Vitrociset svilupperà infrastrutture diagnostiche per ITER

Gen 28 2021
a cura della Redazione
Il contratto, assegnato nell’ambito del progetto internazionale che punta alla produzione di energia pulita sfruttando la potenza della fusione nucleare, consentirà alla controllata di Leonardo di consolidare la sua presenza nel mondo Big Science e conferma il ruolo da protagonista svolto dall’Italia nel programma.
Un'immagine dell'assemblaggio. (Foto da ITER)
Un’immagine dell’assemblaggio. (Foto da ITER)

Leonardo, tramite la sua controllata Vitrociset, si è aggiudicata la gara indetta da ITER Organization per lo sviluppo delle infrastrutture diagnostiche del reattore e i relativi servizi di ingegneria. 

Le attività nell’ambito della divisione Diagnostics di ITER sono partite nel 2016 con la firma di un primo contratto quadro, in base al quale Vitrociset è leader di un consorzio che vede la partecipazione dei più importanti istituti di ricerca italiani (CNR, ENEA). Il contratto attuale andrà avanti fino al 2022 e le attività sono svolte in larghissima parte da personale Vitrociset, grazie a un team internazionale di oltre 20 persone, composto da fisici e ingegneri, che crescerà ulteriormente per le attività che saranno oggetto del nuovo contratto.

A loro si aggiunge il personale Vitrociset impegnato nei sistemi di controllo, sia presso ITER (aggiudicazione nello scorso mese di ottobre di un nuovo contratto fino al 2025) sia presso l’agenzia europea di supporto allo sviluppo del programma Fusion For Energy, che ha sede in Spagna a Barcellona.

In totale sono oltre 30 persone, che lavorano presso le due branch (Francia e Spagna) e presso la sede di Roma. Tutti impegnati al 100% nelle attività Big Science, consentendo a Vitrociset di crescere e consolidare la sua presenza in questo settore di importanza strategica.

Oggi il programma ITER ha ricevuto finanziamenti per oltre 20 miliardi di euro e l‘obiettivo è l’accensione del cosiddetto primo plasma nel 2025.

Vitrociset per la transizione energetica

Vitrociset, grazie anche all’aggiudicazione dei due recenti contratti, ha prenotato un posto in prima fila per supportare lo sviluppo delle attività e arrivare a questo importante traguardo, che rappresenta una sfida mondiale per realizzare un nuovo impianto di produzione energia, basato su fonti rinnovabili, che possa garantire sicurezza e affidabilità.

In una nota rilasciata dalla controllata di Leonardo si legge: “L’aggiudicazione di questa gara consente a Vitrociset di crescere e consolidare la sua presenza nel mondo Big Science, oggi di importanza strategica. L’azienda continuerà in questo modo a supportare le attività per l’accensione del primo plasma, che rappresenta una sfida mondiale per realizzare un nuovo impianto di produzione di energia basato su fonti rinnovabili, in grado di garantire sicurezza e affidabilità”.

Una panoramica del tokamak. (Immagine da ITER)
Una panoramica del tokamak. (Immagine da ITER)
L’Italia protagonista del progetto innovativo

ITER è un progetto internazionale che ha riunito 35 paesi, tra cui Stati Uniti, Corea del Sud, India, Giappone, Svizzera e Russia, a Cadarache (Sud della Francia), per la costruzione del più grande tokamak mai progettato. “Una delle sfide più ambiziose della storia umana”, come l’aveva definito il direttore generale del programma, Bernard Bigot, finalizzato alla produzione di energia pulita senza l’emissione di gas serra, sfruttando la potenza della fusione.

L’Italia si conferma ancora una volta protagonista: nel novembre 2020, ICAS, il consorzio italiano che comprende ENEA e due aziende leader del settore (la toscana Tratos Cavi SpA e la piemontese Criotec Impianti SpA) ha progettato e realizzato in Italia i primi innovativi conduttori posizionati poi nel “cuore” dell’impianto ITER. Mentre nelle fasi precedenti del progetto aveva dato il suo supporto grazie alla ricerca e all’industria nazionali: Fincantieri, infatti, si è aggiudicata un ordine da circa 100 milioni di euro per una serie di forniture e installazioni di equipaggiamenti di alto profilo, e la realizzazione della prima bobina è avvenuta a La Spezia.

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