Nell’ambito del 61° round di colloqui esplorativi, i due paesi rivali nel Mediterraneo Orientale sono tornati a parlare delle divergenze che affliggono le loro relazioni bilaterali. In attesa di un auspicabile “disgelo” fra le parti, il governo di Atene ha rafforzato l’asse anti-turco con la Francia finalizzando l’accordo per l’acquisizione di aerei da combattimento, cui potrebbero seguire presto anche nuove fregate per la Marina ellenica.
A distanza di cinque anni, di cui l’ultimo caratterizzato da un’escalation di tensioni e reciproci attacchi, la Turchia e la Grecia sono tornate a intavolare “colloqui esplorativi” incentrati sulla situazione nel Mediterraneo orientale.
Il 61° ciclo di tali colloqui, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa turca Anadolu, si è tenuto a porte chiuse il 25 gennaio presso l’Ufficio Dolmabahce di Istanbul, dove alti funzionari turchi e greci hanno valutato le questioni lasciate in sospeso durante l’ultimo ciclo di incontri conclusosi nel 2016, nonché i recenti sviluppi e le possibili misure da adottano. Secondo quanto riportato dalle fonti greche e turche, la delegazione ellenica sarebbe stata guidata da Pavlos Apostolidis, un diplomatico esperto che è stato a capo delle rappresentanze di Atene nell’ultimo decennio, mentre quella turca sarebbe stata capitanata dal vice ministro degli Esteri, Sedat Onal, e da Cagatay Erciyes, capo del dipartimento degli Esteri che si occupa del Mediterraneo orientale. Ai colloqui avrebbe partecipato anche il portavoce presidenziale turco, Ibrahim Kalin.
L’11 gennaio scorso, il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, aveva invitato la Grecia a riprendere i colloqui, dimostrando come il paese anatolico favorisse il dialogo, la cooperazione e la soluzione dei problemi. Il giorno 20, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis rispose che il suo paese si sarebbe unito ai colloqui con “ottimismo e fiducia”.
Ora si aspettano le dichiarazioni di entrambi i capi politici per conoscere i risultati del ciclo di colloqui, che rimangono ancora segreti. Intanto, i due paesi hanno convenuto che il prossimo incontro sarà ospitato da Atene.
Gli obiettivi dei colloqui
Alla vigilia dell’incontro di Istanbul, il portavoce del governo greco, Christos Tarantilis, ha dichiarato alla stampa: “la Grecia sta entrando nei colloqui in buona fede e si aspetta che la Turchia agisca in modo simile”. Tarantilis ha inoltre ribadito che per Atenei colloqui sarebbero stati informali e con l’obiettivo di raggiungere un terreno comune solamente riguardo alle zone marittime contese.
Nello specifico, il governo ellenico ha sottolineato che intendeva discutere esclusivamente della demarcazione delle zone economiche esclusive (ZEE) e delle piattaforme continentali nell’Egeo e nel Mediterraneo orientale. La Turchia, dal canto suo, puntava a un programma più ampio che includesse la discussione sulla smilitarizzazione delle isole greche dell’Egeo orientale e lo spazio aereo, spingendo per negoziati su tutte le questioni aperte.
Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa di entrambi i paesi, le aspettative circa possibili soluzioni immediate sono basse, ma è stata sottolineata l’importanza di rilanciare il dialogo. Nel caso che poi non si raggiungesse un compromesso, l’unica soluzione pacifica sembrerebbe l’arbitrato della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia.
Sull’orlo di uno scontro aperto
La Grecia e la Turchia, entrambe membri della NATO, sono arrivate vicino allo scontro militare negli ultimi mesi del 2020. Ankara, infatti, aveva annunciato lo scorso ottobre una nuova proroga delle attività esplorative di ricerca di idrocarburi da parte della sua nave Oruc Reis nell’area a sud dell’isola greca di Rodi. Un’area del Mediterraneo orientale rivendicata da Atene come parte della sua piattaforma continentale e della sua Zona Economica Esclusiva, un’opinione che la Turchia ha sempre contestato. Secondo la Grecia, la proroga delle esplorazioni sarebbe stata una mossa “illegale”, in contrasto con gli sforzi per allentare le tensioni. Per questo motivo, il premier greco Mitsotakis aveva richiesto insistentemente un embargo sulle armi contro la Turchia.
Anche se da allora le tensioni si sono allentate, i sospetti da entrambe le parti rimangono alti. La scorsa settimana, la Grecia ha raddoppiato le sue acque territoriali occidentali nel Mar Ionio a 12 miglia nautiche (22 chilometri circa), il massimo consentito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), di cui la Turchia non fa parte.
