In occasione della visita a Tel Aviv del ministro degli Esteri Di Maio, la società italiana ha concluso tre accordi di cooperazione con aziende israeliane nei settori della mobilità sostenibile a gas naturale liquefatto e dell’idrogeno: a poche settimane dalla firma di un Memorandum d’intesa con Saipem, l’azienda accelera sulla strada della transizione energetica.
Snam, società italiana di infrastrutture energetiche con sede a San Donato Milanese, entra nel mercato israeliano grazie a tre partnership sottoscritte nell’ambito della visita di Stato del ministro degli Esteri Luigi Di Maio a Tel Aviv, durante la quale il ministro italiano ha firmato con il suo omologo israeliano, Gabi Ashkenazi, un Protocolo di cooperazione in campo culturale e scientifico. Gli accordi sono stati conclusi con le società Delek Drilling e Dan per la mobilità a gas naturale liquefatto (GNL) per il trasporto pubblico; con Dan per lo sviluppo di un progetto di “green mobility”; con la start-up H2Pro per la ricerca sull’idrogeno.
L’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà ha commentato: “Con questi accordi sviluppiamo ulteriormente la presenza internazionale di Snam per rafforzare il nostro contributo alla transizione energetica e al raggiungimento degli obiettivi climatici globali. Le partnership con Delek Drilling, Dan e H2Pro, avviate nel quadro della crescente collaborazione italo-israeliana, ci permettono di affacciarci in un nuovo mercato con progetti in settori di nostro interesse come la mobilità sostenibile e l’idrogeno e, contestualmente, di accrescere il nostro know-how in uno dei contesti più innovativi al mondo.”
Come riferito da Snam, i tre accordi sottoscritti potranno essere oggetto di successivi accordi vincolanti, attraverso i quali le parti definiranno i termini e le condizioni di implementazione dei progetti.
L’accordo con Delek Drilling e Dan
Il primo accordo è quello concluso con Delek Drilling, la maggiore società israeliana nell’esplorazione, sviluppo, produzione e vendita di gas naturale, e con Dan, azienda nazionale di trasporto pubblico. Esso prevede attività finalizzate a sviluppare la filiera del GNL per il trasporto sostenibile, in particolare per autobus e mezzi pesanti. Le tre aziende, in particolare, avvieranno studi di fattibilità relativi alla possibile realizzazione di un impianto pilota di liquefazione, in scala ridotta, e di infrastrutture di rifornimento, facendo leva sulle tecnologie di Snam e sulle competenze della controllata Snam4Mobility, nonché sull’accesso alle riserve di gas naturale di Delek Drilling.
Il Memorandum d’intesa con Dan
Snam ha inoltre firmato un memorandum d’intesa con Dan per valutare progetti di mobilità sostenibile basati su gas rinnovabili (biometano e idrogeno) ed elettricità, oltre che eventuali iniziative congiunte per lo sviluppo dell’idrogeno. Le attività potrebbero riguardare la possibile conversione di parte della flotta e la realizzazione di infrastrutture di rifornimento e ricarica, anche attraverso progetti pilota.
L’accordo di collaborazione con H2Pro
Infine, l’azienda di San Donato Milanese ha firmato un accordo di collaborazione e ricerca con la start-up israeliana H2Pro che ha sviluppato una innovativa tecnologia (E-TAC – Electrochemical, Thermal Activated Chemical) per produrre il 30% in più di idrogeno verde dalla scomposizione dell’acqua rispetto all’elettrolisi tradizionale. La partnership prevede attività di ricerca congiunte, eventuali applicazioni delle tecnologie di H2Pro e la partecipazione a bandi sia in Israele che in Europa. H2Pro è stata costituita lo scorso anno dagli esperti di idrogeno di Technion (Israel Institute of Technology) in collaborazione con i fondatori di Viber e Juno.
Snam accelera sull’idrogeno
Gli accordi siglati da Snam in Israele rappresentano l’ultima accelerata sull’idrogeno da parte dell’azienda italiana, che solo agli inizi di settembre aveva firmato un Memorandum d’intesa con Saipem, azienda leader nelle attività di ingegneria, perforazione e realizzazione di grandi progetti nei settori dell’energia e delle infrastrutture. Tale collaborazione si focalizza in primo luogo sullo sviluppo della tecnologia di elettrolisi dell’acqua, ovvero il processo che permette di azzerare le emissioni di CO2 nella produzione di idrogeno verde, contrastando efficacemente il riscaldamento globale; ma anche su studi di fattibilità finalizzati all’individuazione di nuove soluzioni per il trasporto di idrogeno in forma liquida o gassosa (sia attraverso l’utilizzo e l’adeguamento di infrastrutture e reti esistenti che mediante trasporto con mezzi navali), e la cattura, il trasporto, lo stoccaggio o la valorizzazione della CO2.
Importante da segnalare anche il Memorandum of Understanding firmato con PipeChina (China Oil and Gas Piping Network Corporation), la neocostituita società cinese di infrastrutture energetiche con cui Snam collabora non solo per la realizzazione di infrastrutture energetiche tradizionali, ma anche nella ricerca e sviluppo per una transizione energetica.
L’idrogeno come fonte di energia
L’idrogeno è l’elemento più abbondante nell’universo. Pur non essendo presente in natura in forma libera, può essere prodotto grazie a processi fisici e chimici. Viene utilizzato per produrre altri composti o come combustibile per produrre energia. In particolare, l’idrogeno prodotto è impiegato nell’industria chimica, per produrre ammoniaca, metanolo e prodotti petroliferi, e nell’industria metallurgica per il trattamento dei metalli.
Esso è un ottimo combustibile che può essere utilizzato per produrre energia in due modi differenti: bruciandolo da solo (o aggiunto ad altri combustibili), oppure facendolo reagire in modo chimico con l’ossigeno (non bruciandolo) in modo da ottenere direttamente energia elettrica attraverso un dispositivo chiamato cella a combustibile.
Attualmente si ottiene, quindi, principalmente per usi industriali a partire da gas naturale, attraverso un processo di conversione termochimica con produzione di CO2 (idrogeno grigio). A questa modalità può essere affiancata la tecnologia di cattura e stoccaggio della CO2 (CCS) per ottenere idrogeno decarbonizzato (idrogeno blu).
Un altro metodo è l’elettrolisi, che prevede l’utilizzo di energia elettrica rinnovabile per “scomporre” l’acqua in idrogeno e ossigeno, senza produzione di CO2, ottenendo in questo modo “idrogeno verde”. Ad oggi si ottiene in questo modo circa il 4/5% dell’idrogeno prodotto in tutto il mondo.