OCEAN2020: focus su “Modelling and Simulation”

Apr 01 2021
a cura della Redazione
Un nuovo webinar riguardante il progetto di ricerca sulla sorveglianza marittima finanziato dall’Unione Europea ha illustrato i risultati della terza prova simulata che si è tenuta la scorsa settimana in condizioni ambientali molto più impegnative rispetto ai test precedenti.
(Fonte: OCEAN2020)
(Fonte: OCEAN2020)

Il 30 marzo si è tenuto il webinar “OCEAN2020 – Focus on Modelling & Simulation”, durante il quale sono state presentate le attività di Modelling & Simulation (M&S) del progetto OCEAN2020 per la sorveglianza marittima finanziato dall’UE, al termine della terza e ultima sessione di simulazione operativa del progetto che si è svolta la settimana scorsa, sotto la supervisione dell’European Defence Agency (EDA).

Nell’ambito del progetto OCEAN2020, le attività di M&S hanno consentito di testare lo sviluppo della tecnologia nel dominio della gestione delle informazioni, compresi il dislocamento dei sistemi “unmanned” (senza equipaggio), la fusione dei dati, l’elaborazione delle immagini, la situation awareness e il prototipo MOC (Maritime Operations Centre) dell’Unione Europea.

A differenza della prima e seconda prova, che hanno testato l’architettura del sistema e valutato il comportamento di una task force europea, la terza prova si è concentrata su uno scenario più impegnativo, caratterizzato da un maggior numero di minacce (imbarcazioni d’attacco veloci) da contrastare simultaneamente, con lo scopo anche di verificare il comportamento del sistema in condizioni elettromagnetiche e ambientali sfidanti.

EU - MOC (Fonte: OCEAN2020)
EU – MOC (Fonte: OCEAN2020)
The Third Simulated Trial

Nella terza simulazione, le capacità del sistema impiegato dalla task force europea sono state potenziate dall’utilizzo in sciame di veicoli aerei, di superficie e sottomarini “unmanned”, nonché dal dispiegamento di sistemi missilistici a bordo di piattaforme aeree e di superficie senza pilota a bordo, per la neutralizzazione delle minacce di superficie caratterizzate da elevata velocità, la protezione dei choke point (stretti marittimi) e il rilevamento d intrusioni sottomarine.

Sono state utilizzate grafiche dedicate per dimostrare la resilienza del sistema al jammimg e in condizioni di mare difficile e vento forte, nonché l’efficacia del sistema per il contrasto alle mine subacquee e la guerra anti-sottomarino (ASuW).

Dodici laboratori di simulazione appartenenti a centri di ricerca, università e piccole-medie imprese (PMI), distribuiti in sei paesi (Germania, Italia, Regno Unito, Paesi Bassi, Spagna, Grecia), hanno effettuato la Terza Prova di Simulazione sfruttando un Virtual Private Network dedicato, un’architettura a standard HLA (High Level Architecture (HLA) per l’integrazione di blocchi di simulazione, e datalink standard NATO per gli scambi di dati operativi.

Nel complesso, le tre sessioni di simulazione si sono rivelate cruciali per preparare le due dimostrazioni in mare dal vivo (una tenutasi nel Mar Mediterraneo nel novembre del 2019 e un’altra in programma nel Mar Baltico il prossimo mese di agosto), ma anche per riprodurre scenari complessi di quasi impossibile esecuzione nella vita reale.

(Fonte: OCEAN2020)
(Fonte: OCEAN2020)
La presentazione dei risultati del test

Dopo l’intervento introduttivo di Michael Alcantara, DG Defence Industry and Space della Commissione Europea, il quale ha sottolineato l’importanza di un approccio collaborativo per aumentare la competitività, alcuni relatori hanno presentato la loro esperienza in quest’ultima manche di simulazioni.

Nello specifico, Ignacio Montiel Sanchez (EDA) ha delineato una panoramica delle attività di Modeling and Simulation (M&S) condotte dall’Agenzia europea nell’ambito dei progetti per la difesa, dimostrando come esse siano fondamentali per far fronte alle nuove minacce. Le sfide da affrontare riguardano la complessità e l’imprevedibilità delle missioni militari, le operazioni di coalizione multidimensionali e multidominio e la digitalizzazione dei campi di battaglia.