“L’estensione delle acque territoriali verso ovest invia inevitabilmente un messaggio a est”, ha commentato il 20 gennaio il primo ministro Mitsotakis in Parlamento. Per poi aggiungere: “Con lo stesso regime legale possiamo risolvere il nostro grande problema con la Turchia, a condizione che i suoi leader abbandonino questo monologo polemico e si siedano a parlare”.
Il Mar Egeo è, pertanto, sicuramente in cima alla lista dei problemi che intercorrono fra i due paesi. La Turchia obietta alla distanza di 12 miglia nautiche, e ha anche minacciato la Grecia di un’azione militare se dovesse esercitare i suoi diritti sotto l’UNCLOS.
Le reazioni interazionali
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha accolto con favore la ripresa dei colloqui dicendo che i membri del Consiglio dell’UE discuteranno nuovamente le relazioni con la Turchia a marzo. Un funzionario dell’UE ha detto che si “attende con impazienza la ripresa dei colloqui esplorativi tra Turchia e Grecia e il processo di risoluzione della questione di Cipro”.
Il dialogo dovrebbe inoltre contribuire positivamente alle relazioni della Turchia con l’UE.
Anche gli Stati Uniti hanno accolto con favore il nuovo round di colloqui tra Grecia e Turchia. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Ned Price, ha espresso il suo entusiasmo tramite Twitter: “Gli Stati Uniti accolgono con favore la ripresa dei colloqui esplorativi tra Grecia e Turchia e l’impegno di entrambi i governi in questo processo. Sosteniamo tutti gli sforzi per ridurre le tensioni nel Mediterraneo orientale”.
Erdogan, che in passato è stato ferocemente critico verso la posizione dell’UE sul Mediterraneo orientale, questo mese ha riferito agli ambasciatori dell’Unione ad Ankara di essere pronto a migliorare i rapporti.
La Turchia, infatti, si è isolata diplomaticamente a causa dei recenti interventi militari in Siria e Libia, oltre che per il sostegno fornito all’Azerbaigian nel recente conflitto di quest’ultimo contro l’Armenia, e per la violazione dello spazio aereo greco e l’invasione della ZEE greca e cipriota. Per di più, risale a ottobre l’acuirsi delle tensioni tra Ankara e Parigi, che avevano portato la Francia a richiamare il proprio ambasciatore. Ma l’economia turca in difficoltà ha bisogno di attrarre alleati e di un maggiore accesso al mercato stabile dell’UE.
“La violenza non produce risultati legali”, ha detto Mitsotakis in Parlamento, “mentr la legge produce la pace”.
Grecia-Francia: firmato accordo per acquisto 18 Rafale
Se da una parte il dialogo fra Grecia e Turchia è stato ripristinato, dall’altra si consolida il fronte anti-turco. Infatti, il 25 gennaio, ad Atene, il ministro della Difesa francese, Florence Parly, e il suo omologo greco, Nikos Panagiotopoulos, hanno firmato l’accordo per l’acquisto, da parte di Atene, di 18 jet Rafale prodotti da Dassault. “La Grecia è diventata il primo paese europeo ad acquistare questo tipo di jet da combattimento”, ha affermato Parly. Il programma per l’acquisto degli aerei di fabbricazione francese era stato approvato dal Parlamento greco il 14 gennaio scorso. L’accordo, del valore di 2,5 miliardi di euro, prevede la fornitura dei primi aerei da guerra francesi (6 nuovi e 12 di seconda mano) entro il prossimo luglio e fa parte del piano di Atene per aumentare le sue capacità di difesa. Con questo scopo, già a dicembre il governo ellenico aveva stanziato 5,5 miliardi di euro per il suo programma di riarmo militare.
“La nostra collaborazione è essenziale per la sicurezza del nostro continente. Sono orgogliosa di essere oggi ad Atene per dare vita alla lunga e profonda amicizia che unisce i nostri due paesi”, ha commentato Parly su Twitter. Aggiungendo: “Il Mediterraneo è un’area essenziale per garantire la sicurezza del continente europeo, per garantire il rispetto del diritto e la libertà di navigazione”.
La Grecia, dopo aver accusato lo scorso anno la Turchia di avere “fantasie imperiali” nella regione, intende infatti potenziare ulteriormente le sue forze armate acquistando quattro nuove fregate, elicotteri e droni, aggiornare la sua flotta esistente di F-16 e acquistare ulteriori siluri e missili. Quanto alle fregate, sarà Parigi a fornirle: “La Francia presto presenterà alla Grecia le proposte per rinnovare la sua flotta di fregate”, ha dichiarato il ministro della Difesa francese.