Spazio: da Israele una tecnologia per estrarre ossigeno dal suolo lunare

Apr 26 2021
a cura della Redazione
La start-up Helios, finanziata dall’Agenzia Spaziale e dal ministero dell’Energia dello Stato ebraico, ha sviluppato un sistema che, utilizzando un reattore alimentato dal suolo, è in grado di produrre l’elemento chimico fondamentale per la vita delle future colonie umane sulla Luna e su Marte, oltre che per il carburante dei veicoli spaziali.
(Fonte: Twitter Helios)
(Fonte: Twitter Helios)

Una nuova tecnologia per produrre ossigeno dal suolo lunare è stata sviluppata dalla start-up israeliana Helios: una notizia di grande interesse nell’ottica della futura indipendenza dalla Terra delle colonie umane che potrebbero essere create sulla Luna e su Marte, ma anche dei viaggi spaziali previsti dai programmi SpaceX e Artemis della NASA. Il sistema che incorpora tale tecnologia, per il quale Helios ha ricevuto finanziamenti dall’Agenzia Spaziale Israeliana e dal ministero dell’Energia israeliano, sarà lanciato per mezzo di due missioni spaziali nei prossimi tre anni.

La tecnologia rivoluzionaria di Helios può produrre ossigeno dal suolo lunare senza l’utilizzo di materie prime provenienti dalla Terra, il che ridurrà i costi di lancio, aumenterà i carichi utili e consentirà la presenza umana a lungo termine nello spazio profondo”, ha spiegato Avi Blasberger, direttore generale dell’Israel Space Agency. “Ci aspettiamo una tendenza al ritorno sulla Luna dopo il programma Artemis della NASA, che creerà significative opportunità di business nell’industria spaziale in generale e in quella israeliana in particolare. Helios, che è stata istituita durante un seminario sull’innovazione tenuto dall’Israel Space Agency durante la Israel’s Space Week, è un eccellente esempio di rivoluzionaria startup israeliana e guiderà lo sviluppo di questa tendenza in tutto il mondo.

(Fonte: Twitter Helios)
(Fonte: Twitter Helios)
L’ossigeno è essenziale anche per la combustione del carburante

La tecnologia di Helios produrrà ossigeno dalla superficie lunare per mezzo di un reattore alimentato dal suolo lunare, in aggiunta a vari altri metalli. Come ha detto Blasberger, il processo non richiede materiali provenienti dalla Terra, consentendo così alle future colonie umane di “vivere della terra”, quindi con ciò che trovano sul posto, in basi permanenti lontane dal nostro pianeta.

L’ossigeno è necessario per la vita umana, eppure il suo maggior consumo avviene per il lancio e il viaggio del veicolo spaziale, poiché si tratta di un elemento fondamentale per la combustione del carburante. Ad esempio, il lancio di quattro astronauti di ritorno dalla Luna richiederà circa 10 tonnellate di ossigeno, e si prevede che il rifornimento di Starship, ovvero il veicolo di lancio riutilizzabile di SpaceX, richiederà 850 tonnellate di ossigeno per ogni rifornimento. Per soddisfare questo tipo di fabbisogno si può contare sul fatto che, secondo le ricerche effettuate da Helios, è possibile ricavare ossigeno dal 45% del suolo lunare e di quello marziano.

Il reattore MRE separerà gli ossidi trovati sulle superfici marziane e lunari in ossigeno e vari metalli come ferro, alluminio, titanio e altri. (Fonte: Helios)
Il reattore MRE separerà gli ossidi trovati sulle superfici marziane e lunari in ossigeno e vari metalli come ferro, alluminio, titanio e altri. (Fonte: Helios)
Sarà possibile stabilire insediamenti umani permanenti lontani dalla Terra

Si prevede che nei prossimi cinque anni verranno trasportate grandi quantità di ossigeno dalla Terra alla Luna per mezzo di oltre 50 missioni. La maggior parte di queste saranno collegate al programma Artemis della NASA, che sta collaborando con SpaceX per riportare l’uomo sulla Luna entro il 2024, per la prima volta dall’ultima visita avvenuta nel 1972.

Nei prossimi tre anni verranno lanciati i primi moduli del Lunar Gateway, la stazione spaziale in orbita attorno al satellite terrestre, che fungeranno da pietra angolare della futura stazione spaziale. La prossima base dovrebbe pesare migliaia di tonnellate, e il materiale più richiesto sarà l’ossigeno, fondamentale per la combustione del carburante di razzi e veicoli spaziali.

Quasi il 70% del peso dei veicoli lanciati oggi è costituito da ossigeno, il che significa che i progetti spaziali devono sviluppare e adottare tecnologie che consentano l’estrazione e l’utilizzo di materie prime nel loro ambiente naturale, in situ. È questa la capacità che il progetto israeliano Helios sta sviluppando.

Jonathan Geifman, co-fondatore e CEO di Helios, ha dichiarato: “La tecnologia che stiamo sviluppando fa parte della catena del valore che consente la creazione di basi permanenti lontane dalla Terra. Per non dover trasportare continuamente equipaggiamenti alla stazione spaziale nell’atmosfera lunare ed evitare che la vita lontano dalla Terra operi sotto vincoli restrittivi, dobbiamo guardare le cose attraverso il prisma delle infrastrutture che possono produrre materie prime partendo dalle risorse naturali.

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