In questo senso, la missione dell’EDA è quella di supportare il Consiglio europeo e gli Stati membri nel loro sforzo teso a incrementare le capacità di difesa dell’UE in funzione della Politica comune di sicurezza e difesa (PSDC).

La simulazione ha per Sanchez un grande potenziale, poiché in grado di supportare l’intero ciclo di vita delle capacità: dal planning all’armonizzazione dei requisiti, dalla ricerca alla definizione del programma, dallo sviluppo del sistema al procurement e al training. Come utilizzare questo potenziale? Il M&S porterebbe allo sviluppo di un service provider trasversale utilizzabile nei diversi domini della difesa (aria, terra, mare, spazio e cyber, oltre alla dimensione multi-dominio). 

Antonino Arecchi, Coordinatore del progetto OCEAN2020 per Leonardo, dopo aver fatto un breve excursus sulle tappe fondamentali del progetto ha indicato due date di grande importanza: la prossima e conclusiva dimostrazione nel Mar Baltico, che avverrà in agosto e il completamento del progetto in ottobre. L’obiettivo di questo è stato verificare l’incremento della “maritime situation awareness” attraverso l’integrazione dei sistemi a pilotaggio remoto (Unmanned System – UxS) con il payload ISTAR (Intelligence Surveillance Target Acquisition and Reconnaissance). L’iniziativa ha anche dimostrato che la cooperazione in un progetto di difesa è possibile.

Wilmuth Muller (IOSB) ha delineato una panoramica degli obiettivi e delle attività di M&S in OCEAN2020, principalmente per migliorare l’interoperabilità tra i sistemi “manned” e “unmanned”; testare la resilienza dell’architettura di OCEAN2020 agli ostacoli tecnici, funzionali, ambientali e operativi; dimostrare l’integrazione degli algoritmi per migliorare la situational awareness e combinare i “live trials” (prove dal vivo) di OCEAN2020 con altri simulati e virtuali.

Le attività sono iniziate con la creazione di un battle-lab virtuale per valutare le combinazioni ottimali di sensori ed effettori degli UxS, nonché giudicare la loro efficacia nel corso delle prove e delle dimostrazioni dal vivo. Un’altra importante attività riguarda lo sviluppo di prototipi di tecnologie innovative come il data fusion (fusione dei dati), video processing (elaborazione video) e situation awareness (consapevolezza della situazione), che sono state integrate con un prototipo di EU-MOC. Per quanto riguarda la “system simulation”, l’obiettivo è quello di creare una infrastruttura ITC di simulazione distribuita, connettendo i laboratori di simulazione tramite una VPN (Virtual Private Network) e settando la succitata infrastruttura. Ciò permette di simulare i sistemi tramite la simulazione di scenari operativi.

Florian Fisch (MBDA) e Erik Di Quirico (MBDA) hanno indicato obiettivi e risultati della simulazione distribuita multi-dominio in OCEAN2020. Nello specifico, hanno analizzato quelli che sono gli step della metodologia di simulazione e i risultati dei trial simulati, ovvero il consolidamento dell’ambiente di simulazione costruito dal progetto, un framework distribuito d M&S basato su una High Level Architecture (HLA) che permette ai partner di lavorare da remoto utilizzando una connessione sicura (VPN); il potenziale dell’approccio “system-of-systems”; l’aspetto innovativo e le tecnologie del sistema; la dimostrazione della resilienza del sistema in ambienti caratterizzati da diverse condizioni ambientali. 

Thomas Mansfield (CMRE) ha analizzato le aree più tecniche: l’environmental simulation (simulazione ambientale) e l’underwater domain (dominio sottomarino). Tre i successi registrati: la persistenza di questa capacità di simulazione ambientale; il livello di controllo che essa permette grazie ai dati reali forniti; la possibilità di mostrare gli effetti delle condizioni ambientali a livello di scenario.

Infine, Achim Kuwertz (IOSB), Mathias Anneken (IOSB) hanno spiegato l’utilizzo dei risultati delle attività di M&S per la valutazione e il perfezionamento di questi prototipi.

(Fonte: OCEAN2020)
(Fonte: OCEAN2020)

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