ENEA lancia prima indagine nazionale sull’energia dal mare

Lug 16 2021
a cura della Redazione
L’ente pubblico di ricerca italiano guida una task force europea di 14 Paesi che avrà il compito di traghettare il settore collegato a questa “rinnovabile” dalla fase di sviluppo tecnologico dei dispositivi alla piena operatività commerciale. In linea con l’obiettivo dell’Unione Europea di ricavare da questa fonte 40 GW di energia entro il 2050.
(Fonte: Unsplash)
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ENEA lancia la prima ricognizione nazionale sulle nuove tecnologie per sfruttare l’energia prodotta da correnti di marea e onde marine, nell’ambito di una campagna condotta insieme a Ocean Energy Europe (OEE), European Energy Research Alliance (EERA) e ETIP Ocean. L’indagine si svolge fino a oggi (16 luglio) in parallelo con quella degli altri 13 Paesi UE della task force europea dell’energia dal mare, che da quest’anno è guidata da ENEA per conto dell’Italia.
L’incarico di guidare la task force suggella i tanti anni di lavoro a fianco di università e industria italiane sulle nuove tecnologie e sul calcolo del potenziale energetico del mare”, ha commentato Gianmaria Sannino, responsabile del Laboratorio ENEA di Modellistica Climatica e Impatti nonché presidente della task force europea. “La task force avrà il compito di ‘traghettare’ il settore dell’energia dal mare dalla attuale fase di sviluppo tecnologico dei dispositivi alla piena operatività commerciale, attraverso l’incremento del livello di maturità tecnologica dei singoli dispositivi sperimentali e di tutta la filiera industriale, la ricerca di strumenti finanziari e lo sviluppo di standard e certificazioni ambientali”, ha concluso Sannino.
Maria Vittoria Struglia, ricercatrice del Laboratorio ENEA di Modellistica Climatica e Impatti, ha spiegato: “Grazie a questa indagine potremo conoscere lo stato di avanzamento tecnologico dei progetti, i finanziamenti e gli incentivi disponibili per il settore a livello europeo. Ci sarà, inoltre, un focus su tutti gli aspetti cruciali che riguardano la fase di messa a mare dei dispositivi, come la disponibilità di laboratori naturali, l’infrastruttura di rete, le procedure autorizzative e la presenza o meno di una pianificazione dello spazio marittimo. Abbiamo invitato tutti gli sviluppatori di prototipi di contattarci entro metà luglio.

Ricerca finalizzata ad applicazioni reali in ambiente insulare

ENEA è impegnata sull’energia dal mare con le attività finanziate dall’accordo di Programma con il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE), che prevedono la realizzazione di un prototipo in scala del PeWEC(*), in collaborazione con il Politecnico di Torino, e il suo utilizzo nei test di laboratorio in condizioni di onda estrema. Le attività di ricerca in corso hanno lo scopo di ridurre il costo dell’energia prodotta, fino a raggiungere un valore di interesse per applicazioni reali in ambiente insulare. Le attività prevedono inoltre lo studio della predicibilità dello stato del mare e, di conseguenza, dell’energia marina disponibile nel bacino del Mediterraneo, su scala di tempo stagionale.
Attraverso questi studi sarà possibile prevedere con largo anticipo gli uragani mediterranei, i cosiddetti medicane, che per dimensioni e forza possono mettere a rischio le infrastrutture offshore”, ha sottolineato Irene Cionni, ricercatrice del Laboratorio ENEA di Modellistica Climatica e Impatti. “Inoltre, ci daranno la possibilità di conoscere la quantità di energia disponibile con una stagione di anticipo”.

Prototipo del PEWEC in scala 125 durante le prove preliminari presso la vasca navale del Politecnico di Torino. (Fonte: ENEA)
Prototipo del PEWEC in scala 125 durante le prove preliminari presso la vasca navale del Politecnico di Torino. (Fonte: ENEA)
L’obiettivo di azzeramento di emissioni di gas nel Vecchio Continente

L’Unione europea ha obiettivi molto ambiziosi in tema di lotta ai cambiamenti climatici, ossia l’azzeramento delle emissioni di gas serra e la neutralità climatica entro il 2050. Sannino ha commentato: “Il raggiungimento di questi obiettivi passa anche dal mare, dal momento che fra le tecnologie delle energie rinnovabili quelle offshore presentano il maggiore potenziale di espansione, come evidenzia anche la strategia UE pubblicata a fine 2020”.
Il cronoprogramma dell’Unione europea prevede che l’energia prodotta dal mare sia pari a 100 MW al 2025, 1 GW al 2030 e 40 GW al 2050. “Questo ritmo serrato”, ha concluso Sannino, “implica un cambio di passo imponente in meno di 30 anni, con una velocità che non ha precedenti nello sviluppo delle tecnologie energetiche: un fattore 400 tra il 2025 e il 2050. E, grazie alla ricerca tecnologica, il costo dell’energia da flusso di marea dovrebbe passare dai 15 ct€/kWh (centesimi di euro / kilowattora) del 2025 ai 10 ct€/kWh nel 2030; mentre il costo dell’elettricità dalle onde è stimato in 20 ct€/kWh al 2025, in 15 ct€/kWh al 2030 e in 10 ct€/kWh al 2035.

L’UE leader nello sfruttamento dell’energia dal mare

Lo sfruttamento dell’energia dal mare sta accelerando in molte parti del mondo, in particolare negli Stati Uniti, Cina e Canada. Ma l’Europa resta leader sia a livello tecnologico, sia per la capacità di sfruttamento: infatti è riconducibile a società dell’UE il 66% dei brevetti per l’energia da correnti di marea, il 44% di quelli per l’energia dalle onde e il 70% della capacità energetica globale.
La disponibilità di risorse energetiche marine in Europa è maggiore lungo la costa atlantica, ma anche il Mar Mediterraneo offre opportunità interessanti sia per produzione energetica che per sviluppo di tecnologie. Dalle valutazioni dell’ENEA è emerso che le aree con il più alto potenziale di energia dalle onde sono le coste occidentali della Sardegna e il Canale di Sicilia, dove il flusso medio di energia oscilla tra i 10 e i 13 kW/m. Nel contesto della transizione energetica verso tecnologie a basse emissioni di carbonio, la produzione di energia dal mare nel Mediterraneo appare quindi oggi più che mai un’opportunità di crescita importante per il nostro Paese.

(Fonte: ENEA)
(Fonte: ENEA)

(*)PeWEC (Pendulum Energy Converter) è progettato per sfruttare al massimo tutte le componenti del moto ondoso che incidono su uno scafo che contiene al suo interno il dispositivo che estrae l’energia.

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