L’Airpower Teaming System della Royal Australian Air Force, il drone dotato di intelligenza artificiale su cui si baserà la prossima rivoluzione nel combattimento aereo, ha effettuato il primo rullaggio su pista per verificare il funzionamento e l’integrazione dei sistemi di bordo in vista del primo “take-off” in programma entro la fine dell’anno.
L’Airpower Teaming System (ATS), il drone concepito da Boeing per operare come un “fedele gregario” (Loyal Wingman) dei caccia pilotati dell’Aeronautica australiana (e in futuro di altre nazionalità) grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale ha recentemente effettuato il primo rullaggio su pista, durante il quale si è mosso autonomamente grazie al proprio sistema di propulsione, completando un’altra importante tappa verso il volo inaugurale che è in programma entro la fine del 2020. Ad annunciarlo (oggi 22 ottobre) è stato il colosso statunitense dell’aerospazio, il quale ha specificato che il rullaggio si è svolto a bassa velocità (con punta massima di 14 nodi, circa 26 km/h) ed è servito a dimostrare una serie di attività del velivolo durante le fasi di manovra e di arresto. “Il rullaggio a bassa velocità ci ha permesso di verificare il funzionamento e l’integrazione dei sistemi del velivolo, inclusi i controlli del timone, della frenatura e del motore, con il drone in movimento”, ha spiegato Paul Ryder, Flight Test manager di Boeing Australia.
Il prototipo di cui stiamo parlando è il primo dei tre “dimostratori di concetto” che saranno inizialmente acquistati dalla Royal Australian Air Force (RAAF) nell’ambito del Loyal Wingman Advanced Development Program (LWADP). Quest’ultimo punta a trasformare la RAAF in una forza aerea di 5ª generazione implementando la cosiddetta “intelligenza aumentata”, che si basa sulla combinazione della libertà e dell’agilità che caratterizzano il pensiero umano con la potenza analitica delle macchine.
Le tappe di avvicinamento al “maiden flight”
Il 27 febbraio 2019, un modello dell’ATS venne ufficialmente presentato nel corso dell’Australian International Airshow. Nell’occasione, il vicepresidente e direttore generale di Boeing Autonomous Systems, Kristin Robertson, aveva sottolineato la “capacità [dell’ATS] di riconfigurarsi rapidamente e condurre differenti tipi di missioni in tandem con altri velivoli”, caratteristica che ne avrebbe fatto “un autentico moltiplicatore di forza”, in grado di proteggere e proiettare il potere aereo.
Il riferimento di Robertson era alla possibilità del drone di integrare a bordo pacchetti di sensori “snap-in”, cioè rapidamente sostituibili in base alle esigenze, per supportare le missioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR), nonché di guerra elettronica (EW).
Nel febbraio 2020, Boeing Australia annunciò il completamento della fusoliera del primo prototipo; il successivo 9 aprile, l’integrazione del carrello d’atterraggio a tale fusoliera e la prima accensione del sistema di alimentazione elettrica primaria del velivolo; il 5 maggio, il roll out del drone; il 15 settembre, la prima accensione del motore turbofan commerciale di cui esso è dotato, nell’ambito dei test funzionali e di integrazione svolti a terra in preparazione a quelli in volo.
Il concetto di “Loyal Wingman” e le prospettive sul mercato globale
L’idea di fondo alla base dell’ATS di Boeing e di altri progetti riferibili al concetto di “Loyal Wingman”, come l’XQ-58A Valkyrie di Kratos, è di fare in modo che i futuri UAV cooperino in modo integrato con i velivoli pilotati, ma senza che quest’ultimi debbano sempre controllarli o supervisionarli. I nuovi droni, infatti, dovranno eseguire gli ordini del “leader” umano della formazione aerea in cui sono inseriti, ma – grazie all’intelligenza artificiale – disporranno di autonomia decisionale riguardo alle modalità di esecuzione, nonché di reazione al verificarsi di imprevisti e minacce improvvise. Inoltre, dovranno essere capaci di proseguire la missione in caso di interruzione del collegamento radio con il “leader”.
Per quanto riguarda l’ATS di Boeing, il drone potrà essere controllato anche da velivoli AEW&C (Airborne Early Warning & Control) e da stazioni terrestri. Il decollo e l’atterraggio convenzionali potranno avvenire su diverse tipologie di pista, il che ne farà “un sistema altamente flessibile e adattabile per i nostri clienti globali”, come ha sottolineato il dott. Shane Arnott, direttore del programma Airpower Teaming System di Boeing. In precedenza, il presidente di Boeing International, Marc Allen, aveva sottolineato come l’ATS sia “progettato in modo che i nostri clienti globali possano integrare i loro contenuti locali per soddisfare le specifiche esigenze di ciascun paese. […] I nostri clienti diventeranno di fatto partner del programma, con la capacità di accrescere le proprie capacità sovrane per sostenerlo, compresa una forza lavoro high-tech.”