L’incontro tra i ministri degli Esteri e gli alti funzionari ha avuto lo scopo di rafforzare la cooperazione ed espandere le alleanze per contrastare le tensioni con la vicina penisola anatolica. Ankara, dal canto suo, ha criticato aspramente un atteggiamento considerato “ostile” e di minaccia verso la pace e la stabilità nella regione.
Allo scopo di espandere le alleanze per contrastare la tensione con la Turchia, la Grecia ha tenuto ad Atene, l’11 febbraio, il “Philia Forum” (forum dell’amicizia), ovvero un incontro tra i ministri degli Esteri e alti funzionari di paesi del Mediterraneo orientale e del Golfo Persico. Funzionari inviati dall’Arabia Saudita, dal Bahrein e dagli Emirati Arabi Uniti si sono incontrati nella capitale ellenica con i ministri degli Esteri di Grecia, Cipro e Egitto, che hanno già contatti regolari tra di loro, e sono stati raggiunti tramite un collegamento video dal ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian.
Il tema principale dell’incontro è stata la stabilità del Mediterraneo orientale. I due membri della NATO, Grecia e Turchia, infatti, nonostante la ripresa di “colloqui esplorativi” dopo cinque anni di tensioni, sono ancora bloccati in una disputa sui confini e sui diritti allo sfruttamento delle risorse petrolifere offshore che ha portato a una pericolosa escalation militare nella regione durante lo scorso anno.
Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha riferito che i sette paesi partecipanti, i quali si sono schierati apertamente con la Grecia nella disputa, hanno in programma di avere contatti e incontri regolari. “È naturale che la Grecia cerchi questo tipo di cooperazione. Le sfide multidimensionali nel nostro vicinato più ampio lo rendono necessario”, ha affermato Mitsotakis all’inizio dell’incontro.
La dichiarazione congiunta finale
Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa greche la dichiarazione congiunta rilasciata in seguito all’incontro promuoverebbe la pace, la sicurezza e la stabilità e sarebbe implicitamente rivolta a coloro che non aderiscono alle posizioni e ai valori comuni espressi durante il forum, ovvero la Turchia.
“Abbiamo ribadito la nostra comune adesione al diritto internazionale, inclusa la Carta delle Nazioni Unite, le Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) di cui siamo tutti firmatari. Abbiamo sottolineato il nostro forte impegno nei confronti dei principi fondamentali ivi sanciti, come il rispetto della sovranità, i diritti sovrani, l’indipendenza e l’integrità territoriale degli Stati, la risoluzione pacifica delle differenze e il rifiuto delle minacce o l’uso della forza”, afferma la suddetta dichiarazione.
Con l’incontro, Cipro, Egitto e Grecia, i tre paesi del Mediterraneo che hanno trovato un terreno comune sulla delimitazione delle acque territoriali e delle zone economiche esclusive (ZEE) nel Mediterraneo orientale, si sono rivolti al Bahrein, all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti per scambiare opinioni su questioni di interesse e preoccupazione comuni, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente la cooperazione.
I ministri hanno convenuto di intraprendere iniziative congiunte su questioni quali energia, innovazione, economia digitale, eprotezione civile. “Allo stesso modo, abbiamo anche esplorato le possibilità di ulteriore cooperazione nei settori della scienza, dell’agricoltura, della sicurezza alimentare, dell’istruzione e della formazione accademica, del dialogo interreligioso, della cultura e dello sport”, hanno affermato. Ma hanno anche discusso di questioni come Siria, Libia e Yemen, il processo di pace in Medio Oriente e la pandemia.
Nel suo messaggio alla conferenza, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha sottolineato che “l’iniziativa è aperta a tutti e non è rivolta a nessuno”.
Un forum contro la Turchia
La Turchia ha subito commentato tramite il portavoce del ministero degli Esteri turco, Hami Aksoy, criticando il Forum e descrivendolo come “un tentativo di formare un’alleanza fondata sull’ostilità nei confronti della Turchia”.
“Non è possibile per alcun forum che non includa la Turchia, il paese chiave nella sua regione, e i turco-ciprioti, costituire un meccanismo efficace e di successo di cooperazione e amicizia per quanto riguarda le sfide nella regione” ha dichiarato Aksoy e ha poi continuato “Le accuse infondate e le calunnie contro la Turchia espresse dal ministro degli Esteri greco durante la conferenza stampa tenutasi a conclusione di questo forum, che si presume ‘non si contrapponga a nessuno’, dimostrano che questa iniziativa è in realtà un tentativo di formare un’alleanza costruita sull’ostilità verso la Turchia, piuttosto che sull’amicizia”.
Il portavoce si è scagliato duramente contro la Grecia e Cipro, poiché il loro atteggiamento minaccerebbe la pace e la stabilità nella regione.
“Questo atteggiamento mostrato nei confronti della Turchia è ostile, soprattutto in un momento in cui i tentativi di stabilire una cooperazione sincera e inclusiva nel Mediterraneo orientale vengono condotti attraverso la proposta turca di una conferenza internazionale. Mina anche gli sforzi dell’UE nel contesto dell’Unione per il Mediterraneo”, ha concluso il portavoce turco.
Le tensioni tra i due paesi vicini quindi continuano. Anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in riferimento ai colloqui esplorativi tra Turchia e Grecia, ha accusato il primo ministro ellenico di “sfidarlo”: “Mitsotakis mi ha sfidato. Come possiamo sederci con te adesso? Conosci prima i tuoi limiti. Se davvero cerchi la pace, non sfidarmi. E se continui così, non saremo in grado di sederci al tavolo” sono state le parole del presidente turco.