La prima CARD e lo stato della Difesa Europea

Dic 10 2020
a cura di Riccardo Ferretti
La prima revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD), recentemente presentata, individua 6 aree di sviluppo capacitivo dal forte impatto sulle quali i paesi europei dovrebbero concentrare i propri sforzi di collaborazione e individua ben 55 specifiche opportunità di sviluppo cooperativo. Tuttavia, rileva anche come l’attuale situazione della difesa europea sia caratterizzata da elevati livelli di frammentazione e scarsi investimenti nella cooperazione militare.
I risultati della Revisione Coordinata Annuale sulla Difesa (CARD – Coordinate Annual Review on Defence) sono stati presentati il 20 novembre 2020.
I risultati della Revisione Coordinata Annuale sulla Difesa (CARD – Coordinate Annual Review on Defence) sono stati presentati il 20 novembre 2020.

“Il contesto di sicurezza dell’Europa è sempre più dinamico, il che richiede forze armate altamente resilienti e reattive. Tuttavia, con la pianificazione della difesa e lo sviluppo delle risorse militari a livello nazionale, la previsione e l’identificazione delle opportunità di cooperazione europea è spesso ostacolata.” Con questo incipit si apre la scheda informativa pubblicata dall’EDA (European Defence Agency) in occasione della presentazione dei risultati della prima Revisione Coordinata Annuale sulla Difesa (CARD – Coordinate Annual Review on Defence), presentati lo scorso 20 novembre.
Sulla scia ed in linea con la “Global Strategy for the European Union’s Foreign And Security Policy” (giugno 2016), l’Unione Europea aveva avviato una serie di iniziative puntando a un’Unione più forte e credibile nel panorama internazionale: CDP, CARD, PESCO, EDF.

Il Piano di sviluppo delle capacità (CDP – Capability Development Plan) definisce le priorità di sviluppo delle capacità dell’UE concordate congiuntamente dagli Stati membri ed è stato rivisto nel 2018. Il CDP guida la revisione annuale coordinata sulla difesa (CARD), la cooperazione strutturata permanente (PESCO) e il Fondo europeo per la difesa (EDF – European Defence Fund).
In particolare, mentre la PESCO è un processo che punta a una maggiore integrazione (anche operativa) e lo EDF è un programma che supporta finanziariamente a livello comunitario le scelte comuni della EDITB (European Defense Technological and Industrial Base), la CARD ha lo scopo di fornire ai ministri della Difesa, nel tempo, un quadro completo del panorama della capacità di difesa europea, analizzando i bilanci e le spese militari dei paesi UE  per migliorare la cooperazione e l’allocazione delle risorse; vide un ciclo di prova nel corso del 2018 e la piena implementazione a partire dall’autunno 2019.
Questa prima relazione, elaborata dall’EDA negli scorsi dodici mesi in stretto coordinamento con l’EEAS (European External Action Service) e l’EUMS (European Union Military Staff), sulla base dell’analisi della pianificazione dei singoli Stati membri, individua 55 opportunità di cooperazione multinazionale riguardanti: terra (17), aria (14), mare (12), ciberspazio (3), spazio (4) e “Joint and Enabler” (5). La CARD raccomanda anche altre 56 opportunità di collaborazione correlate nel campo della ricerca e sviluppo tecnologico (R&T).

Il modello a grandezza reale dell’European Medium-Altitude Long-Endurance Remotely Piloted Aircraft (MALE RPAS) esposto il 26 aprile 2018 all’air show ILA di Berlino. Questo aeromobile a pilotaggio remoto è oggetto di un programma di cooperazione lanciato da Airbus D&S, Leonardo Divisione Velivoli e Dassault Aviation per rispondere ai futuri requisiti europei, con il supporto dei governi di Francia, Germania, Spagna e Italia.
Il modello a grandezza reale dell’European Medium-Altitude Long-Endurance Remotely Piloted Aircraft (MALE RPAS) esposto il 26 aprile 2018 all’air show ILA di Berlino. Questo aeromobile a pilotaggio remoto è oggetto di un programma di cooperazione lanciato da Airbus D&S, Leonardo Divisione Velivoli e Dassault Aviation per rispondere ai futuri requisiti europei, con il supporto dei governi di Francia, Germania, Spagna e Italia.
Le sei aree di sviluppo capacitativo

Particolare risalto è dato a sei specifiche aree di sviluppo capacitivo ritenute fondamentali per ottenere un incremento delle prestazioni operative dell’UE nel breve e medio termine, nonché garantire una irrinunciabile sovranità europea su tecnologie strategiche. Queste aree, ritenute idonee alla condotta di programmi cooperativi sui quali gli Stati membri dovrebbero concentrare il proprio impegno, sono le seguenti.

