Dopo diversi rinvii è stato lanciato il vettore “made in Italy”, che ha rilasciato in orbita 53 piccoli satelliti appartenenti a 21 società di 13 paesi diversi. Tra gli obiettivi, l’osservazione della Terra, le telecomunicazioni, la scienza e la tecnologia.
Il vettore europeo VEGA, approntato per la missione VV16, è decollato regolarmente dalla base spaziale di Kourou, nella Guyana Francese, alle 3:51 (ora italiana) del 3 settembre 2020. Il vettore è stato progettato e costruito dalla società italiana Avio e ha rilasciato nello spazio, su quote orbitali diverse, 53 fra nano, micro e minisatelliti (da 1 a 400 kg) a beneficio di 21 clienti di 13 diversi paesi.
“Dopo il rinvio di marzo a causa della pandemia di Covid-19 e quello di giugno causato da condizioni meteorologiche avverse, il successo del rientro in volo di VEGA è frutto del duro lavoro di tutto lo staff Avio che continua a dimostrare grande professionalità, competenza e resilienza”, ha commentato Giulio Ranzo, amministratore delegato dell’azienda di Colleferro (RM).
I satelliti lanciati in orbita saranno utilizzati per varie applicazioni, tra cui l’osservazione della Terra, le telecomunicazioni, la scienza, la tecnologia e l’educazione. La missione di VEGA VV16 si è conclusa con successo 2 ore e 4 minuti dopo il decollo. Il suo prossimo volo è previsto per novembre.
Small Spacecraft Mission Service
VEGA ha posizionato perfettamente in orbita 7 microsatelliti di peso compreso tra 15 kg e 150 kg a 515 km di quota, insieme a 46 CubeSat più piccoli, che invece sono stati sganciati a un’altitudine di 530 chilometri, in un unico ride-share grazie all’innovativo adattatore di carico SSMS (Small Spacecraft Mission Service).
L’SSMS è un erogatore modulare in fibra di carbonio progettato da Avio per soddisfare le richieste del servizio di lancio dell’orbita terrestre bassa (300 km e più dalla Terra) per cluster di piccoli satelliti di peso compreso tra 1 kg (cluster Cubesat o Cubesat) e 400 kg (Minisat). L’autorità di progettazione per il sistema di erogazione multi-payload è SAB Aerospace, una PMI italiana indipendente. Il programma SSMS, avviato dall’Agenzia spaziale europea (ESA) con il contributo della Commissione europea, aumenterà la capacità di offrire soluzioni di ride-share su misura per il mercato dei piccoli satelliti. Ranzo ha affermato: “Le eccellenti prestazioni del distributore SSMS, che ha permesso – prima volta per l’Europa – di mettere in orbita 53 satelliti in un unico ride-share, aumenta la capacità di VEGA di soddisfare al meglio le crescenti aspettative dei nostri clienti in termini di risparmio sui costi e nuove tecnologie in un mercato in crescita”.
DIDO-3 e i satelliti in orbita
Tra gli altri payload rilasciati in orbita, anche un laboratorio di microgravità (DIDO-3) nato dalla collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e quella Israeliana (ISA), in cooperazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e il Ministero della Scienza e della Tecnologia (MOST) israeliano. A bordo di DIDO-3, quattro esperimenti congiunti italo-israeliani nei settori della ricerca biologica e farmacologica, che sono controllati da terra attraverso un’applicazione mobile e che vedono, per la parte italiana, il coinvolgimento dell’Università Federico II di Napoli, dell’Università di Roma 3, dell’Università di Roma Tor Vergata e dell’Università di Bologna.
A bordo di VEGA, uno dei payload più interessanti è il dispenser di Cubesat ION, un prototipo al suo primo lancio costruito e progettato dall’azienda italiana D-Orbit. ION CubeSat Carrier (In Orbit NOW) è un vero e proprio satellite, di ingombro ridotto e del peso di circa 150 kg di massa complessiva, che ha la funzione di trasportatore di cubesats.
