I conduttori, che utilizzano una tecnologia innovativa, sono progettati e realizzati interamente dal consorzio italiano ICAS formato da ENEA, la toscana Tratos Cavi SpA e la piemontese Criotec Impianti SpA.
ICAS, il consorzio italiano che comprende ENEA e due aziende leader del settore, la toscana Tratos Cavi SpA e la piemontese Criotec Impianti SpA, ha progettato e realizzato in Italia i primi innovativi conduttori che saranno posizionati nel “cuore” dell’impianto ITER, il progetto internazionale volto alla realizzazione di un reattore in grado di produrre 500 megawatt (MW) di potenza da fusione nucleare e ottenere energia sicura, pulita e illimitata. Sono stati infatti consegnati al sito di Cadarache, nel sud della Francia, i primi 420 metri dei supercavi che saranno collocati nella camera a vuoto e saranno in grado di resistere a campi magnetici e carichi neutronici molto elevati, nonché a temperature del plasma di oltre 100 milioni di gradi.
“La realizzazione di questi cavi ha richiesto una lunga attività di sviluppo da parte di ICAS, in stretta collaborazione con il team di ITER, per poter centrare l’obiettivo di ottenere cavi in grado di resistere a campi magnetici che possono raggiungere 12 Tesla e ad alti carichi neutronici e di temperatura”, ha spiegato Antonio della Corte, presidente del consorzio ICAS e responsabile ENEA della Sezione Superconduttività.
Una tecnologia innovativa
I supercavi, lunghi 105 metri ciascuno, sono i primi quattro di una commessa del valore di circa 5 milioni di euro che prevede la costruzione entro il 2023 di 69 pezzi che verranno utilizzati per l’avvolgimento di 30 bobine e 30 adduttori di corrente. ENEA sarà responsabile della progettazione, sviluppo, pianificazione, monitoraggio e qualità.
Si tratta dei primi cavi a essere realizzati con una tecnologia del tutto innovativa basata sull’utilizzo di un cavo di rame isolato con uno strato compresso di ossido di magnesio (MgO), rivestito con un tubo di acciaio inox.
ICAS e il lavoro di ENEA nella fusione nucleare
Il consorzio ICAS nasce nel 2010 per produrre cavi superconduttori utilizzati sia per i reattori sperimentali ITER – l’impianto da 20 miliardi di euro che riunisce Europa, Giappone, Stati Uniti, Russia, Cina, India e Corea del Sud – sia per il JT-60SA – completato di recente a Naka, fiore all’occhiello del programma di fusione magnetica giapponese – aggiudicandosi contratti da tutto il mondo, anche per altri prodotti e servizi ad alta tecnologia.
ENEA invece è il coordinatore nazionale della ricerca sulla fusione, è partner delle principali agenzie europee EUROfusion e Fusion for Energy, e partecipa a grandi programmi internazionali quali ITER e Broader Approach. Inoltre, dispone di infrastrutture di eccellenza, come ad esempio quella di Frascati in cui si sta realizzando la Divertor Tokamak Test facility, ovvero un’infrastruttura strategica per la fusione, ideata da ENEA in collaborazione con alcuni prestigiosi istituti di ricerca, ENI, Banca Europea degli Investimenti e Consorzio Create, per sperimentare soluzioni ad hoc destinate a risolvere le problematiche più complesse relative alla fusione.
L’Italia ancora protagonista
ITER, lanciato nel 2006, rappresenta un progetto globale unico nel suo genere che ha riunito 35 paesi. L’Italia risulta essere ancora protagonista con la realizzazione di questi innovativi superconduttori, ma lo è stata anche nelle fasi precedenti del progetto con la ricerca e l’industria nazionali: infatti, Fincantieri si è aggiudicata un ordine da circa 100 milioni di euro per una serie di forniture e installazioni di equipaggiamenti di alto profilo, e la realizzazione della prima bobina è avvenuta a La Spezia.
Il 28 luglio 2020 si è tenuta a Candarache la cerimonia inaugurale che ha dato inizio ai lavori di assemblaggio del reattore a fusione nucleare (tokamak). Sfruttare la potenza della fusione è proprio l’obiettivo di ITER, che grazie alla ricerca e allo studio di nuove tecnologie ha compiuto un passo importante per il mondo scientifico verso la transizione energetica.