L’US Army accelera per la flotta di veicoli da combattimento elettrici

Apr 28 2021
a cura della Redazione
Nell’ambito del programma Next-Generation Combat Vehicle, l’Esercito degli Stati Uniti sta collaborando con partner civili del settore “automotive” per sviluppare le tecnologie e le soluzioni necessarie ad alimentare i suoi futuri 225.000 EV in ogni parte del mondo, risolvendo i problemi logistici e operativi causati dai motori e carburanti fossili.
L'immagine, diffusa dall'US Army Combat Capabilities Development Command nel 2020, mostra il concetto dei nuovi veicoli al centro del programma Next-Generation Combat Vehicle (NGCV). (US Army)
L’immagine, diffusa dall’US Army Combat Capabilities Development Command nel 2020, mostra il concetto dei nuovi veicoli al centro del programma Next-Generation Combat Vehicle (NGCV). (US Army)

L’Army Applications Laboratory (AAL) dell’Esercito statunitense ha annunciato nei giorni scorsi di aver selezionato sei società con l’incarico di sviluppare tecnologie per l’alimentazione di veicoli terrestri a propulsione elettrica in teatri operativi remoti, privi di infrastrutture dedicate per questa funzione. Il progetto, che supporta il programma di modernizzazione relativo al veicolo da combattimento di nuova generazione (Next-Generation Combat Vehicle – NGCV) dell’US Army, è di particolare importanza anche perché riguarderà una futura flotta di ben 225.000 veicoli.

Le società selezionate sono Coritech Services (con sede in Michigan), Czero (Colorado), Fermata Energy (Virginia), PC Krause and Associates (Indiana), Tritium Technologies (California) e Wright Electric (New York). Tali aziende, “provenienti da tutto il paese, rappresentano una gamma di tecnologie e competenze, tutte volte a identificare e studiare le tecnologie che aiuteranno la transizione dell’US Army ai veicoli elettrici (EV) e consentiranno a quest’ultimo di utilizzare l’energia elettrica in luoghi remoti”. Ciascuna di esse ha ricevuto un contratto da 100.000 dollari per produrre un concept design da presentare entro il termine del prossimo 20 maggio. Nello specifico, l’obiettivo è trovare soluzioni nelle aree che riguardano la ricarica rapida dei veicoli elettrici dell’Esercito; l’energia trasportabile per tale ricarica; l’infrastruttura scalabile necessaria per supportare gli EV; l’integrazione di questa nuova infrastruttura con quella già esistente dell’US Army.

(US Army)
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Il ritardo degli Stati Uniti e la necessità di un’infrastruttura

L’US Army dispone di una flotta di veicoli terrestri senza pari al mondo, ma ancora totalmente dipendente dai carburanti fossili. Tale dipendenza appesantisce la catena logistica e provoca una serie di problemi alle unità impegnate nei teatri operativi, in quanto ne limita la mobilità e il raggio d’azione, con conseguente aumento dei rischi anche per i soldati. È per questo motivo che l’Esercito statunitense sta accelerando il passaggio a un parco di mezzi dotati di propulsione elettrica o ibrida. Ma la transizione non è semplice, poiché rende necessario creare un’infrastruttura in grado di alimentare i veicoli in qualsiasi parte del mondo.

Come ebbe a spiegare il tenente generale Eric Wesley, all’epoca direttore del Futures and Concepts Center dell’Army Futures Command, in un’intervista a Defense News del marzo 2020, “una cosa è alimentare elettricamente un veicolo, un’altra è approntare un’intera struttura che supporti flotte di veicoli elettrici. Per essere franchi, siamo in ritardo su questo aspetto. Tutte le nazioni con cui lavoriamo stanno passando all’alimentazione elettrica per le loro flotte di veicoli terrestri, mentre noi, anche se facciamo un po’ di ricerca e sviluppo e siamo in grado di costruire prototipi, per quanto riguarda un piano di transizione non siamo ancora a quel punto.

(US Army)
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I vantaggi dei veicoli a propulsione elettrica

Lo stesso Wesley ha spiegato che il passaggio alla propulsione elettrica presenta numerosi vantaggi, in quanto consente l’accesso a un’alimentazione facilmente disponibile che sarebbe distribuita non soltanto per i veicoli, ma anche per molti altri sistemi. Inoltre, consente la gestione di un minor numero di pezzi di ricambio rispetto a quelli necessari per i motori a combustione interna. Va poi aggiunto che nel veicolo elettrico le parti sono modulari e non si rompono a causa dell’interazione fra loro; piuttosto, vanno soggette a guasti individuali, il che significa che possono essere sostituite con facilità. Ancora, le batterie sarebbero simili o esattamente uguali in tutti i veicoli, aumentando la “comunalità” in tutta la flotta. Infine, gli EV sono silenziosi e hanno una bassa impronta termica, risultando dunque più difficili da rilevare per il nemico.

Il programma dell’Army Applications Laboratory non è l’unico avviato dall’Esercito degli Stati Uniti nell’ambito della propulsione elettrica. Nell’autunno scorso, infatti, l’Army Futures Command (AFC) ha dato il via libera alla Maneuver Capabilities Development and Integration Directorate (MCDID) per lo sviluppo di un piano volto a equipaggiare i veicoli tattici e da combattimento dell’US Army con la propulsione elettrica. Attualmente la MCDID sta definendo il documento dei requisiti per la cosiddetta “Tactical and Combat Vehicle Electrification”.

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