Nella terza tornata degli AlphaDogfight trials organizzati dalla Defense Advanced Research Projects Agency del Pentagono, un “pilota AI” sviluppato da Heron Systems ha mostrato una “capacità di mira sovrumana”, registrando una “gigantesco balzo in avanti” verso le forme di combattimento aereo del futuro.
Con un secco 5 a 0 che non lascia adito a dubbi, un “pilota AI” (dove AI sta per Artificial Intelligence) sviluppato da Heron Systems ha battuto un pilota istruttore dell’US Air Force ai comandi del simulatore dell’F-16 in una serie di duelli aerei del genere “dogfight”, ovvero a corto raggio, come quelli che hanno fatto la storia nei due conflitti mondiali del secolo scorso. Il confronto si è svolto nella terza giornata degli AlphaDogfight Trials 3 organizzati dalla DARPA (l’agenzia del Pentagono che sviluppa nuove tecnologie per impieghi militari), svoltisi nei giorni 18-19-20 agosto in modalità virtuale a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia di Covid-19. Le prove precedenti (Trials 1 e 2) si erano tenute rispettivamente a novembre 2019 e gennaio 2020, ed erano servite alle otto aziende e istituti coinvolti per affinare gli algoritmi dei propri piloti AI in vista dei trial finali di agosto.
Il programma Air Combat Evolution (ACE)
Gli AlphaDogfight trials sono stati concepiti come fase di riduzione del rischio per il programma Air Combat Evolution (ACE) della DARPA, il cui scopo è sviluppare le modalità con le quali piloti umani e intelligenza artificiale possono condividere il controllo operativo di un caccia da combattimento per incrementare al massimo le possibilità di successo della missione assegnata. In particolare, si punta a trasformare il pilota umano “da operatore di una piattaforma singola a comandante di missione”, come tale incaricato non solo di pilotare il proprio aereo, ma anche di gestire squadre di droni asservite al proprio velivolo.
In quest’ottica, il colonnello Dan “Animal” Javorsek, responsabile del programma ACE per lo Strategic Technology Office della DARPA, aveva così descritto le finalità dei Trials 3 di AlphaDogfight: “Indipendentemente dal fatto che a vincere il duello finale sia l’uomo o la macchina, gli AlphaDogfight Trials puntano a incrementare la fiducia nell’intelligenza Artificiale. Se il campione dell’IA si guadagna il rispetto di un pilota di F-16, faremo un passo avanti verso il raggiungimento di un efficace teaming uomo-macchina nel combattimento aereo, che è l’obiettivo del programma ACE.”
Ebbene, si possa dire che la schiacciante vittoria del pilota AI sul pilota umano dell’USAF nei duelli del 20 agosto abbia decisamente aumentato la “fiducia” nei confronti dell’intelligenza artificiale. In particolare, l’AI di Heron Systems ha dimostrato di saper compiere manovre molto aggressive e di possedere una “capacità di mira sovrumana” (come l’ha definita il Ten. Col. dell’USAF Justin Mock, in forza alla DARPA) che le ha consentito di colpire numerose volte l’avversario, apparso sostanzialmente impotente di fronte alla “macchina”. Tanto è vero che il pilota istruttore che lo impersonava, di cui è noto soltanto l’identificativo radio “Banger”, ha commentato con preoccupazione durante la prova: “Le cose standard che facciamo come piloti da caccia non funzionano [contro questo avversario]”.
Una dimostrazione “impressionante”, ma la strada da fare è ancora lunga
Al termine dei cinque round di combattimento aria-aria, tutti vinti dall’AI di Heron Systems, la DARPA non ha nascosto la propria soddisfazione, giudicando “impressionante” la dimostrazione offerta dall’intelligenza artificiale, soprattutto considerando che le otto aziende coinvolte nel programma avevano cominciato a sviluppare le rispettive AI meno di un anno fa, nel settembre 2019. Dopo i Trials 1 e 2 che hanno permesso loro di affinare gli algoritmi, ai Trials 3 i team concorrenti hanno partecipato a tre giorni consecutivi di prove e selezioni. Il 18 agosto hanno affrontato avversari virtuali sviluppati dal Johns Hopkins Applied Physics Laboratory di Laurel – Maryland (l’istituto che ha ospitato i Trials 3) e simulanti missili cruise, aerei da caccia e bombardieri pesanti. Il giorno successivo si sono confrontati gli uni con gli altri, dando vita a un girone “all’italiana” dal quale sono usciti i quattro team finalisti: Aurora Flight Sciences, Heron Systems, Lockheed Martin e PhysicsAI. Quest’ultimi si sono dati battaglia il terzo e ultimo giorno dei Trials 3, il 20 agosto, con il vincitore finale Heron Systems che si è qualificato (con 213 abbattimenti virtuali e appena 16 sconfitte in tre giorni) per la sfida al pilota umano.
Pur riconoscendo il pieno successo dell’AI nell’AlphaDogfight, i funzionari della DARPA hanno messo le cose nella giusta prospettiva, ricordando come la tre giorni di prove abbia dimostrato che l’intelligenza artificiale è in grado di manovrare un aereo in uno scenario di combattimento semplice, uno contro uno, impiegando con successo le sue armi in un dogfight classico, stile Seconda guerra mondiale. Tuttavia, hanno aggiunto, l’AI deve fare ancora molta strada prima che le si possano consegnare i comandi di un jet durante un combattimento aria-aria complesso, e non si può ancora dire se un “pilota AI” di questa tipo sia realmente fattibile. La DARPA intende ora portare il simulatore utilizzato per le prove e le simulazioni dell’AlphaDogfight alla base aerea di Nellis, affinché altri piloti dell’USAF possano provare a battere i piloti AI. I prossimi passi consisteranno nel testare le capacità di quest’ultimi di condurre missioni di combattimento aereo di tipologia diversa.