Dietrofront di Johnson: Londra rafforzerà l’arsenale nucleare

Mar 19 2021
a cura di Benedetta Pellegrino
Adducendo come motivo il mutato contesto internazionale, il Regno Unito annuncia un aumento del 40% delle proprie testate nucleari lanciabili da sottomarino, invertendo il piano di riduzione già avviato in conformità con il Trattato NPT. Identificata come la principale minaccia alla sicurezza britannica, la Russia condanna la svolta e promette di regolarsi di conseguenza.
Un SSBN Dreadnought (Fonte: UK Royal Navy).
Un SSBN Dreadnought (Fonte: UK Royal Navy).

Il Regno Unito è pronto ad aumentare il numero massimo delle proprie testate nucleari, invertendo così i piani già adottati per ridurne le scorte entro la metà del decennio in corso. In particolare, il nuovo limite si alzerà da 195 a 260 testate, anziché scendere a 180 come previsto.

L’annuncio è significativo, perché Londra è firmataria del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (Non-Proliferation Treaty – NPT)) e, come tale, sarebbe tenuta a portare avanti un disarmo graduale in questo settore.

La base per questa inversione di marcia è la “Integrated Review of Security, Defence, Development and Foreign Policy”, il documento che contiene la revisione delle politiche di sicurezza, difesa, sviluppo ed estera del Regno Unito per i prossimi vent’anni. Delineando la nuova strategia ai parlamentari, il primo ministro Boris Johnson ha riferito che “la revisione descrive come rafforzare le nostre alleanze, rafforzare le nostre capacità, trovare nuovi modi per raggiungere soluzioni e reimparare l’arte di competere contro stati con valori opposti”. Ha poi aggiunto che il Regno Unito rimarrebbe “fermamente impegnato” nell’alleanza per la difesa della NATO e nel preservare la pace e la sicurezza in Europa. Londra intende porsi come un faro della sovranità democratica attraverso le proprie azioni in patria e all’estero, mostrandosi come un paese “più forte, più sicuro, prospero e resiliente”. In risposta ai “cambiamenti geopolitici e geoeconomici”, tra cui la “potenza e l’assertività” globali di Pechino, il Regno Unito sarà fortemente impegnato nella regione dell’Indo-Pacifico quale partner europeo con la più ampia e integrata presenza a supporto del commercio reciprocamente vantaggioso, nonché della sicurezza e dei valori condivisi”.

Una Gran Bretagna “globale” in un’epoca competitiva

La Integrated Review of Security, Defence, Development and Foreign Policy ha richiesto più di un anno per la sua elaborazione e definisce le priorità strategiche del Regno Unito fino al 2030. La volontà di quest’ultimo di ridurre le proprie scorte nucleari, secondo le valutazioni presenti nella relazione integrata, non sarebbe più attuabile alla luce “dell’evoluzione dell’ambiente di sicurezza, incluso lo sviluppo della gamma di minacce tecnologiche e dottrinali” avvenuto negli ultimi dieci anni. Il documento aggiunge che il Regno Unito non pubblicherà più dati sulle dimensioni delle sue scorte operative, per mantenere una “deliberata ambiguità” per gli avversari. Tuttavia, promette che manterrà il “minimo potere distruttivo necessario per garantire che il deterrente nucleare del Regno Unito rimanga credibile”.

Dominic Raab, Segretario di Stato per gli Affari esteri e del Commonwealth, ha confermato la volontà di Londra di aumentare le scorte di testate per il programma nucleare Trident durante un’intervista a BBC Radio 4, giustificando in questo modo la modifica del piano strategico: “Nel tempo, a mano a mano che le circostanze e le minacce cambiano, dobbiamo mantenere un livello minimo credibile di deterrente. Perché? Perché esso rappresenta la garanzia ultima, la polizza assicurativa definitiva contro la peggiore minaccia proveniente dagli Stati ostili”.

Un Trident II SLBM lanciato dall'HMS Vanguard durante un test in mare (Fonte: UK MoD).
Un Trident II SLBM lanciato dall’HMS Vanguard durante un test in mare (Fonte: UK MoD).
Aspettando la nuova testata anglo-americana W93

Per la prima volta dalla Guerra Fredda, il Regno Unito si sta quindi preparando ad ampliare il suo arsenale di armi nucleari: fino al 40% in più. In particolare, pianifica di aumentare il numero di testate disponibili per i suoi SLBM (Submarine-Launched Ballistic Missile), ovvero i missili balistici UGM-133 Trident II lanciati da sottomarini.

Da quando ha introdotto un deterrente nucleare basato su sottomarini nucleari lanciamissili balistici (SSBN) armati con l’SLBM Polaris, alla fine degli anni ’60, il Regno Unito ha fatto affidamento sulla tecnologia statunitense per le sue armi nucleari, sebbene le testate stesse siano prodotte nel Regno Unito e adattate alle esigenze locali.

I missili Trident attualmente armano quattro SSBN classe Vanguard della Royal Navy, in servizio dal 1990 e destinati a essere sostituiti dai nuovi SSBN Dreadnought agli inizi del prossimo decennio’, per un costo totale stimato di circa 43 miliardi di sterline (50 miliardi di euro).

Come riporta anche il quotidiano The Guardian, attualmente gli SSBN Vanguard della Royal Navy imbarcano missili Trident armati con una variante della testata statunitense W76, che risale agli anni ‘70. Londra spererebbe di sostituire quest’ultima con la futura W93, perché il Regno Unito ha bisogno di Vanguard e di Trident modernizzati per mantenere in modo continuativo la sua deterrenza in mare.

Il nuovo numero massimo di testate nucleari a disposizione del Regno Unito dovrebbe armare i Trident II che sono stati selezionati per la classe Dreadnought.

Secondo la BBC, Londra starebbe anche lavorando a stretto contatto con gli Stati Uniti sul design della W93, che ha descritto come un “progetto di testata nucleare bi-nazionale”. Il Regno Unito è fortemente impegnato in tale progetto anche perché esso rappresenta l’unica opzione realistica per sostituire le sue attuali testate.

La Russia condanna il piano UK come minaccia alla stabilità internazionale”

La suddetta Review identifica la Russia come la “minaccia più acuta” per la sicurezza del Regno Unito e della regione Euro-Atlantica. Per questo motivo, Londra si impegna a lavorare con gli alleati della NATO al fine di scoraggiare le minacce nucleari, convenzionali e ibride alla sicurezza, in particolare quelle provenienti dalla Russia. Inoltre, il documento afferma che la grande competizione per il potere e l’opportunismo di paesi quali Russia, Iran e Corea del Nord sono fattori chiave nel deterioramento del contesto di sicurezza e nell’indebolimento dell’ordine internazionale.

La risposta della Russia non si è fatta attendere. Mosca ha descritto i piani britannici come un grave colpo inferto al sistema di controllo degli armamenti. “Siamo molto dispiaciuti che il Regno Unito abbia scelto la strada di aumentare il numero delle sue testate nucleari”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, che ha concluso: “Questa decisione danneggerà la stabilità internazionale e la sicurezza strategica”. Il ministero degli Esteri russo, da parte sua, ha fatto sapere tramite l’agenzia di stampa RIA che il Cremlino terrà conto della mossa di Downing Street al momento di mettere mano alla propria pianificazione militare.

(Fonte: FAS, Sep 2020/ UK Government)
(Fonte: FAS, Sep 2020/ UK Government)

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