Stati Uniti: primo intercetto di un ICBM con missile lanciato da nave

Nov 25 2020
a cura di Angelo Pinti
Su richiesta del Congresso, la Missile Defense Agency e la US Navy hanno condotto un test nell’Oceano Pacifico che ha dimostrato come l’intercettore SM-3 Block IIA sviluppato da Raytheon possa fornire un’efficace soluzione ponte contro le potenziali minacce balistiche intercontinentali portate dal regime di Pyongyang.
L’SM-3 Block IIA lanciato dal cacciatorpediniere classe Arleigh Burke USS John Finn nell’ambito del test effettuato il 16 novembre da MDA e US Navy nell’area del Pacifico a nord-est delle Hawaii. (Missile Defense Agency)
L’SM-3 Block IIA lanciato dal cacciatorpediniere classe Arleigh Burke USS John Finn nell’ambito del test effettuato il 16 novembre da MDA e US Navy nell’area del Pacifico a nord-est delle Hawaii. (Missile Defense Agency)

Nel corso di un test congiunto effettuato dalla US Missile Defense Agency (MDA) e dalla US Navy nelle acque del Pacifico a nord-est dell’arcipelago delle Hawaii, il cacciatorpediniere classe USS John Finn (DDG-113), dotato di sistema Aegis Ballistic Missile Defense (BMD), ha intercettato e distrutto un bersaglio rappresentativo di un missile balistico intercontinentale (ICBM) con uno Standard Missile-3 (SM-3) Block IIA. Si è trattato della prima volta in assoluto che le forze statunitensi abbattevano una minaccia di questo tipo con un missile guidato non lanciato da piattaforma terrestre. Il test è stato condotto su mandato del Congresso USA che, attraverso il National Defense Authorization Act per l’anno fiscale 2018, aveva chiesto di verificare entro la fine di quest’anno la possibilità di impiegare l’intercettore sviluppato da Raytheon, che è stato progettato per abbattere missili IRBM (Intermediate-Range Ballistic Missile), anche contro gli ICBM. L’esigenza di fondo era quella di potenziare le difese anti-ICBM degli Stati Uniti alla luce della crescente minaccia missilistica proveniente dalla Corea del Nord, affidandosi a una soluzione ponte nell’attesa di sviluppare una nuova capacità di prossima generazione.

Video del lancio dell’SM-3 Block IIA effettuato il 16 novembre 2020. (Missile Defense Agency)
Il sempre più nutrito arsenale di ICBM della Corea del Nord

A distanza di un anno, il requisito non sembra cambiato. Il test targato MDA-US Navy è infatti arrivato a meno di un mese dall’esposizione pubblica di un nuovo ICBM nordcoreano che potrebbe potenzialmente colpire la costa orientale degli Stati Uniti. Lo scorso 10 ottobre, infatti, nell’ambito della grande parata militare allestita dal regime di Kim Jong-un per celebrare il 75° anniversario del locale Partito dei Lavoratori, Pyongyang aveva sfoggiato una serie di nuovi sistemi d’arma, compreso un gigantesco ICBM mai visto prima, montato su un veicolo TEL (Trasporto, Elevazione, Lancio) a 11 assi. Si tratterebbe del missile trasportabile più grande al mondo, con una lunghezza di 26 metri, un diametro di 2,9 e un peso stimato di 120 tonnellate (a cui andrebbero aggiunte le 100 del propellente liquido), probabilmente armabile con testate multiple. La sua esposizione è apparsa come una provocazione volta a dimostrare che la Corea del Nord continua a sviluppare il proprio programma missilistico: un sorta di avvertimento legato all’attuale stallo dei negoziati per la denuclearizzazione della penisola coreana. Sebbene all’epoca della parata lo Hwasong-16, come l’enorme ICBM è stato battezzato dagli analisti, non fosse ancora stato testato in volo, la Corea del Nord possiede già, o sta sviluppando, altri quattro sistemi qualificati come missili balistici intercontinentali (KN-08, KN-14, Hwasong-14 e Hwasong-15) che potrebbero teoricamente colpire la “homeland” degli Stati Uniti.

