Il programma relativo al “Loyal Wingman”, un drone capace di cooperare con i velivoli pilotati grazie all’intelligenza artificiale, ha registrato una nuova tappa di avvicinamento al volo inaugurale del primo prototipo, previsto per la fine del 2020.
Il 9 aprile, Boeing Australia ha annunciato il raggiungimento di due nuovi traguardi nello sviluppo del primo prototipo del “Loyal Wingman” della Royal Australian Air Force (RAAF), il caccia senza pilota che supporterà la prossima rivoluzione nel combattimento aereo: l’integrazione del carrello d’atterraggio alla fusoliera, che quindi è stata spostata dalla struttura di montaggio (dove era stata completata due mesi fa) e adesso poggia senza sostegni sulle proprie “gambe”, e la prima accensione del sistema di alimentazione elettrica primaria del velivolo. Questi progressi consentiranno di procedere in modo spedito con l’installazione di sistemi e lo svolgimento dei test funzionali e di integrazione. Il prototipo di cui stiamo parlando, chiamato anche “dimostratore di concetto”, è il primo dei tre che saranno sviluppati nell’ambito del Loyal Wingman – Advanced Development Program in collaborazione con la RAAF.
Un moltiplicatore di forza che protegge e proietta il potere aereo
“Stiamo procedendo nei tempi previsti per raggiungere il nostro obiettivo di volare entro la fine dell’anno, in modo da poter mostrare ai nostri clienti e al mondo intero quel che può fare una capacità senza pilota come questa”, ha commentato il dott. Shane Arnott, direttore del programma Airpower Teaming System (ATS, il “Loyal Wingman”) di Boeing.
Poco più di un anno fa, il 27 febbraio 2019, il ministro della Difesa australiano Christopher Pyne aveva presentato un modello dell’ATS nell’ambito dell’Australian International Airshow. Nell’occasione, il vicepresidente e direttore generale di Boeing Autonomous Systems, Kristin Robertson, dichiarò: “L’Airpower Teaming System fornirà un eccezionale vantaggio per le missioni con e senza equipaggi delle forze alleate. Con la sua capacità di riconfigurarsi rapidamente e condurre differenti tipi di missioni in tandem con altri velivoli, la nostra più recente aggiunta al portafoglio di Boeing sarà davvero un moltiplicatore di forza in quanto protegge e proietta il potere aereo.”
ATS: caratteristiche tecniche e concetto d’impiego
Per raggiungere gli obiettivi di costo e agilità prefissati per l’ATS, in sede di costruzione sono impiegati sia l’ingegneria digitale che materiali compositi avanzati. Il sistema, lungo 11,7 metri e con un’autonomia massima superiore alle 2.000 miglia nautiche (più di 3.700 chilometri, di molto superiore a quella degli F-35A e degli F-35C), integrerà a bordo pacchetti di sensori “snap-in”, cioè rapidamente sostituibili in base alle esigenze, per supportare le missioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR), e di guerra elettronica (EW). Potrà essere controllato anche da velivoli AEW&C (Airborne Early Warning & Control) e da stazioni terrestri. Le limitazioni consistono nel fatto che l’ATS richiede una normale pista per il decollo e l’atterraggio e non può effettuare il rifornimento in volo o trasportare serbatoi esterni, almeno per ora.
L’idea di fondo alla base dell’ATS di Boeing e di altri progetti riferibili al concetto di “Loyal Wingman” (“gregario fedele”), come l’XQ-58A Valkyrie di Kratos, è di fare in modo che i futuri UAV cooperino in modo integrato con i velivoli pilotati, ma senza che quest’ultimi debbano sempre controllarli o supervisionarli. I nuovi droni, infatti, quali veri e propri “gregari robotici” dovranno eseguire gli ordini del “leader” umano della formazione aerea in cui sono inseriti, ma – grazie all’intelligenza artificiale – disporranno di autonomia decisionale riguardo alle modalità di esecuzione, nonché di reazione al verificarsi di imprevisti e minacce improvvise. Inoltre, dovranno essere capaci di proseguire la missione in caso di interruzione del collegamento radio con il “leader”. Un grosso vantaggio garantito dalla disponibilità di gregari robotici consiste nel poterli utilizzare per sostituire quelli umani nello svolgimento di compiti particolarmente pericolosi, o addirittura come veri e propri “kamikaze” in azioni suicide.
Una sfida per Boeing e un investimento strategico per l’Australia
Lo sviluppo dell’Airpower Teaming System avviene nell’ambito del programma australiano “Loyal Wingman Advanced Development Program” (LWADP), che punta a trasformare la Royal Australian Air Force in una forza aerea di 5ª generazione grazie all’implementazione del concetto della “intelligenza aumentata”. Questa si basa sulla combinazione del pensiero umano, con le sue caratteristiche di libertà e agilità, con la potenza analitica delle macchine.
Boeing contribuirà al LWADP con 60 milioni di dollari, mentre il governo australiano ne ha messi a disposizione 40. Per il colosso americano si tratta del più cospicuo investimento in un nuovo programma di velivoli senza pilota al di fuori dagli Stati Uniti. “Questo velivolo rappresenta un’intrapresa storica per Boeing”, ha dichiarato Marc Allen, presidente di Boeing International. “Non solo è sviluppato al di fuori degli Stati Uniti, ma è anche progettato in modo che i nostri clienti globali possano integrare i loro contenuti locali per soddisfare le specifiche esigenze di ciascun paese. Il Boeing Airpower Teaming System offre una capacità rivoluzionari per la difesa, e i nostri clienti, guidati dall’Australia, diventeranno di fatto partner del programma con la capacità di accrescere le proprie capacità sovrane per sostenerlo, compresa una forza lavoro high-tech.”
L’investimento del governo di Canberra si spiega, infatti, non solo con l’importanza strategica del programma per il futuro della RAAF, ma anche con le sue ricadute positive per l’industria australiana, la quale partecipa allo sviluppo dell’ATS attraverso un team di 16 aziende che comprende, tra le altre, anche BAE Systems Australia (fornitore di hardware, inclusi computer per il controllo del volo e sistemi per la navigazione) e RUAG Australia (carrello di atterraggio), Ferra Engineering (componenti meccaniche di precisione e sotto-assemblaggi a supporto del programma) e AME Systems (telai di cablaggio per il veicolo). Va infine sottolineato, come ha ricordato il direttore del programma Airpower Teaming System di Boeing, Shane Arnott, che l’ATS è il primo velivolo militare sviluppato in Australia in più di 50 anni.