Il rischio che le tensioni con Ankara nel Mediterraneo orientale degenerino in conflitto aperto ha indotto Atene a rafforzare le capacità delle proprie forze armate. In quest’ottica, sarebbe prossima l’acquisizione di caccia Rafale e almeno una fregata di produzione francese.

Il 7 settembre, il portavoce del governo greco Stelios Petsas ha riferito l’intenzione della Grecia di acquistare sistemi d’arma, rafforzare lo strumento militare e sviluppare l’industria della difesa nazionale, mentre si assiste a un’escalation di tensione nel Mediterraneo orientale con la vicina Turchia. “La leadership turca lancia, quasi quotidianamente, minacce di guerra e rilascia dichiarazioni provocatorie contro la Grecia”, ha detto Petsas. “Rispondiamo con prontezza politica, diplomatica e operativa, determinati a fare tutto il necessario per proteggere i nostri diritti sovrani”.
Il primo ministro, Kyriakos Mitsotakis, annuncerà i dettagli dei piani per rafforzare lo strumento militare del paese durante il discorso annuale sullo stato dell’economia che terrà il 12 settembre.
“Siamo in contatto con paesi amici per rafforzare l’equipaggiamento delle nostre forze armate”, ha detto Petsas. Mitsotakis, lo scorso 4 settembre, ha incontrato il ministro della Difesa Nikos Panagiotopoulos, insieme al Capo di Sstato Maggiore della Difesa nazionale (GEETHA), Konstantinos Floros, e al comandante in capo della Marina, Stylianos Petrakis, per discutere del previsto potenziamento delle capacità di difesa della Grecia. Secondo quanto riferito dal quotidiano greco “Ekathimerini”, le acquisizioni potrebbero includere aerei da combattimento Rafale di produzione francese e almeno una fregata, anch’essa francese.
Grecia e Francia si avvicinano
Secondo fonti greche, i dettagli dell’accordo franco-ellenico saranno definiti il 10 settembre in Corsica, dove il presidente francese Emmanuel Macron e il premier greco Mitsotakis si incontreranno a margine del vertice dei leader dell’Europa meridionale (MED 7), un meeting in cui difesa e Mediterraneo orientale saranno i temi centrali.
L’agenzia di stampa greca “Pentapostagma” riporta che l’acquisizione dei Rafale è stata a lungo nei piani dell’Aeronautica militare ellenica e, secondo le fonti, Dassault starebbe per inviare un’offerta ad Atene per 10 nuovi Rafale di ultima generazione (4.5), e l’accordo dovrebbe essere concluso entro la fine del 2020. In atto ci sarebbe già un’intesa informale tra i governi, secondo la quale ai suddetti 10 caccia si aggiungeranno ulteriori 8 Rafale nella variante di base donati dall’Armée de l’air francese.
L’Hellenic Air Force (HAF) dispone già di una piccola flotta di Mirage 2000-5 di fabbricazione francese, e i nuovi Rafale potrebbero rappresentare una sfida significativa per i jet turchi sull’Egeo e sul Mediterraneo.

