La NASA e i Paesi partner, tra cui l’Italia, hanno stabilito i principi guida che dovranno essere rispettati nel corso del programma che prevede l’invio della prima donna e il prossimo uomo sulla Luna nel 2024 per poi puntare all’esplorazione umana di Marte. A Thales Alenia Space i contratti per moduli abitativi e sistema di comunicazione della stazione orbitale lunare.
Il primo Accordo multilaterale di cooperazione internazionale del Programma lunare Artemis è stato firmato ieri tra la NASA e Australia, Canada, Giappone, Lussemburgo, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Italia, quest’ultima rappresentata dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alle politiche per lo spazio Riccardo Fraccaro.
Gli Artemis Accords stabiliscono una serie di principi guida che dovranno essere rispettati nel corso dell’esplorazione spaziale, per garantire la sicurezza e un comportamento responsabile e implementano i principi stabiliti nel Trattato delle Nazioni Unite sullo spazio extra-atmosferico(Outer Space Treaty) del 1967, che guidano le attività dei Paesi nell’esplorazione e nell’uso pacifico dello spazio extra-atmosferico.
Le partnership internazionali giocheranno un ruolo chiave nel raggiungimento di tali obiettivi, puntando ad acquisire una presenza sostenibile e stabile sulla superficie della Luna entro la fine di questo decennio.
Gli accordi
Nello specifico, i principi degli Accordi sono i seguenti:
scopi pacifici: la cooperazione internazionale di Artemis è intesa non solo a rafforzare l’esplorazione spaziale ma anche la cooperazione pacifica tra i paesi. Pertanto, il primo requisito da rispettare è che tutte le attività siano condotte per scopi pacifici in conformità con il Trattato OST;
trasparenza: i firmatari degli accordi condurranno le attività in modo trasparente per evitare confusione e conflitti.
interoperabilità: le nazioni che partecipano al programma Artemis si adopereranno per supportare sistemi interoperabili, per migliorare sicurezza e sostenibilità;
assistenza di emergenza: fornire assistenza a chi ne ha bisogno è la pietra focale di qualsiasi programma spaziale civile e responsabile. Pertanto, gli accordi di Artemis rafforzano l’impegno di ciascun partner per quanto concerne l’assistenza agli astronauti in difficoltà;
registrazione di oggetti spaziali: tutti i paesi firmatari dell’Accordo avranno o dovranno al più presto aderire alla Convenzione delle Nazioni Unite sulla registrazione degli oggetti lanciata nello spazio extra-atmosferico;
rilascio di dati scientifici: questo principio enfatizza un impegno volto alla condivisione tempestiva, completa e aperta dei dati scientifici acquisiti, per garantire che il mondo intero possa trarre vantaggio dal viaggio di esplorazione e scoperta di Artemis;
proteggere il patrimonio: i firmatari degli Accordi si impegnano a preservare il patrimonio dello spazio extra-atmosferico, tutelare i siti storici e i manufatti sarà altrettanto importante nello spazio quanto lo è sulla Terra;
risorse spaziali: l’estrazione e l’utilizzo delle risorse spaziali è fondamentale per un’esplorazione sicura e sostenibile; queste attività dovranno essere condotte in conformità con il Trattato OST;
prevenire conflitti: i partner degli Accordi si impegnano ad evitare interferenze nocive tenendo debitamente conto dei corrispondenti interessi degli altri paesi, come previsto dal Trattato OST;
detriti orbitali: preservare un ambiente sicuro e sostenibile nello spazio è fondamentale per le attività sia pubbliche che private. Pertanto, i partner di Artemis si impegneranno a pianificare lo smaltimento sicuro dei detriti spaziali.
Gli accordi, relativi al ritorno dell’uomo sulla Luna, fanno seguito all’intesa bilaterale tra Italia e Stati Uniti siglata il 25 settembre e definiscono nel dettaglio i principi e gli obiettivi della missione.
Il contributo italiano
Il programma Artemis ha l’ambizioso obiettivo di stabilire una presenza stabile e a lungo termine sulla Luna, riportando astronauti sul nostro satellite naturale a partire dal 2024, come primo passo per arrivare a inviare esseri umani anche su Marte. Lo scorso febbraio, la Casa Bianca ha deciso di aumentare del 12% i fondi dedicati al finanziamento del programma portando quindi il budget a 25,3 miliardi di dollari all’anno.
Il contributo italiano al Programma Artemis, che sarà dettagliato con dei successivi Accordi Attuativi tra l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e la NASA, riguarderà la fornitura di moduli abitativi per l’equipaggio e la fornitura di servizi di telecomunicazione.
Intanto, oggi, l’European Space Agency (ESA), che partecipa al programma al fianco delle agenzie spaziali nazionali dei rispettivi paesi, ha selezionato Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%), per lo sviluppo dei due moduli principali per la futura stazione in orbita cislunare LOP-G (Lunar Orbital Platform – Gateway). Si tratta di I-HAB (International Habitat), il modulo dove verranno ospitati gli astronauti, ed ESPRIT, il modulo per le comunicazioni e il rifornimento. Questi due moduli costituiscono il contributo europeo al LOP-G. La prima tranche del contratto I-HAB, (del valore di 36 milioni di euro, l’importo globale è di 327 milioni di euro) è stata firmata con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Lo sviluppo di ESPRIT, invece, è già iniziato grazie all’Autorizzazione a Procedere (ATP) e la relativa firma del contratto prevista entro la fine di quest’anno.