Un’animazione computerizzata che mostra le varie fasi che portano all’intercetto e alla distruzione di un missile balistico intercontinentale (ICBM). (Missile Defense Agency)
L’esperimento del 16 novembre

Inizialmente previsto per lo scorso mese di maggio e poi ritardato a causa delle restrizioni al movimento di personale ed equipaggiamenti adottate in conseguenza della pandemia di CoVid-19, l’esperimento congiunto di MDA e US Navy, chiamato Flight Test Aegis Weapon System-44 (FTM-44), è stato il sesto test di volo condotto da una nave equipaggiata con Aegis BMD utilizzando di un missile guidato SM-3 Block IIA. Il test è incominciato alle ore 19:50 locali del 16 novembre, quando il bersaglio rappresentativo del missile balistico intercontinentale è stato lanciato dal Ronald Reagan Ballistic Missile Defense Test Site situato sull’atollo di Kwajalein, nelle Isole Marshall, verso l’ampia area oceanica a nord-est delle Hawaii. In questo test di sviluppo, il cacciatorpediniere USS John Finn ha utilizzato capacità di ingaggio da remoto tramite il network C2BMC (Command and Control Battle Management Communications) nell’ambito di uno scenario di difesa delle Hawaii. Dopo aver ricevuto i dati di tracciamento dal sistema C2BMC, l’unità navale ha lanciato un missile guidato SM-3 Block IIA che ha intercettato e distrutto il bersaglio.

L’SM-3 Block IIA nell’architettura di difesa multi-livello degli USA

“Si tratta di un risultato incredibile e una tappa fondamentale per il programma Aegis BMD SM-3 Block IIA”, ha dichiarato il direttore della Missile Defense Agency, il vice admiral Jon Hill. “Il Dipartimento della Difesa sta studiando la possibilità di potenziare la Ground-based Midcourse Defense[*] mettendo in campo sensori e sistemi d’arma aggiuntivi per proteggersi dagli sviluppi inaspettati della minaccia missilistica. Abbiamo dimostrato che una nave dotata di BMD Aegis e armata con il missile SM-3 Block IlA può abbattere un bersaglio della classe degli ICBM, il che rappresenta un passo avanti nel processo volto a determinare l’utilizzabilità del sistema come parte di un’architettura di difesa multi-livello del territorio nazionale. Le mie congratulazioni vanno all’intera squadra coinvolta nel test, compresi i nostri partner militari e industriali che hanno contribuito a raggiungere questo traguardo.” Sulla base dei dati preliminari, il test ha raggiunto il suo obiettivo principale: dimostrare la capacità del missile SM-3 Block IIA di intercettare un bersaglio ICBM. Ulteriori valutazioni delle prestazioni offerte dal sistema di Raytheon saranno condotte sulla base dei dati telemetrici e di altro tipo raccolti durante l’esperimento.

L’architettura multi-livello della Ground-based Midcourse Defense (GMD) che protegge il territorio nazionale degli Stati Uniti dalle minacce balistiche. (US DoD)
L’architettura multi-livello della Ground-based Midcourse Defense (GMD) che protegge il territorio nazionale degli Stati Uniti dalle minacce balistiche. (US DoD)
La componente navale del sistema di difesa antimissile degli Stati Uniti

L’Aegis Ballistic Missile Weapons System è la componente navale del sistema di difesa antimissile degli Stati Uniti. La MDA e la US Navy gestiscono in cooperazione il sistema Aegis BMD. Le unità navali Aegis BMD (e Aegis Ashore) ricevono i dati di tracciamento tramite il sistema C2BMC, costruiscono le soluzioni di controllo del tiro, quindi lanciano e guidano la famiglia di missili SM-3 per distruggere le minacce in arrivo.
La missione di MDA è sviluppare e schierare un sistema di difesa missilistico a strati per difendere gli Stati Uniti e le sue forze, nonché quelle degli alleati e dei paesi amici dagli attacchi missilistici lanciati da tutte le distanze e in tutte le fasi di volo dei vettori utilizzati.

(*) La Ground-Based Midcourse Defense (GMD) è il sistema di difesa degli Stati Uniti contro i missili balistici che punta a intercettare tali minacce nello spazio, durante la fase post-boost del loro volo (midcourse phase), prima del rientro nell’atmosfera.

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