Continuano le tensioni con la Turchia
I diritti di esplorazione nel Mediterraneo Orientale sono stati più volte motivo di disputa fra Ankara e Atene, ma questa si è intensificata quando la Turchia ha inviato la nave di ricerca sismica Oruc Reis, accompagnata da navi da guerra, a cercare riserve di petrolio e gas in un’area tra Cipro e l’isola greca di Creta che Atene rivendica come appartenente alla propria piattaforma continentale. La Grecia, dal canto suo, ha inviato le proprie navi militari nell’area e ha messo in allerta le forze armate.
Le tensioni che sono andate aumentando sempre più dalla firma del Memorandum tra Turchia e Libia del 27 novembre 2019, a cui è seguito, il 6 agosto di quest’anno, l’accordo sottoscritto da Grecia ed Egitto che delimita le rispettive Zone Economiche Esclusive (ZEE) nel Mediterraneo orientale in contrasto con quelle definite dall’accordo turco-libico.
Il presidente turco Erdogan, il 5 settembre scorso, ha intimato alla Grecia di avviare colloqui sulle rivendicazioni territoriali nel Mediterraneo orientale oppure di affrontarne le conseguenze: “O capiranno il linguaggio della politica e della diplomazia, oppure sul campo con esperienze dolorose. Capiranno che la Turchia ha il potere politico, economico e militare per strappare le mappe e i documenti immorali imposti”, ha dichiarato Erdogan, riferendosi alle aree contrassegnate dalla Grecia e da Cipro come loro ZEE.
Le reazioni dell’UE e della NATO
Dopo numerose pressioni da parte della Grecia, l’Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, aveva annunciato alcune possibili sanzioni da imporre alla Turchia per aver inviato una nave per la ricerca energetica e navi da guerra vicino alle acque greche. Ma i leader dell’Unione Europea decideranno ufficialmente sull’approccio da adottare nei confronti di Ankara quando si incontreranno per delle consultazioni nell’ambito al Consiglio Europeoil 24 e 25 settembre. Il ministro degli Esteri greco, Nikos Dendias, ha affermato nei giorni scorsi che la Turchia è l’unico paese della regione “che minaccia di guerra i suoi vicini”, aggiungendo che la Grecia è “sempre pronta a dialogare con la Turchia, purché il dialogo sia basato sul diritto internazionale e sull’unica questione in sospeso: la delimitazione della piattaforma continentale”.
Il Consiglio Nord Atlantico, il principale organo decisionale politico della NATO, si è riunito, mercoledì 9 settembre, per discutere di due questioni: la Russia e le tensioni nel Mediterraneo orientale. Il rappresentante permanente della Grecia presso l’Alleanza ha affrontato la questione dell’aggressione turca nella regione, fornendo un resoconto dettagliato delle violazioni turche nell’Egeo e nel Mediterraneo orientale. Per il governo ellenico la sola condizione necessaria per l’allentamento delle tensioni è il ritiro delle navi turche; aggiungendo inoltre che “una discussione politica tra gli alleati della NATO deve precedere e stabilire i parametri di qualsiasi colloquio tecnico”.
L’incontro, come riportato dalle fonti, ha quindi permesso alla Grecia di informare gli Stati membri dell’alleanza sulle provocazioni compiute da un membro della NATO contro un altro. La Grecia insieme ad altri membri dell’alleanza hanno anche sottolineato l’impegno ai sensi dell’articolo 1 della Carta della NATO per la risoluzione pacifica delle divergenze e l’astensione dalla minaccia o dall’uso della forza.
Oggi Giovedì 10 settembre Atene presenterà alla NATO una serie di proposte per allentare la crescente tensione con Ankara sui diritti marittimi ed energetici nel Mediterraneo orientale.

Collaborazione militare tra Grecia, Cipro e Israele
Per completezza di informazioni bisogna aggiungere che il programma 2021 per la cooperazione militare tripartita di Grecia, Cipro e Israele è stato firmato il 9 settembre presso il Ministero della Difesa nazionale greco, alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Difesa nazionale ellenica (HNDS), il generale Konstantinos Floros, e dei capi delle forze armate di Cipro e Israele. La firma è stata preceduta da una riunione delle delegazioni che ha disposto il rafforzamento della cooperazione militare tra le forze armate dei tre paesi attraverso un programma di esercitazioni e attività operative congiunte.
Il ministro degli Esteri di Cipro, Nicos Christodoulides, durante un incontro a Nicosia con il suo omologo russo Sergej Lavrov ha affermato che la comunità internazionale deve intercedere per fermare le “azioni destabilizzanti” della Turchia nel Mediterraneo orientale che vanno a colpire Grecia e Cipro. “È essenziale, in questo frangente, che la comunità internazionale, specialmente i membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU come la Russia, intercedano per fermare le azioni illegali della Turchia e i comportamenti che non aderiscono al quadro della legge internazionale”. Dal canto suo, Lavrov ha mostrato l’intenzione di Mosca di favorire l’allentamento delle tensioni nel Mediterraneo orientale e l’avvio di un “dialogo autentico” volto a produrre “soluzioni reciprocamente accettabili”.