Il grande giacimento, situato al largo della penisola anatolica, avrà implicazioni positive per l’approvvigionamento energetico del paese e incoraggerà ancor più le esplorazioni di Ankara nel Mediterraneo orientale, dove i suoi rapporti con la Grecia risultano sempre più tesi.
In un discorso alla nazione tenuto il 22 agosto, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha annunciato la scoperta di un grande giacimento di energia nel Mar Nero, il più importante mai fatto dal suo paese, ad opera della nave da perforazione Fatih: “Vorrei condividere con voi una notizia storica”, ha detto il capo di stato. “Sappiamo che l’energia è elemento principale dello sviluppo del paese”. Il giacimento, situato nell’area denominata Tuna-1, a 100 miglia nautiche a nord della costa turca, vanta 320 miliardi di metri cubi di gas e verrà attivato entro il 2023. Secondo i dati raccolti, nella stessa area potrebbero essere presenti anche altre riserve.
Le operazioni presso il giacimento di gas naturale saranno gestite dalla Turkish Petroleum Corporation (TPAO), unico proprietario del campo, secondo quanto riferito dal ministro dell’Energia e delle Risorse Naturali, Fatih Dönmez.
Una scoperta importante per l’approvvigionamento energetico della Turchia
Nonostante le tensioni che animano le relazioni tra i paesi nel Mediterraneo orientale, il paese anatolico si è concentrato anche sul Mar Nero, e questa scoperta risulta essere positiva non solo dal punto di vista economico, ma anche per il raggiungimento del suo obiettivo di diventare un hub energetico della regione.
La Turchia, che è stata a lungo una via di transito per le risorse a causa della sua posizione geografica, ora cerca di diventare un produttore di energia e, alla fine, un esportatore.
A questo proposito, Erdoğan ha affermato: “Essendo un paese che soffre da anni di problemi a causa della dipendenza da fonti energetiche straniere, credo che ora possiamo guardare al futuro con maggiore fiducia”. Infatti, secondo quanto riportato anche dal Financial Times, l’attuale scoperta potrebbe essere la più grande mai fatta nel Mar Nero e avere enormi implicazioni per l’approvvigionamento energetico del paese. Anche se non metterà fine del tutto alla dipendenza della Turchia da paesi quali la Russia, l’Azerbaijan o l’Iran, si prevede che potrà alleviare l’onere finanziario delle importazioni energetiche di Ankara per diversi anni, e intanto la incoraggerà a perseguire i suoi interessi nel Mediterraneo orientale in modo ancor più deciso di quanto stia già fecendo. A questo proposito, come annunciato da Erdoğan, la Turchia continuerà le ricerche con la sua nave Yavuz: “Speriamo di aver lo stesso successo anche nel Mediterraneo. Siamo decisi a risolvere il problema del gas e dell’energia per la nostra autosufficienza e per colmare parte del nostro debito estero.”
Mehmet Seyfettin Erol, presidente del centro studi ANKASAM (Ankara Center for Crisis and Policy Research), ha affermato che la scoperta di gas naturale potrebbe aumentare l’influenza regionale della Turchia: “Il gas naturale e il petrolio a volte sono stati utilizzati come armi contro la Turchia, quindi è probabile che la scoperta rafforzi la posizione turca in ragione della sicurezza dell’approvvigionamento energetico”. Erol ha aggiunto che le relazioni energetiche fra Turchia e Russia ne potrebbero essere influenzate. Inoltre: “Una cosa che non dovrebbe essere trascurata a questo proposito è che potrebbe apparire una nuova struttura geopolitica nella regione del Mar Nero. Probabilmente, questa farà parte dell’agenda internazionale e diventerà il centro della competizione geopolitica, in quanto l’interesse di terzi nei confronti di questa regione potrebbe aumentare.”
Le reazioni internazionali alla scoperta
Gli osservatori internazionali hanno accolto con favore la “buona notizia” del presidente turco. Mahmoud Abbas (Abū Māzen), presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, ha salutato con favore il successo della Turchia, mentre Erdoğan da parte sua ha ribadito il sostegno di Ankara alla causa palestinese. Anche il presidente ucraino Zelensky si è congratulato con Erdoğan, esprimendo la speranza che le riserve energetiche scoperte vadano a vantaggio della Turchia. I due leader hanno anche discusso degli sviluppi regionali e delle misure per migliorare le relazioni bilaterali.
