che è stato dispiegato lo scorso giugno in occasione del summit della NATO a Bruxelles come parte di una difesa anti-drone multi-livello.

La cattura del drone intatto agevola la successiva analisi forense
La soluzione sviluppata da OpenWorks Engineering consente di catturare fisicamente i piccoli droni, garantendo la totale sicurezza anche in contesto urbano e in presenza di assembramenti di civili. Lo SkyWall Patrol, infatti, opera sparando, tramite un sistema pneumatico ad aria compressa (quindi privo di materiale pirotecnico), un particolare proiettile che, non appena si trova in prossimità del bersaglio, lancia a sua volta una rete con la quale cattura il piccolo velivolo a pilotaggio remoto, avvolgendolo e causandone il blocco delle eliche. La stessa rete è agganciata a un paracadute, il quale garantisce che la ricaduta al suolo del drone sia lenta e non rappresenti un pericolo per la popolazione o per la viabilità.
Il sistema originale è composto da un lanciatore spalleggiabile e da un sistema di puntamento computerizzato, lo SmartScope, che analizza i movimenti del bersaglio, elabora la traiettoria d’intercetto e indica il momento giusto in cui sparare. L’operatore non deve fare altro che posizionare sul bersaglio il puntatore (che cambia colore da rosso a verde) e premere il grilletto non appena il sistema emette un suono costante per indicare che la traiettoria di tiro è confermata. Prima del lancio, il sistema programma automaticamente il proiettile SP40, il quale, una volta raggiunta la giusta distanza dal bersaglio, si divide in due parti che restano connesse tramite un cavo. Dalla sezione anteriore, tramite dei bulloni esplosivi collegati alle estremità della rete, quest’ultima viene espulsa e aperta, rimanendo comunque unita al proiettile tramite una fune. Pochi istanti dopo, a “cattura” avvenuta, dalla sezione posteriore fuoriesce un paracadute che consente a tutto l’assieme, drone incluso, di atterrare dolcemente. A questo proposito è importante sottolineare che la possibilità di catturare il drone senza danneggiarlo può facilitare notevolmente la successiva analisi forense. Nel caso che il bersaglio venga mancato, il paracadute viene comunque dispiegato allo scopo di consentire il recupero del proiettile, che è riutilizzabile.

SkyWall Patrol può operare in modalità stand-alone o integrato in un sistema di sicurezza più ampio
Del peso complessivo di circa 10 kg, lo SkyWall Patrol è facilmente trasportabile e impiegabile da un singolo operatore e può essere utilizzato sia come soluzione stand-alone, sia integrato con un sistema di sicurezza più ampio. A questo scopo è disponibile il modulo opzionale SkyLink, che consente al computer di tiro del lanciatore di ricevere via radio i dati sulla posizione dei bersagli, andando ad alimentare il sistema di puntamento SmartScope, e, a sua volta, di inviare la propria posizione, rilevata tramite il ricevitore GPS integrato nello SkyLink stesso. Grazie a diverse tipologie di interfaccia wireless disponibili, lo SkyLink consente l’integrazione dello SkyWall Patrol con i sistemi di comando e controllo più diffusi.
Quanto al futuro, OpenWorks Engineering continua a lavorare sull’evoluzione dello SkyWall Patrol: in particolare, saranno resi disponibili nuovi proiettili dotati di capacità di jamming che consentiranno anche di impedire la detonazione via radio di eventuali ordigni installati sui droni.