PICASSO (PICo-satellite for Atmospheric and Space Science Observations) è invece il Cubesat dell’ESA. Si tratta di un microsatellite di circa 30 centimetri di lunghezza, con l’obiettivo di studiare lo strato di Ozono della nostra atmosfera grazie all’utilizzo di uno spettrometro di dimensioni ridotte fornito dal VTT Technical Research Centre of Finland Ltd.
Oltre a questi due payload, come citato precedentemente, saranno presenti in totale 53 satelliti, fra cui i 7 microsatelliti gestiti da ArianeSpace e gli altri 46 nanosatelliti da diverse aziende. In particolare:
– Un satellite sperimentale di comunicazioni satellitari per Spaceflight INC.;
– GHGSat-C1, il primo della costellazione dell’azienda canadese GHGSat Inc., che studierà le emissioni di gas a effetto serra emanati da grandi sorgenti a Terra;
– NEMO-HD, il primo microsatellite della Slovenia, che combina riprese video e fotografie multispettrali per fornire informazioni su fiumi, agricoltura e urbanistica;
– UPMSat-2, microsatellite dell’Universidad Politécnica Madrid, utilizzato per la didattica e l’educazione;
– ESAIL, microsatellite progettato all’interno del programma dell’ESA SAT-AIS e che servirà al tracciamento di navi e imbarcazioni.
– ION, dispenser di Cubesat di D-Orbit;
– NewSat, satellite commerciale per l’osservazione della terra.
L’Italia riparte dallo spazio
Il presidente dell’ASI, Giorgio Saccoccia, ha commentato: “Il lancio del VEGA rappresenta simbolicamente la ripartenza dell’Italia dello spazio dopo il lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19, che ha rallentato la produzione ma non ha spento la creatività e la voglia di innovare di questo importante comparto dell’economia italiana. Ora l’Italia dello spazio ha ripreso a correre.”
Sul VEGA: “Una storia di grande successo, quella del VEGA, che ha inanellato 14 lanci di successo di fila, un fatto assolutamente non scontato nel trasporto spaziale. Grazie poi al sistema di distribuzione di satelliti SSMS, VEGA sarà ancora più competitivo e versatile, e avrà la capacità di mettere in orbita una grandissima quantità e varietà di piccoli satelliti per far fronte alla crescente richiesta da parte dell’utenza istituzionale e commerciale. Ancora una volta, la conferma che si tratta di un veicolo flessibile per fare dello Spazio uno strumento di ritorno economico, importantissimo in un momento difficile come quello attuale.”
L’Italia, quindi, fa da capofila tra i paesi coinvolti nel progetto, grazie al know-how e alle skills delle sue aziende e istituzioni. Ad esempio, tra i piccoli satelliti messi in orbita, descritti precedentemente, si trova il contributo italiano sviluppato da D-Orbit, start-up con sede a Como.
Inoltre, uno dei satelliti contiene a bordo Phi-sat-1, la prima rete neurale a essere inviata nello spazio, con una Intelligenza Artificiale messa a punto dai ricercatori del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa. “Phi-sat-1 utilizza una rete neurale profonda per riconoscere la presenza di nuvole nelle immagini acquisite dalla camera iperspettrale”, ha spiegato Luca Fanucci, docente dell’Università di Pisa e responsabile scientifico Phi-sat-1 per il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione: “La sfida per il nostro gruppo di ricerca è stata trovare il miglior compromesso fra le prestazioni dell’Intelligenza Artificiale e le risorse di calcolo e di memoria disponibili nel processore utilizzato a bordo. Questa sfida ha coinvolto con entusiasmo molti giovani ricercatori e dottorandi del Dipartimento, che sono riusciti a sviluppare una rete neurale che garantisce una classificazione binaria (nuvola/non-nuvola) con un’accuratezza del 92%, un tempo di esecuzione di 325 ms e un consumo di potenza di 1.8W.”
Nella “missione Phi-sat-1” ha avuto parte importante anche l’azienda olandese Cosine Measurement Systems, che ha sviluppato il sistema di acquisizione di immagini denominato HyperScout-2, il quale ha permesso un miglioramento significativo nell’elaborazione di bordo delle immagini grazie all’utilizzo della rete neurale.