Il progetto europeo, che sarà coordinato dall’Università di Siena e avrà ENEA fra i suoi partner, si pone l’obiettivo di sviluppare, nei Paesi del bacino, tecnologie e soluzioni “su misura” per sfruttare l’energia fornita dal mare, nel rispetto dell’ambiente.
Lo scorso 9 luglio è stato lanciato Blue Deal, un progetto europeo che punta a una transizione energetica che comprenda l’energia delle maree e quella delle onde e che vedrà la partecipazione di ENEA e dell’Università di Siena, quest’ultima coordinatrice del progetto, tra i 13 partner(*) provenienti da Italia, Grecia, Croazia, Cipro, Spagna, Albania e Malta. In definitiva, il progetto porterà nei paesi del Mediterraneo tecnologie e soluzioni per la valorizzazione e lo sfruttamento dell’energia del mare grazie a un finanziamento europeo di 2,8 milioni di euro.
Maria Vittoria Struglia, ricercatrice del Laboratorio di modellistica climatica e impatti, nonché responsabile ENEA del progetto, ha commentato: “I Paesi che si affacciano sul Mediterraneo spesso non considerano il mare una concreta risorsa di sviluppo economico, né tantomeno una fonte di energia pulita su cui centrare le strategie energetiche nazionali e regionali. Dobbiamo lavorare per favorire la diffusione delle informazioni, l’innovazione tecnologica e l’iniziativa imprenditoriale. Con il progetto Blue Deal vogliamo affrontare queste sfide e offrire strumenti hi-tech e informativi adeguati, che permettano di valorizzare sempre di più la risorsa mare nel rispetto dell’ambiente e a beneficio delle comunità locali e del loro sviluppo”.
Simone Bastianoni dell’Università di Siena, coordinatore del progetto, ha aggiunto: “Blue Deal nasce dalle precedenti esperienze dei due progetti Interreg Med, MAESTRALE e PELAGOS, e mira a capitalizzarne i risultati. Dimostreremo che è possibile pianificare una transizione energetica che includa l’energia dal mare e forniremo esempi pratici in diversi luoghi dell’area mediterranea”.
Un progetto europeo
Blue Deal è cofinanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale, nell’ambito del programma INTERREG-MED, sotto la sezione “Blue Growth”. Sulla base dei risultati dei progetti INTERREG-MED MAESTRALE e PELAGOS, Blue Deal prevede una serie di laboratori locali e transnazionali per incentivare alleanze tra i settori pubblico e privato.
L’obiettivo principale del programma INTERREG-MED è favorire una crescita sostenibile nell’area del Mediterraneo, promuovendo pratiche innovative e un uso ragionevole delle risorse, oltre a sostenere l’integrazione sociale attraverso un approccio di cooperazione integrato e basato sul territorio.
I progetti cofinanziati dal programma si concentrano sulle seguenti tematiche:
– Crescita blu (Blue Growth);
– Crescita verde (Green Growth);
– Innovazione sociale, attività culturali e creative;
– Efficienza energetica negli edifici pubblici;
– Energia rinnovabile;
– Trasporti urbani a basse emissioni di carbonio;
– Turismo marittimo e costiero sostenibile;
– Protezione della biodiversità.
Il lavoro dei partner
I partecipanti al progetto Blue Deal avvieranno molte iniziative nelle diverse aree costiere del Mediterraneo nell’arco di tre anni, per mostrare alle comunità locali, alle amministrazioni e alle imprese le potenzialità dell’energia fornita dal mare e i suoi effetti positivi su ambiente, economia e occupazione.
Per incentivare la partecipazione saranno organizzati diversi eventi, tra i quali sono già in programma business forum, open day, un concorso scolastico e i Blue Deal testing lab, laboratori pensati per coinvolgere i cittadini e rafforzare la collaborazione tra ricerca, enti locali e aziende, in particolare le piccole e medie imprese.
Tutto ciò mira a superare le restrizioni esistenti, sia tecniche sia burocratiche, alla diffusione della blue energy e a individuare soluzioni innovative, sostenibili e “su misura” per l’autonomia energetica delle piccole comunità, in particolar modo delle isole, anche in presenza di flussi turistici stagionali. Obiettivo finale del progetto sarà la definizione di un piano comune per la diffusione di queste tecnologie nell’area mediterranea.
Il case study Malta e gli altri paesi
Fino a oggi, il primo caso di studio curato dagli esperti è stato quello dell’isola di Malta, la quale già nel 2016 ha approvato un Piano di Sviluppo che include anche l’energia del mare. I partner hanno organizzato un evento online per testare preliminarmente la possibilità di includere concretamente l’energia dal mare nella pianificazione delle sue aree costiere.
Anche altri paesi dell’area mediterranea si stanno muovendo in questo senso. Ad esempio, l’Italia è il primo paese del Mediterraneo per finanziamenti pubblici all’energia dal mare con quasi 5 milioni di euro nel 2019. La Spagna, attraverso il suo piano per le energie rinnovabili 2011-2020, ha mostrato una politica di energia pulita che punta a ottenere 750 MW di energia eolica offshore e 100 MW di energia delle onde entro quest’anno. Infine, in Grecia sono state installate 300 turbine eoliche offshore per rifornire di energia green le isole non collegate alla rete nazionale.
Maria Vittoria Struglia ha commentato “Anche se il divario con i Paesi del Nord Europa è ancora ampio, il bacino del Mediterraneo ha certamente un enorme potenziale di sfruttamento di energia dal mare, che non tarderà a utilizzare”.
(*)I 13 partner sono ENEA, Università di Siena e di Zagabria, Centre for Renewable Energy Sources and Saving (Grecia), Cyprus Energy Agency e Malta Marittima Agency, Business Innovation Centre of Valencia, Dynamic Vision, INDACO2, Geoimaging Limited e U-SPACE (Spagna), Andalusian Cluster of Renewable Energies and Energy Efficiency e National Agency of Natural Resources of Albania.