Le due aziende petrolifere hanno deciso di testare le potenzialità del “solare galleggiante”, con l’obiettivo di diventare i maggiori fornitori di soluzioni costiere e offshore per questa innovativa fonte di energia.
L’azienda italiana Saipem e la svedese Equinor hanno siglato un accordo di cooperazione per lo sviluppo di un sistema fotovoltaico (PV) galleggiante adatto a essere installato nei siti costieri. Una tecnologia sviluppata da Moss Maritime, che fa parte della divisione XSIGHT di Saipem, e progettata per facilitare la fabbricazione, il trasporto e l’installazione di impianti PV offshore.
Si tratterà di una piattaforma con gli stessi vantaggi di quelle esistenti per località con mari calmi, ma con la differenza che potrà essere personalizzata per adattarsi a condizioni meteorologiche estreme. Robusta e flessibile, potrà essere utilizzata sia nei luoghi in cui non sono presenti bacini d’acqua di grandi dimensioni, sia in quelli molto ventosi.
Cos’è il fotovoltaico galleggiante e perché conviene
Dal rapporto stilato dalla World Bank in collaborazione con il SERIS (Solar Energy Research Institute of Singapore) nel 2018 si evince come il fotovoltaico galleggiante (Floating solar photovoltaic – FPV) apra a nuove opportunità per aumentare la produzione di energia da fonte solare, in particolare nei paesi con alta densità di popolazione, nei quali la terra disponibile può essere oggetto di forte competizione per utilizzi diversi. Inoltre, i sistemi FPV presentano dei vantaggi rispetto a quelli di terra, come ad esempio l’utilizzo delle infrastrutture di trasmissione di elettricità già esistenti nei siti idroelettrici, la prossimità ai centri di domanda e una maggiore resa energetica grazie all’effetto di raffreddamento dell’acqua.
Altri potenziali vantaggi del solare galleggiante includerebbero:
• una ridotta evaporazione dai serbatoi d’acqua, poiché i pannelli solari forniscono ombra e limitano gli effetti di evaporazione causati del vento;
• la riduzione o eliminazione dell’ombreggiatura dei pannelli ad opera dell’ambiente circostante;
• l’eliminazione della necessità di importanti lavori di preparazione del sito, come il livellamento o la posa di fondamenta che vanno effettuati per le installazioni a terra.
Una panoramica sul funzionamento del PV galleggiante
Il layout generale del sistema PV galleggiante è simile a quello terrestre, tranne che per i moduli fotovoltaici e spesso per gli inverter che sono montati su una piattaforma galleggiante. La corrente continua (DC) generata dai moduli PV è raccolta da un combiner box (dispositivo che riunisce l’output di più stringhe solari) e convertita in corrente alternata (AC) dagli inverter. Per gli impianti di piccole dimensioni vicini alla costa, è possibile collocare gli inverter sulla terraferma, perché la distanza dai moduli sarebbe molto breve. Altrimenti gli inverter centrali e a stringa vengono posizionati su piattaforme galleggianti appositamente progettate. La piattaforma, insieme al suo sistema di ancoraggio e ormeggio, è parte integrante di qualsiasi impianto fotovoltaico galleggiante.
L’attuale mercato del PV galleggiante e i costi
Il primo sistema PV galleggiante fu costruito nel 2007 ad Aichi, in Giappone, seguito poi da altri paesi quali Italia, Francia, Corea del Sud, Spagna e Stati Uniti, i quali hanno testato sistemi di piccole dimensioni a scopo dimostrativo e di ricerca.
La prima installazione commerciale fu un sistema da 175 kWp (kilowatt picco, misura che indica la produzione massima che si ottiene in condizioni ottimali) costruito in California nel 2008, mentre installazioni medio-grandi cominciarono a essere realizzate nel 2013. Nel marzo 2019 la Cina annunciò di aver terminato la costruzione dell’impianto galleggiante più grande al mondo, esteso per 140 ettari su un lago artificiale situato presso un’ex cava di carbone. Nel dicembre del 2019, l’olandese Oceans of Energy ha installato nelle acque nazionali i primi moduli dell’innovativa centrale solare galleggiante offshore, che hanno superato con successo le prime tempeste invernali.
I costi del PV galleggiante sono ancora leggermente più elevati, oppure equiparabili, a quelli dei sistemi terrestri, principalmente a causa della necessità di galleggianti, ormeggi e componenti elettrici più resistenti. Si prevede che il costo dei galleggianti diminuirà nel tempo.
Secondo il rapporto della World Bank sopra citato, ci sarebbero più di 400.000 chilometri quadrati di bacini artificiali nel mondo, ma il calcolo prende in considerazione soltanto le acque terrestri, il che vuol dire che l’installazione di sistemi galleggianti in mare aperto potrebbe aumentare in modo esponenziale il potenziale del FPV.
Un futuro nell’energia pulita
L’accordo tra Saipem ed Equinor punta allo sviluppo di nuove tecnologie volte alla produzione di energia pulita. Pertanto, Moss Maritime è alla costante ricerca di opportunità per applicare le proprie competenze in progetti ingegneristici anche nell’ambito di energie rinnovabili, come ha dichiarato il CEO della società, Ida Husem. Nell’ambito del succitato accordo, le aziende metteranno a disposizione il proprio know-how per rispondere alla sempre maggiore domanda di energia rinnovabile, aspirando a diventare in futuro uno dei maggiori fornitori di tecnologie offshore e costiere per parchi FPV.