Il “modello di linguaggio” di terza generazione approda in Italia, suscitando stupore e timore. La sua capacità di produrre testi che sembrano redatti da una persona apre un infinito mondo di possibilità, incluso lo sviluppo di un mercato ad hoc e di una intelligenza artificiale sempre più vicina a noi.
L’algoritmo GPT-3 (Generative Pre-Trained Transformer 3), ideato dalla OpenAI, è arrivato in Italia ed è pronto a rivoluzionare l’idea di intelligenza artificiale e a ritracciarne i confini. Attraverso il deep-learning (Letteralmente apprendimento profondo), il quale fa riferimento ad algoritmi che modellano la struttura e il funzionamento del cervello, questo modello di linguaggio di terza generazione è in grado di emulare l’uomo nella sua capacità di produrre testi. Vediamo nel dettaglio come funziona e cosa questa invenzione comporta nel campo dell’AI.
Uno strumento capace di argomentare e discutere con l’utente umano
Da un punto di vista prettamente tecnico, GPT-3 è compreso in una categoria di modelli di linguaggio chiamati “Transformer”. Questi strumenti sono stati diffusi tramite il BERT (Bidirectional Encoder Representations from Transformers) di Google, un update basato sull’utilizzo di reti neurali artificiali valide per una elaborazione più efficace del linguaggio umano, apportando un notevole cambiamento nel settore. Mentre i loro predecessori si limitavano a proporre soluzioni di auto completamento delle frasi, come ad esempio accade con Gmail, questa nuova generazione è in grado non solo di predire ciò che l’utente vuole dire, ma di argomentare e discutere con quest’ultimo senza destare il sospetto di essere un Bot (Un programma che ha accesso agli stessi sistemi di comunicazione e interazione con le macchine usate dagli esseri umani). Modelli come GPT-3 vengono “addestrati” tramite l’impiego di grandi quantità di dati, al fine di “educarli” all’umanità e renderli in tutto e per tutto in grado di adempiere al proprio lavoro proprio come farebbe una persona al meglio delle sue possibilità. I campi di applicazione sono innumerevoli e spaziano dalla traduzione e analisi dei testi alla composizione di email e articoli. Basti pensare che mentre la versione precedente dell’algoritmo conosceva 1,5 miliardi di parametri, GPT-3 ne ha già memorizzati 175 miliardi, una cifra esorbitante considerando che tali informazioni possono essere usate senza bisogno di supervisione umana tramite un processo di autoapprendimento.
L’impatto di GPT-3 sul mercato
Il nuovo algoritmo ha superato il test di Turing, il quale valuta la capacità di una macchina di esibire un comportamento intelligente. Il test ha dimostrato come chi legge un articolo scritto da GPT-3 non è in grado di riscontrare differenze tra questo e un testo prodotto da un essere umano. Questo sbalorditivo risultato ha destato l’interesse di molti, e ora, dopo il via libero di Microsoft che detiene un’esclusiva e ha la facoltà di concederne la licenza d’uso, l’algoritmo potrà essere integrato sulla piattaforma della start-up italiana Indigo.Ai.
Il CEO e co-fondatore di Indigo.Ai, Gianluca Maruzzella, ha dichiarato che questo sistema permetterà alla società di creare un assistente virtuale in pochi minuti, grazie al lavoro combinato di GPT-3 e della piattaforma no-code creata dalla Indigo.AI. Maruzzella prosegue sottolineando “il potenziale immenso di questa tecnologia” e la possibilità in un futuro prossimo di sviluppare un mercato apposito, un “microuniverso di tool che baseranno il proprio business su questo modello di linguaggio, per il semplice motivo che permette di non dover impiegare tempo per istruire l’intelligenza artificiale, dal momento che questa sarà in grado di auto-imparare”.
I pro e i contro di GPT-3
Un’invenzione di questa portata comporta grandi opportunità e rischi altrettanto elevati, come tutto il settore dell’Intelligenza artificiale. Se abbiamo già sottolineato i benefici di questo strumento in ambito economico e scientifico, bisogna tenere in considerazione anche i riscontri positivi nell’ambito della qualità della vita. Un algoritmo così preparato sarebbe infatti in grado di comprendere in pochi minuti il problema di un utente e indirizzarlo immediatamente a chi di competenza per una risoluzione rapida ed efficace. Non si può tuttavia ignorare il fatto che una tecnologia così potente comporta anche dei rischi. Il lato oscuro dell’enorme potenziale di queste tecnologie risiede nell’utilizzo improprio che se ne può fare e nelle relative conseguenze. La capacità argomentativa di GPT-3 lo rende un’arma pericolosa se in mano a qualcuno pronto a sfruttarlo ai fini di propaganda e indottrinamento. Il CEO di Indigo.AI afferma a tal riguardo la assoluta necessità di “un modello per costruire una tecnologia che sia a sostegno dell’uomo e non una minaccia costante”. Al fine di raggiungere questo obiettivo, continua Maruzzella, “dobbiamo investire nella costruzione di norme sociali e politiche pubbliche, ma anche iniziative educative, che aiutino a prevenire la disinformazione e la propaganda realizzata dalle macchine prima che sia troppo tardi”.