Il mezzo corazzato, pensato per soddisfare i nuovi requisiti di potenza di fuoco e protezione degli Infantry Brigade Combat Team (IBCT) dell’Esercito statunitense, è il candidato di GDLS per il programma Mobile Protected Firepower, in concorrenza con la proposta di BAE Systems.
General Dynamics Land Systems (GDLS) ha mostrato il suo più recente veicolo da combattimento, un carro armato leggero sviluppato per il programma Mobile Protected Firepower (MPF) dell’Esercito statunitense. Il mezzo è stato presentato durante la visita allo stabilimento GDLS di Detroit compiuta il 23 aprile dal Segretario dell’US Army, Ryan D. McCarthy, e dal Vice Capo di Stato Maggiore della Forza Armata, generale Joseph M. Martin, per verificare lo stato di alcuni programmi militari in questo difficile momento legato alla pandemia del Covid-19.
Previsto l’acquisto di 504 veicoli, i primi dei quali schierati entro il 2025
I contratti di sviluppo dell’MPF attualmente in vigore, assegnati dall’US Army nel dicembre 2018 a GDLS e alla sua concorrente per il programma, BAE Systems Land & Armaments (che propone una soluzione basata sull’M8 Armored Gun System), prevedono la consegna da parte di ciascuna azienda di 12 veicoli di pre-produzione, destinati ai test di sviluppo e operativi, e di un veicolo SVA (Soldier Vehicle Assessment) che verrà utilizzato per misurare la rispondenza delle prestazioni ai requisiti dell’Esercito e ricevere, in questo modo, il feedback del loro utente finale. Le consegne dovranno avvenire entro il settembre di quest’anno, dopodiché l’US Army, una volta completato il programma dei test, selezionerà il vincitore a cui aggiudicare il contratto per la produzione iniziale a basso rateo (LRIP) che avrà inizio nell’anno fiscale 2022. L’Esercito americano prevede di equipaggiare ciascuno dei suoi Infantry Brigade Combat Team (IBCT) con una compagnia di 14 veicoli MPF a partire dall’anno fiscale 2025, per un totale di 504 carri armati da acquistare.
Il compito dell’MPF: sostituire l’artiglieria nel supporto agli IBCT
Rispetto al periodo immediatamente successivo alla fine della “Guerra fredda” (gli anni ’90) l’US Army ha ravvisato la necessità di dotare l’unità di manovra basilare su cui si è strutturato, il suddetto Infantry Brigade Combat Team, di una potenza di fuoco mobile e una protezione maggiori. In particolare, come spiegò nel 2018 all’Army Times il Brig. Gen. Ross Coffman, direttore del Next Generation Combat Vehicle Cross Functional Team dell’US Army, l’MPF è chiamato a sostituire l’artiglieria nel supporto agli IBCT incaricati di eliminare posizioni preparate e bunker del nemico, perché “non esiste una munizione di precisione per rimuovere i bunker dal campo di battaglia e per sparare all’interno degli edifici in un fitto terreno urbano”. In virtù della sua potenza di fuoco a lungo raggio, il nuovo carro avrà l’ulteriore compito di mettere fuori combattimento i corazzati nemici durante le operazioni sia offensive che difensive.
Per soddisfare queste necessità, l’Esercito statunitense ha emesso un requisito per un veicolo cingolato da 38 tonnellate con cannone da 105 mm, in grado anche di condurre combattimenti multi-dominio in cooperazione con altre forze di terra e dotato di un’elevata capacità di sopravvivenza.
La soluzione di General Dynamics Land Systems: il concetto “Griffin II”
La soluzione proposta da GDLS è il concetto “Griffin II” che combina lo chassis blindato dell’AFV (Armoured Fighting Vehicle) Ajax con una versione più piccola della torretta dell’MBT (Main Battle Tank) M1A2 Abrams armata di cannone da 105 mm e mitragliatrice pesante da 12,7 mm. Dall’Abrams sono mutuati anche il sistema di controllo del tiro (FCS) presente nella versione SEP v3 del carro da battaglia e il visore termico indipendente CITV (Commander’s Independent Thermal Viewer) per il capocarro, fornito da Raytheon.
Il design dell’MPF di General Dynamics è di tipo convenzionale, con il pilota e il motore diesel situati nella parte anteriore dello scafo e la torretta in quella posteriore. Quest’ultima ospita gli altri tre membri dell’equipaggio, ovvero capocarro, cannoniere e servente.
La capacità di sopravvivenza può essere notevolmente incrementata con sensori intelligenti integrati con hardware, software ed effettori per creare un sistema “stratificato” di misure di autodifesa passive e attive.