Davanti alla Commissione Forze Armate della Camera dei Rappresentanti, il sottosegretario della Difesa Anderson ha spiegato i criteri che guideranno il ridispiegamento delle forze statunitensi di stanza in Europa, nel quadro del più ampio processo di attuazione della National Defense Strategy del Pentagono.
Nel corso di un’audizione svoltasi il 30 settembre presso la Commissione per le Forze Armate della Camera dei Rappresentanti del Congresso USA, il sottosegretario della Difesa per la Politica di difesa e sicurezza nazionale, James Anderson, ha parlato delle proposte modifiche alla postura militare degli Stati Uniti in Germania e nel teatro europeo. “Un’importante iniziativa per portare avanti la National Defense Strategy (NDS) e garantire un focus su queste priorità è la revisione completa in corso di tutti i comandi combattenti, come parte della revisione dello United States European Command”, ha osservato Anderson.
Un obiettivo è quello di sviluppare opzioni per posizionare le forze per competere in modo più efficace e rispondere alle evenienze sia a livello europeo che globale.
A tale scopo, Anderson ha parlato dei cinque principi fondamentali adottati dal segretario della Difesa Mark T. Esper: a) aumentare la deterrenza nei confronti della Russia; b) rafforzare la NATO; c) rassicurare gli alleati riguardo alla maggiore flessibilità strategica degli Stati Uniti e alla flessibilità operativa dello United States European Command (EUCOM, con sede a Stoccarda, è uno dei sette comandi combattenti unificati del Dipartimento della Difesa aventi competenze su una determinata aerea geografica); d) prendersi cura del personale e delle loro famiglie.
Nuovo dislocamento delle unità militari in Europa
Esper aveva già annunciato a luglio un aggiornamento della postura della forza di EUCOM a seguito della decisione della Casa Bianca di limitare a 25.000 il numero dei militari statunitensi dispiegati in Germania e del nuovo concetto del Pentagono che prevede il riposizionamento di parte delle forze di stanza in Europa e negli Stati Uniti per poter meglio affrontare la competizione con le potenze rivali. Ebbene, la revisione ha portato alla decisione di ritirare dalla Germania quasi 12.000 militari, di cui quasi 5.600 ridispiegati in altri paesi della NATO e circa 6.400 rimpatriati negli Stati Uniti.
“La riorganizzazione”, ha spiegato Anderson, “comprende il consolidamento del quartier generale per incrementare l’agilità operativa, nonché il riposizionamento di alcune forze negli Stati Uniti per concentrarsi sulla prontezza e prepararsi ai dispiegamenti a rotazione e allo schieramento di forze nella regione del Mar Nero, il fianco sud-orientale della NATO, con lo scopo di rafforzare la deterrenza”.
I pilastri della revisione
Quattro sono i pilastri di questo concetto delineati dal sottosegretario Anderson.
1) Il consolidamento di vari quartier generali statunitensi in Europa fuori dalla Germania, anche attraverso lo spostamento di alcuni di essi nelle stesse località delle loro controparti NATO in Belgio e in Italia. Ciò contribuirebbe a rafforzare la NATO, nonché a migliorare l’efficienza operativa e la prontezza grazie a più di 2.000 militari in servizio presso queste sedi.
2) I quasi 4.500 militari del 2° Reggimento Cavalleria tornerebbero negli Stati Uniti, mentre altre “unità Stryker” inizierebbero le rotazioni più a est, nella regione del Mar Nero, garantendo al DoD una presenza più persistente allo scopo di aumentare la deterrenza e rassicurare gli alleati lungo il fianco sudorientale della NATO.
3) Circa 2.500 militari dell’US Air Force con sede nel Regno Unito, responsabili del rifornimento aereo e delle operazioni speciali, e per i quali era stato previsto un trasferimento in Germania, rimarrebbero nel Regno Unito, assicurando la prontezza e la reattività ininterrotte di quelle unità.
4) Uno squadron (gruppo) di aerei da caccia ed elementi di supporto verrebbero ridispiegati in Italia, spostandoli più vicino alla regione del Mar Nero e rendendoli più capaci di effettuare un impiego dinamico della forza e dispiegamenti a rotazione sul fianco sudorientale della NATO.
“Questo concetto che prevede il riposizionamento delle nostre forze in Europa costituisce un importante cambiamento strategico, in linea con la National Defense Strategy e coerente con altri adattamenti che gli Stati Uniti hanno precedentemente fatto con la NATO”, ha detto Anderson, il quale ha poi aggiunto: “Nel corso dei 71 anni di storia della NATO, le dimensioni, la composizione e la disposizione delle forze statunitensi in Europa sono cambiate molte volte. A mano a mano che la nostra pianificazione per l’attuale riallineamento andrà definendosi, comunicheremo frequentemente con il Congresso e con i nostri alleati della NATO per mantenere la visibilità e promuovere la cooperazione.”
I successi ottenuti dalla National Defense Strategy
Secondo il sottosegretario Anderson, oltre alle novità riguardanti EUCOM, gli sforzi per migliorare la postura delle forze statunitensi in Europa hanno registrato recentemente dei successi, come la firma dell’Enhanced Defense Cooperation Agreement con la Polonia lo scorso agosto, che consentirà una più ampia e duratura presenza degli Stati Uniti in quel paese con circa 1.000 militari, in aggiunta ai 4.500 già assegnati a rotazione.
“I nostri continui sforzi per ottimizzare le operazioni in tutta Europa – anche attraverso accordi nuovi o aggiornati con gli alleati della NATO, in particolare sul fianco orientale – supportano direttamente i principi della NDS migliorando la flessibilità operativa e rafforzando la deterrenza”, ha detto Anderson alla Commissione Forze Armate. “Il Dipartimento della Difesa è fiducioso che questi continui sforzi ci aiuteranno ad adeguare la forza e ad ottimizzare la nostra postura in Europa a fini di deterrenza nei confronti degli attori maligni.”