Il pilota robot dell’USAF torna a volare

Set 30 2020
a cura di Angelo Pinti
Dopo una pausa dovuta alla necessità di studiare le cause di un incidente in fase di atterraggio occorso nel 2019, l’Air Force Research Laboratory ha ripreso i test di volo con il kit ROBOpilot che trasforma un aereo con equipaggio a bordo in uno “unmanned” senza apportare modifiche permanenti al velivolo.
La cabina di pilotaggio del Cessna 206 dopo l’installazione del sistema ROBOpilot di DZYNE Technologies Inc.

Air Force ROBOpilot volo


Air Force ROBOpilot volo


Air Force ROBOpilot volo
La cabina di pilotaggio del Cessna 206 dopo l’installazione di ROBOpilot nell’area che normalmente ospita il sedile del pilota. Il sistema interagisce con l’aereo allo stesso modo di un pilota umano, azionando i comandi e analizzando i dati di volo. (Foto DZYNE Technologies Inc.)

Il Center for Rapid Innovation (CRI) dell’Air Force Research Laboratory (AFRL) e DZYNE Technologies hanno annunciato il 28 settembre la ripresa dei test di volo con il sistema robotico ROBOpilot che trasforma un aereo civile in un UAV (Unmanned Aerial Vehicle): il quarto volo si è svolto il giorno 24 presso il Dugway Proving Ground (Utah), è durato circa 2,2 ore e ha raggiunto tutti gli obiettivi prefissati.
La prova condotta rappresenta una tappa importante per il programma dell’USAF, in quanto ROBOpilot, che aveva effettuato il suo volo inaugurale il 9 agosto 2019, nel corso di un successivo atterraggio era incappato in un incidente che aveva portato a un’indagine del Safety Investigation Board e degli ingegneri dell’AFRL impegnati nel progetto. Ricevuto il rapporto sull’incidente, “il team del CRI e di DZYNE ne hanno analizzato le risultanze e recepito le raccomandazioni per garantire il successo di quest’ultimo test”, ha spiegato Marc Owens del CRI, responsabile del programma ROBOpilot. “Abbiamo determinato la causa dell’incidente, identificato la migliore linea di azione correttiva e siamo molto soddisfatti di aver ripreso i test di volo. ROBOpilot è un’idea troppo buona per lasciare che l’incidente faccia deragliare lo sviluppo di questa tecnologia”, ha aggiunto Owens, precisando che il nuovo prototipo è di nuova costruzione e basato su un diverso velivolo Cessna 206.

Nella prova del 24 settembre, il sistema ROBOpilot, installato su un Cessna 206, ha volato per oltre 2 ore. (Foto AFRL)
Nella prova del 24 settembre, il sistema ROBOpilot, installato su un Cessna 206, ha volato per oltre 2 ore e raggiunto tutti gli obiettivi del test. (Foto AFRL)
ROBOpilot interagisce con il velivolo allo stesso modo di un pilota umano

Ma in cosa consiste ROBOpilot? Si tratta di un kit da applicare che converte un aereo dell’aviazione generale in un UAV in modo rapido e conveniente senza apportare modifiche permanenti al velivolo. Il sistema può condurre missioni di volo autonomamente, per poi essere rimosso in modo da riportare l’aereo alla sua configurazione con equipaggio. L’installazione del kit prevede la rimozione del sedile del pilota e l’installazione, al suo posto, di un’intelaiatura che contiene tutte le apparecchiature necessarie per controllare l’aereo, inclusi attuatori, elettronica, videocamere, sistemi di alimentazione e un braccio robotico.
ROBOpilot interagisce con il velivolo allo stesso modo di un pilota umano: “afferra” la cloche, preme i pedali per controllare il timone e le superfici frenanti, regola la velocità agendo sulla manetta, legge gli indicatori sui pannelli dei comandi, eccetera. Il sistema dispone di suoi propri sensori, come il GPS e l’unità di misura inerziale (IMU), per la “consapevolezza della situazione” (situational awareness). Un computer analizza tutte le informazioni disponibili per prendere decisioni su come controllare al meglio il volo.

L’Air Force Research Laboratory (AFRL) Center for Rapid Innovation (CRI) e DZYNE Technologies hanno ripreso i test di volo della piattaforma aerea “unmanned” ROBOpilot lo scorso 24 settembre.
L’Air Force Research Laboratory (AFRL) Center for Rapid Innovation (CRI) e DZYNE Technologies hanno ripreso i test di volo della piattaforma aerea “unmanned” ROBOpilot lo scorso 24 settembre, presso il Dugway Proving Ground (Utah). (Foto AFRL)
I vantaggi offerti da ROBOpilot e dal programma SBIR

“ROBOpilot offre i vantaggi delle operazioni senza pilota senza la complessità e il costo iniziale associati allo sviluppo di nuovi veicoli senza pilota”, ha spiegato Il Dr. Alok Das, Senior Scientist presso il Center for Rapid Innovation dell’AFRL, il quale ha sottolineato come l’approccio non invasivo di tale soluzione sfrutti la tecnologia e i componenti commerciali già esistenti. Inoltre, ROBOpilot incorpora molti sottosistemi e lezioni apprese dai precedenti programmi di conversione di aeromobili portati avanti dall’Air Force Research Laboratory e da DZYNE Technology, ed è il risultato di un contratto Direct to Phase II SBIR (Small Business Innovative Research) assegnato a quest’ultima dal CRI.
Il Center for Rapid Innovation utilizza abitualmente il programma SBIR per identificare le tecnologie e i talenti ingegneristici di cui ha bisogno per i suoi progetti. Lavorando con team di piccole imprese innovative, il CRI ha sviluppato numerose soluzioni poi affermatesi in ambito operativo: sistemi trasportabili in uno zaino da impiegare per lo strike di precisione contro obiettivi fugaci di elevato valore, sistemi C-IED (Counter-Improvised Explosive Device) per il contrasto agli ordigni improvvisati, capacità anti-drone e comunicazioni sicure in movimento.

Un video del primo volo, effettuato il 9 agosto 2019, della piattaforma aerea “unmanned” ottenuta applicando un kit ROBOpilot a un Cessna 206. (AFRL)
L’Air Force Research Laboratory e il Center for Rapid Innovation

L’Air Force Research Laboratory (AFRL) è il principale centro di ricerca scientifica e sviluppo del Dipartimento dell’Air Force statunitense, con una forza lavoro di oltre 11.000 dipendenti in nove aree tecnologiche e 40 ulteriori attività in tutto il mondo. Il centro svolge un ruolo fondamentale nel guidare la scoperta, lo sviluppo e l’integrazione di tecnologie belliche economicamente accessibili per le forze aeree, spaziali e del cyberspazio. L’AFRL ha istituito il Center for Rapid Innovation (CRI) nel 2006, allo scopo di semplificare l’applicazione di tecnologie nuove ed esistenti per fronteggiare i cambiamenti in atto negli spazi di battaglia aereo, spaziale, terrestre e cibernetico, risolvendo necessità operative urgenti e sfidanti. Questo compito viene svolto utilizzando molteplici competenze e un approccio tecnico e gestionale collaborativo tra Governo e Industria per sviluppare, testare e mettere in campo rapidamente soluzioni prototipo innovative per ambienti operativi dinamici.

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