Il presidente del parlamento turco, Mustafa Sentop, e la sua omologa azera, Sahiba Gafarona, hanno avuto un colloquio telefonico durante il quale Gafarona si è congratulata della recente scoperta di gas nel Mar Nero da parte della Turchia, ribadendo come i legami di fratellanza e amicizia tra Ankara e Baku continueranno a rafforzarsi.
Anche il presidente del Pakistan Arif alvi si è congratulato con Erdoğan e il popolo turco, dicendo: “Gli amici si dilettano e gioiscono della felicità e della prosperità degli amici”.
Per quanto riguarda invece i rapporti con l’Unione Europea, Ahmet Uysal, capo del Middle East Strategic Studies Center (ORSAM), ha evidenziato come questa scoperta potrebbe avere un impatto positivo e aumentare l’importanza della Turchia agli occhi della leadership europea, che è alla ricerca di fornitori di energia alternativa.
Continuano le tensioni con la Grecia
I rapporti tra Ankara e Atene, vicini storici, non potrebbero essere più tesi. Il 23 agosto scorso, la Turchia ha emesso un Navtex (acronimo di NAVigational TEXt Messages, usato per avvisi e bollettini di navigazione e meteorologici e per trasmettere informazioni urgenti sulla sicurezza alle navi) annunciando l’estensione delle attività di ricerca delle sue navi Oruc Reis, Cengiz Han e Ataman fino al 27 agosto. In precedenza, la Turchia aveva annunciato che la nave avrebbe condotto ricerche nella regione fino al 23 agosto. La Turchia ha ripreso l’esplorazione energetica nel Mediterraneo orientale all’inizio di agosto, dopo che la Grecia e l’Egitto avevano firmato un accordo sulla delimitazione marittima il giorno 6.
La Grecia ha risposto al Navtex turco, considerato illegale dal governo ellenico, annunciando un’esercitazione aeronautica nel Mediterraneo orientale a cui parteciperanno soltanto le forze armate greche. Il Navtex emesso dalla Grecia ha bloccato così la regione sudorientale di Creta, Rodi, Karpathos e Kastellorizo, con validità dal 25 al 27 agosto. Il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, ha incolpato Atene di non rispettare le regole di buon vicinato e di mettere in pericolo la sicurezza della navigazione, aumentando la tensione nell’area.
Erdoğan ha osservato che allo stesso modo in cui la Turchia non interviene in questioni sul territorio, la sovranità o gli interessi di altri paesi, si aspetta che gli altri facciano lo stesso nei suoi confronti. “Siamo determinati a fare tutto ciò che è politicamente, economicamente e militarmente necessario per garantire questo”, ha affermato il presidente, aggiungendo che tutti i paesi devono rendersi conto che la Turchia non è più un paese la cui pazienza, determinazione e coraggio possano essere messe alla prova. “Se [la Grecia NDR] vuole pagare un prezzo, che venga e ci affronti. Se non ha il coraggio di farlo, dovrebbe farsi da parte”, ha aggiunto, definendo la Grecia come “indegna dell’eredità bizantina” e nascosta dietro all’Unione Europea nella propria ricerca di pirateria e illegalità.
Per trovare una soluzione diplomatica alla crisi tra Grecia e Turchia, il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha incontrato in due brevi visite ad Atene e Ankara, il 25 agosto, il ministro degli Esteri greco, Nikos Dendias, e l’omologo turco Mevlut Cavusoglu. Al termine degli incontri, Maas ha ammesso che la controversia è entrata in una fase molto critica e che “una nuova scintilla tra Grecia e Turchia potrebbe comportare un disastro”. Tuttavia, “nessuno vuole risolvere la questione in modo militaristico”, ha assicurato il ministro tedesco, “e da entrambe le parti c’è disponibilità al dialogo”.