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Stati Uniti: nuovo test per l’Advanced Battle Management System

Set 15 2020
a cura di Angelo Pinti
La US Air Force ha ospitato la seconda dimostrazione del network digitale basato su reti 4G e 5G, cloud computing e intelligenza artificiale che consentirà a tutte le forze armate statunitensi (e ai loro alleati) di raccogliere, elaborare e condividere in tempo reale un’enorme quantità di informazioni sul campo di battaglia.
Personale dell’US Air Force presso la Joint Base Andrews testa visori per la realtà virtuale nell’ambito dell’esercitazione con l’Advanced Battle Management System (ABMS), il 2 settembre 2020. (U.S. Air Force photo by Senior Airman Daniel Garcia)

Stati Uniti test nuovo ABMS

Stati Uniti test nuovo ABMS


Stati Uniti test nuovo ABMS
Personale dell’US Air Force presso la Joint Base Andrews testa visori per la realtà virtuale nell’ambito dell’esercitazione con l’Advanced Battle Management System (ABMS), il 2 settembre 2020. (U.S. Air Force photo by Senior Airman Daniel Garcia)

Il Dipartimento dell’Air Force statunitense, in collaborazione con lo US Northern Command e lo US Space Command, ha condotto dal 31 agosto al 3 settembre, presso la base aerea di Nellis (Nevada), un secondo e più complesso test sul campo dell’innovativo approccio al combattimento “joint” basato sull’Advanced Battle Management System (ABMS). Quest’ultimo è un network digitale basato su reti 5G e 4G, sistemi di cloud computing e di intelligenza artificiale, grazie al quale una forza congiunta è in grado di raccogliere, analizzare e condividere informazioni con modalità che le consentono di rilevare e contrastare le minacce in modo più veloce ed efficace, contando su una consapevolezza situazionale e un’integrazione delle risorse disponibili superiori a quelle del nemico.

“I futuri campi di battaglia saranno caratterizzati dalla saturazione delle informazioni”, ha spiegato il dottor Will Roper, assistente segretario dell’USAF per le acquisizioni, la tecnologia e la logistica. “Uno degli obiettivi chiave di questo ‘onramp’ (il nome dell’esercitazione, ndr.) era presentare ai partecipanti una stordente varietà di informazioni da sintetizzare, proprio come accadrebbe in un’operazione reale. Ciò ha costretto i comandanti e gli operatori a fidarsi dell’analisi dei dati e dell’intelligenza artificiale per comprendere la battaglia. Valorizzare i dati come una risorsa essenziale per la guerra, non meno vitale del carburante per gli aerei o dei satelliti, è la chiave per la guerra di nuova generazione.”

Poligono missilistico di White Sands, 27 agosto 2020: un drone AT&T prende il volo per fornire connettività 5G ai contractor della difesa partecipanti al secondo round di test dell’ABMS. (U.S. Air Force photo by Senior Airman Daniel Garcia)
Poligono missilistico di White Sands, 27 agosto 2020: un drone AT&T prende il volo per fornire connettività 5G ai contractor della difesa partecipanti al secondo round di test dell’ABMS. (U.S. Air Force photo by Senior Airman Daniel Garcia)
L’ABMS realizza l’Internet delle Cose militare

Nei test conclusi ai primi di settembre, il sistema ABMS ha raccolto e fuso le informazioni in modi nuovi, rendendole disponibili istantaneamente anche a forze geograficamente separate che andavano dal livello operativo a quello tattico del combattimento. Le prove sono servite a testare e perfezionare ulteriormente le tecnologie necessarie per l’ABMS, il quale sta realizzando una “internet delle cose” a beneficio dei militari, in grado di raccogliere e dare un significato a grandi quantità di dati con il supporto dell’intelligenza artificiale. L’ABMS collega i sistemi d’arma e il personale in volo, a terra e sul mare, nonché i nuovi domini dello spazio fisico e di quello cibernetico, come non era mai stato possibile fare prima. Con un budget di 3,3 miliardi di dollari in cinque anni, l’Advanced Battle Management System rappresenta la massima priorità di modernizzazione per il Dipartimento dell’Air Force e costituirà la spina dorsale di un approccio network-centrico che vedrà collaborare tutte le forze armate USA. Questo più ampio programma è noto come JADC2 (Joint All-Domain Command and Control), e quando sarà pienamente realizzato consentirà alle forze statunitensi e alleate di ricevere e fondere una vasta gamma di dati e informazioni in tutti i domini, agendo sulla base di essi.