Main Battle Tank – La CARD raccomanda, sul lungo periodo, di sviluppare e acquisire in comune un carro armato di prossima generazione (entrata in servizio intorno alla metà degli anni 2030) e, sul breve periodo, di ammodernare e aggiornare congiuntamente le capacità esistenti. Se gli Stati membri collaboreranno all’aggiornamento o all’introduzione di mezzi nuovi, entro la metà degli anni 2030 sarà possibile ottenere una riduzione del 30% dei tipi e delle varianti. Undici paesi si sono dichiarati interessati alla cooperazione su questo tema.

European Patrol Class Surface Ships (EPC2S) – Si raccomanda di sostituire le motovedette costiere e d’altura entro il prossimo decennio e di sviluppare un approccio comune dell’UE alle piattaforme navali modulari. Sono state individuate opportunità di cooperazione per quanto riguarda l’approvvigionamento congiunto di prodotti disponibili sul mercato, strutture logistiche comuni per imbarcazioni simili e requisiti funzionali futuri comuni. Sette Stati membri si sono dichiarati interessati a collaborare.

Soldier Systems – riguardo agli equipaggiamenti per i fanti, la CARD raccomanda sul breve periodo di ammodernare i sistemi soldato mediante approvvigionamenti congiunti di sistemi esistenti, anche armonizzando i requisiti, e di creare un gruppo per l’addestramento e le esercitazioni congiunte virtuali con strumenti informatici comuni. Sul lungo periodo, raccomanda di definire un’architettura condivisa entro la metà degli anni 2020 per tutti i sottosistemi mediante tecnologie all’avanguardia. Dieci paesi si sono dichiarati interessati a proseguire la cooperazione.

Counter UAS/Anti Access/Area Denial (A2/AD) – la CARD raccomanda di sviluppare una capacità europea di contrasto dei sistemi aerei senza pilota (UAS), al fine di migliorare la protezione delle forze armate e di contribuire a stabilire uno standard europeo per le capacità A2/AD (Anti Access/Area Denial). La CARD conclude che gli approcci della capacità europea verso l’A2/AD si trovano chiaramente di fronte a un bivio: o tale capacità sarà sviluppata in modo collaborativo, oppure non sarà sviluppata affatto per le forze armate europee.

Defence in Space – Si raccomanda di elaborare un approccio europeo alla difesa nello spazio per migliorare l’accesso ai servizi spaziali e la protezione dei beni nello spazio. Trattandosi di un settore operativo emergente, una maggiore collaborazione contribuirebbe a un più ampio coinvolgimento dei ministeri della Difesa e al riconoscimento dei requisiti militari in programmi spaziali più vasti condotti a livello di UE.

Enhanced Military Mobility – La CARD raccomanda di rendere più attiva, entro la metà degli anni 2020, la partecipazione di tutti gli Stati membri ai programmi di mobilità militare, in particolare per quanto riguarda il trasporto aereo e quello marittimo, le infrastrutture logistiche e l’incremento della resilienza dei sistemi e processi informatici correlati alla mobilità in scenari bellici di tipo ibrido.

Lo stato attuale

La CARD osserva che la situazione della difesa europea è caratterizzata da frammentazione, incoerenza nonché da spese per la cooperazione in materia di difesa che stanno scendendo ben al di sotto dei parametri collettivi concordati. Tale constatazione vale per lo sviluppo delle capacità militari, gli sforzi nel campo della R&T, il sostegno all’industria della difesa e gli aspetti operativi.
La grande diversità dei tipi di equipaggiamenti militari e i differenti livelli di ammodernamento e interoperabilità acuiscono la frammentazione e le incoerenze nel contesto europeo, determinando un impatto negativo sulla capacità delle forze armate degli Stati membri di operare insieme in modo efficiente. Inoltre, l’impegno profuso nelle missioni e operazioni nell’ambito della PSDC è molto basso e presenta forti disparità tra i vari Stati membri in termini di quadri d’impegno e di sforzo operativo complessivo.