Il Lunar Orbital Platform – Gateway
LOP-G, l’infrastruttura orbitale lunare che prevede un equipaggio a bordo, è uno dei pilastri del programma Artemis della Nasa, progettato per riportare l’uomo sulla Luna entro il 2024. Frutto di una cooperazione internazionale, attualmente coinvolge NASA (Stati Uniti), ESA (Europa), JAXA (Giappone) e CSA (Canada), con ciascun partner incaricato dello sviluppo di elementi complementari, da assemblare e rendere operativi in orbita lunare a partire dal 2024.
La stazione orbitante, del peso di circa 40 tonnellate, verrà assemblata nello spazio, in una orbita quasi rettilinea (NRHO, Near-Rectilinear Halo Orbit) attorno alla Luna. Anche se la configurazione finale è ancora in fase di consolidamento definitivo, l’infrastruttura comprenderà principalmente moduli abitativi per l’equipaggio che offriranno anche capacità di attracco per altri veicoli e per la capsula della navicella spaziale Orion, moduli logistici, elementi in grado di garantire la comunicazione tra la Terra e la Luna, camere di decompressione per le attività extraveicolari dell’equipaggio e per esperimenti scientifici, nonché un braccio robotico.
La stazione Gateway non è pensata per un’occupazione permanente, tuttavia potrà ospitare equipaggi di un massimo di 4 persone contemporaneamente, per periodi da uno a tre mesi. L’acquisizione di nuove conoscenze sulla superficie lunare e su quella circostante, permetterà alla NASA di acquisire le competenze necessarie per l’invio dei primi esseri umani su Marte nei prossimi anni e Gateway svolgerà un ruolo fondamentale in questo processo.
I-HAB
I-HAB (International-Habitat) è il modulo pressurizzato che fornirà alloggio per l’equipaggio ma anche un punto di attracco per fornire interfacce e risorse ai veicoli in transito verso la Luna. Grazie alla consolidata esperienza di Thales Alenia Space nello sviluppo di moduli pressurizzati per stazioni orbitanti e alle nuove tecnologie e processi in corso di sviluppo, I-HAB sarà in grado di garantire la transizione dalla ISS alla nuova generazione di infrastrutture per l’esplorazione dello spazio profondo. Il modulo soddisferà esigenze e prestazioni in continua evoluzione grazie a strutture più leggere e ad un sistema di protezione ottimizzato per i micrometeoriti, a sistemi di aggancio più evoluti, a una struttura avionica funzionale e migliorata, a un sistema di controllo termico più efficiente con radiatori dispiegabili per garantire la piena capacità autonoma di espulsione del calore, a sistemi di condizionamento innovativi. I-HAB sperimenterà, per la prima volta, una lunga esposizione nell’ ambiente dello spazio profondo, offrendo l’opportunità di testare e dimostrare potenziali soluzioni progettuali per la protezione dalle radiazioni cosmiche. Non essendoci equipaggio per la maggior parte della sua permanenza in orbita, esso richiederà anche soluzioni dedicate per operazioni robotiche, sia a bordo, sia esterne. Fondamentale sarà il supporto della realtà virtuale per la creazione di alloggi interni più confortevoli, sfruttando soluzioni modulari e riconfigurabili per ottimizzare spazio e comfort per l’equipaggio. L’ESA fornirà il modulo abitativo collaborando con altre agenzie spaziali. Il sistema ambientale e di supporto vitale sarà realizzato dalla giapponese JAXA, parti di avionica e software dalla NASA e componenti robotiche dalla canadese CSA. L’integrazione di tutti questi elementi in I-HAB farà leva sulla grande esperienza già sviluppata da Thales Alenia Space nella gestione delle attività per i Nodi 2 e 3 della ISS. Il lancio di I-HAB è previsto nel 2026.
ESPRIT (European System Providing Refuelling, Infrastructure and Telecommunications) consiste in 2 due elementi principali. Il primo, denominato HLCS (Halo Lunar Communication System), assicura le comunicazioni tra Gateway e la Luna. Il lancio è previsto per la fine del 2024 insieme ad HALO (Habitation and Logistics Outpost), il primo modulo abitativo e logistico, fornito dagli Stati Uniti e derivato dal modulo cargo di rifornimento Cygnus (per la ISS). Thales Alenia Space è stata selezionata anche per fornire la struttura primaria e il sistema di protezione dai micrometeoriti di HALO. ESPRIT include un secondo elemento denominato ERM (Esprit Refueling Module) che combina il rifornimento del Gateway con un piccolo modulo pressurizzato dotato di finestre. L’ERM fornirà il rifornimento attivo del Gateway con xeno e propellenti chimici per prolungarne la vita operativa e sarà di supporto per il riutilizzo del modulo di atterraggio lunare (Lunar Lander) e di futuri veicoli per viaggi nello spazio profondo o verso Marte (Deep Space Transponder). Il tunnel pressurizzato dell’ERM è dotato di ampie finestre che offrono una vista a 360° sullo Spazio, sulla Luna, sulla Terra e sul Gateway. Questo volume pressurizzato conterrà anche elementi logistici e altro per l’equipaggio. La consegna è prevista per il 2026, con il lancio l’anno successivo.