Il Q-UGV (Quadrupedal Unmanned Ground Vehicle) Vision 60 di Ghost Robotics.
Sensori distribuiti per rilevare e abbattere missili cruise “russi”

L’ultima messa in prova dell’ABMS ha rappresentato un significativo passo avanti per dimensioni e ambizioni rispetto alla prima, che ebbe luogo presso la base aerea di Eglin (Florida) nel dicembre 2019, coinvolgendo 70 team industrial, 65 team governativi provenienti da tutte e sei le forze armate statunitensi, 35 piattaforme militari, 30 località geografiche e 4 poligoni di prova nazionali. Nei test, gli operatori hanno utilizzato l’ABMS per rilevare e bloccare ipotetici tentativi di disturbare/interrompere le operazioni statunitensi nello spazio, oltre ad attacchi contro il territorio nazionale degli Stati Uniti. In particolare, è stato provato l’impiego di molteplici sensori distribuiti per rilevare e abbattere simulacri di missili da crociera russi.

Testati anche “cani robotici” e armi laser montate su veicolo

Oltre a testare i sistemi di raccolta e condivisione dei dati, l’esperimento ha visto l’Air Force utilizzare “cani” robotici con quattro zampe per la difesa perimetrale della base aerea di Nellis. Questi robot, realizzati da Ghost Robotics, sono provvisti di data-link e possono comunicare con altri sistemi. Il modello in questione si chiama Vision 60 ed è un cosiddetto Q-UGV, ovvero Quadrupedal Unmanned Ground Vehicle. Il suo design modulare ne consente l’utilizzo per un’ampia gamma di missioni: ispezione da remoto; intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR); mappatura; comunicazioni distribuite; sicurezza persistente. Oltre alla stabilità su tutti i terreni e alla capacità di operare in qualsiasi ambiente, i Q-UGV di Ghost Robotics presentano una ridotta complessità meccanica rispetto a qualsiasi altro robot con gambe e ai tradizionali UGV su ruote, il che ne aumenta la durata, l’agilità e la resistenza, oltre a ridurre i costi di dispiegamento e manutenzione. Il design modulare consente inoltre di cambiare qualsiasi sotto-assemblaggio nel giro di pochi minuti.

Il Compact Laser Weapon System (CLWS) di Boeing montato su un Utility Task Vehicle. (Boeing)
Il Compact Laser Weapon System (CLWS) di Boeing montato su un Utility Task Vehicle. (Boeing)

Un altro sistema sperimentato durante il test dell’ABMS è stato il Compact Laser Weapon System (CLWS) di Boeing. Questo sistema a energia diretta, montato su un piccolo Utility Task Vehicle, ha difeso con successo un convoglio di protezione della forza contro sistemi aerei senza pilota a bordo (UAS). “In uno scenario futuro, una capacità a energia diretta integrata e collegata in rete – come dimostrato in questa esercitazione dal CLWS – fornirebbe agli operatori informazioni vitali e uno strumento per rispondere alle minacce con maggiore rapidità”, ha affermato Ron Dauk, program manager dell’unità Laser & Electro-Optical Systems di Boeing. Infatti, durante l’esperimento il CLWS ha trasmesso video in diretta e “letture” sulle minacce agli operatori della base aerea di Andrews (Maryland), fornendo loro sia consapevolezza situazionale in tempo reale, sia capacità operative da remoto, e ricevendo a sua volta i dati necessari per abbattere il drone.

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