L’US Navy mostra il nuovo drone marittimo ADARO

Mag 03 2021
a cura di Angelo Pinti
Durante una complessa esercitazione (UxS IBP 21) volta a dimostrare i vantaggi dell’integrazione di sistemi con e senza equipaggio a bordo, la US Navy ha pubblicato immagini di un nuovo USV (Unmanned Surface Vessel) di piccole dimensioni concepito per supportare le attività di contromisure mine e le operazioni anfibie di Marines e Forze Speciali.
Un USV (Unmanned Surface Vessel) ADARO, prodotto da SeaLandAire, fotografato durante l’esercitazione Unmanned Integrated Battle Problem (UxS IBP) 21 condotta dalla Flotta del Pacifico della US Navy dal 19 al 26 aprile 2021. (Fonte: US Navy)
Un USV (Unmanned Surface Vessel) ADARO, prodotto da SeaLandAire, fotografato durante l’esercitazione Unmanned Integrated Battle Problem (UxS IBP) 21 condotta dalla Flotta del Pacifico della US Navy dal 19 al 26 aprile 2021. (Fonte: US Navy)

Durante l’esercitazione “Unmanned Integrated Battle Problem (UxS IBP) 21”, condotta dal 19 al 26 aprile al largo della California per dimostrare i vantaggi operativi realizzabili attraverso una stretta integrazione di capacità multidominio con e senza equipaggio a bordo, la US Navy ha rilasciato alcune immagini di un nuovo USV (Unmanned Surface Vehicle) denominata ADARO, probabilmente un acronimo, del quale non è stato comunicato il significato. Il produttore SeaLandAire lo descrive come un sistema di piccole dimensioni per impieghi speciali (dunque appartenente alla “X-class”), lungo 3 piedi circa (90 cm) e pesante 20 libbre (9 kg), trasportabile da un sola persona e dotato di capacità di carico modulare. È stato concepito per supportare le attività di bonifica delle mine, nonché le operazioni dei Marines e delle Forze Speciali, ad esempio svolgendo la ricognizione di spiagge e porti.
La propulsione ibrida di serie consente all’USV di operare in modo silenzioso con alimentazione esclusivamente elettrica quando la furtività è un requisito prioritario, anche alla velocità massima raggiungibile dal sistema (25 nodi), mentre l’alimentazione a carburante pesante consente di estenderne in modo significativo il raggio (fino a 230 miglia) e la durata della missione.

Secondo l’azienda produttrice, ADARO è progettato con un’architettura modulare per facilitare la riparazione sul campo. Inoltre, può cambiare payload con grande rapidità, e anche il software e l’hardware sono progettati per renderne più facile l’impiego. Il sistema è configurabile e dispiegabile nel giro di pochi minuti. Può operare in modo autonomo o essere controllato manualmente.
Grazie alla capacità di trasportare differenti payload, l’USV di SeaLandAire può essere equipaggiato con una varietà di sensori per estendere la copertura ISR (Intelligence, Surveillance, Reconnaissance), oppure supportare il targeting da una distanza di sicurezza, specialmente nelle aree più pesantemente difese dal nemico. In aggiunta, si presume che ADARO (come altri sistemi del suo tipo), soprattutto se impiegato in un numero elevato di esemplari, possa ingaggiare attivamente il nemico svolgendo funzioni di decoy, jammer o spoofer dei sistemi difensivi avversari, se non addirittura di “drone suicida” una volta caricato con payload esplosivi.

Un ADARO interagisce con la USS Oakland (LCS 24) durante la UxS IBP 21, tenutasi nelle acque al largo della California meridionale. (Fonte: US Navy)
Un ADARO interagisce con la USS Oakland (LCS 24) durante la UxS IBP 21, tenutasi nelle acque al largo della California meridionale. (Fonte: US Navy)
I sistemi “unmanned” coinvolti nell’esercitazione

Di sicuro, uno dei payload previsti per questo USV è un’antenna ESA (Electronically Steerable Array) Ultra-Blade per comunicazioni satellitari in banda L, fornita dall’israeliana Get SAT, che può essere utilizzata in missioni di comando e controllo e ISR, anche per inoltrare video full-motion o trasmettere i dati raccolti dai sensori installati a bordo del drone stesso.
La US Navy non ha specificato la configurazione di ADARO durante l’esercitazione UxS IBP 21. Nelle immagini rilasciate si intravedono una videocamera anteriore e antenne sulla sommità del sistema. Alcune didascalie affermano che il drone fotografato stava “interagendo” con la Littoral Combat Ship USS Oakland (LCS 24) e con la nave da trasporto anfibio USS Anchorage (LPD-23).

Le attività della “Unmanned Integrated Battle Problem 21” sono state gestite dal Joint Operation Center di San Diego della 3a Flotta (il Comando della Flotta del Pacifico responsabile per il Pacifico orientale) sotto il comando del Rear Admiral James Aiken, a capo del Carrier Strike Group Three. Gli scenari simulati erano concepiti per illustrare gli effetti dell’incorporazione e dell’integrazione dei sistemi “unmanned” nelle operazioni principali e nei piani di battaglia della flotta.

Vista posteriore di un drone ADARO. L’immagine è stata scattata il 22 aprile nel corso delle attività esercitative della Flotta del Pacifico. (US Navy)
Vista posteriore di un drone ADARO. L’immagine è stata scattata il 22 aprile nel corso delle attività esercitative della Flotta del Pacifico. (US Navy)

All’esercitazione hanno partecipato 29 diversi sistemi di questo tipo, di cui circa la metà di superficie, circa il 30% subacquei e il resto aerei. Non tutti i droni coinvolti sono stati identificati pubblicamente, ma varie fonti hanno indicato la presenza certa degli MDUSV (Medium-Displacement Unmanned Surface Vessel, piattaforme di superficie di dislocamento medio) Sea Hunter e Seahawk; degli UAV (Unmanned Aerial Vehicles) MQ-8B Fire Scout e MQ-9 SeaGuardian (con pod per il rilascio di boe radioacustiche); di un UAV Vanilla caratterizzato da un’autonomia particolarmente; il Super Swarm Project dell’Office of Naval Research; l’USV MANTAS T38 Devil Ray; l’effettore cinetico ANGLER di Advanced Acoustic Concepts, per la neutralizzazione di mine in acque sia basse che profonde; un aliante sottomarino Carina; un USV a lungo raggio dei Marines; il veicolo subacqueo e di superficie a doppia modalità Ocean Aero Triton-Class; e, ovviamente, l’USV ADARO di SeaLandAire.

Il Chief of Naval Research, Rear Admiral Lorin Selby, comandante dell’Ufficio per le ricerche navali della US Navy, osserva la stiva per il payload (carico utile) di un ADARO. (US Navy)
Il Chief of Naval Research, Rear Admiral Lorin Selby, comandante dell’Ufficio per le ricerche navali della US Navy, osserva la stiva per il payload (carico utile) di un ADARO. (US Navy)

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