La relazione conclude che, per poter rimediare alla costosa frammentazione e ottenere vantaggi dalle sinergie e dal rafforzamento dell’interoperabilità militare, sarà necessario un impegno costante per un lungo periodo di tempo in termini di spese, pianificazione e cooperazione in materia di difesa.
Tale processo potrebbe cominciare proprio dalla cooperazione nelle aree individuate dalla CARD, che comporterebbe vantaggi significativi per affrontare le priorità nazionali dichiarate degli Stati membri armonizzando i loro interessi e la loro pianificazione. A lungo termine, si otterrebbero rilevanti vantaggi operativi, specialmente quando gli Stati membri dispiegano e rendono operative le proprie forze armate congiuntamente. Gli Stati membri hanno approvato le raccomandazioni del ciclo CARD lo scorso 20 novembre, nel corso della riunione del comitato direttivo ministeriale dell’EDA.

Prototipo dell’European Main Battle Tank (EMBT), progetto di Francia e Germania che punta a rimpiazzare i rispettivi carri armati da battaglia Leclerc 2 e Leopard 2.

CARD Difesa europea

CARD Difesa europea

CARD Difesa europea

CARD Difesa europea
Dimostratore dell’European Main Battle Tank (EMBT), progetto di Francia e Germania che punta a rimpiazzare i rispettivi carri armati da battaglia Leclerc 2 e Leopard 2.
I passi compiuti finora

La presentazione della prima CARD è solo il passo più recente di un lungo percorso che ha visto una sensibile accelerazione nel 2016, quando fu adottata la Strategia Globale Europea (EUGS – European Global Strategy), che pone la sicurezza dell’Unione al primo posto tra le priorità dell’azione esterna dell’UE, con l’obiettivo di contribuire maggiormente alla “sicurezza collettiva” dell’Europa. Pur riconoscendo il ruolo della NATO per la difesa collettiva, la Global Strategy prevede che i paesi membri si attrezzino per essere in grado di agire autonomamente se e quando necessario.

A novembre dello stesso anno, il Consiglio dei Ministri della UE (Ministri degli Esteri e della Difesa) approvò il conseguente “Piano di implementazione” (Implementation Plan on Security and Defence, che, basandosi sulla EUGS, è incentrato su tre priorità strategiche: la reazione alle crisi e ai conflitti esterni; lo sviluppo delle capacità dei partner; la protezione dell’UE e dei suoi cittadini.

Per concretizzare tale piano, nel 2017 – come già detto – fu avviata la CARD con lo scopo di rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri in materia di Difesa e venne attivata la Cooperazione Strutturata e Permanente (PESCO – Permanent Structured Cooperation), nell’ambito della quale, a oggi, sono stati avviati 47 progetti comuni relativi all’addestramento, all’incremento delle capacità e della prontezza operativa, molti dei quali riguardano lo sviluppo di nuove tecnologie.

Sempre nel 2018, in linea con le decisioni dello EDAP (European Defence Action Plan – 2016), nacque lo EDIDP (European Defence Industrial Development Programme), propedeutico al Fondo Europeo per la Difesa (EDF – European Defence Found), che, con una dotazione di 7 miliardi di euro da impiegare per progetti di ricerca e sviluppo tra il 2021 e il 2027, dovrebbe offrire l’opportunità di dare una bella spinta all’industria della difesa dei paesi membri.

Inoltre, in seno al Comitato Militare dell’UE (EUMS – European Union Military Staff) fu istituita la Capacità Militare di Pianificazione e Condotta (MPCC – Military Planning and Conduct Capability), la struttura di comando e controllo a livello strategico militare, fissa e situata fuori dalla zona delle operazioni, incaricata della pianificazione e della condotta operativa, inizialmente delle sole missioni senza compiti esecutivi, e di costituire, proiettare, sostenere e ripristinare le forze dell’Unione Europea (con l’obiettivo iniziale di organizzare una forza di 2.500 uomini, pari a un EU Battlegroup). Per cominciare, all’MPCC è stato assegnato il comando delle missioni di addestramento EUTM (European Union Training Mission) in Somalia, Mali e Repubblica Centrafricana, ma a novembre 2018 il mandato dell’MPCC è stato esteso anche alle missioni “executive” (in cui è prevista la possibilità di combattimento) a partire dalla fine del 2020. A tale proposito, il MPCC potrebbe essere rinominato in EU Operational Headquarters (OHQ) e il suo capo assumere la denominazione di comandante (oggi è direttore generale): un’ipotesi che ci risulta essere già stata contemplata in passato, ma senza successo, a causa di una forte opposizione da parte del Regno Unito.

La realizzazione di una cornice strutturale per sostenere la Difesa Europea è, dunque, in gran parte completa, ma occorre adesso riempirla di contenuti, cioè di effettive capacità operative impiegabili sotto la bandiera europea e, soprattutto, di una reale determinazione a raggiungere l’autonomia strategica dell’Unione.

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