Allo scopo di consolidare la presenza di Mosca in una regione divenuta strategica, il leader del Cremlino ha varato un decreto che delinea la politica di sviluppo economico, sociale e infrastrutturale della zona artica russa, compresa l’attivazione di una forza militare a tutela degli interessi nazionali.
“Nel 2020, nel quadro dell’attuazione delle politiche della Federazione Russa nell’Artico, nella regione artica russa è stata creata una forza operativa delle Forze Armate in grado di garantirne la sicurezza in differenti contesti politici e militari”. È quanto si legge in un decreto del presidente russo Putin, firmato il 6 marzo ed entrato in vigore lo stesso giorno, che indirizza la politica di Mosca nei confronti della regione artica fino al 2035. In particolare, il documento identifica le priorità strategiche di tale politica e le modalità per perseguirle, oltre a delineare un piano per lo sviluppo economico e sociale e per la sicurezza della regione in questione, che si avvarrà anche di un sistema di difesa costiera.
Gli obiettivi di Mosca nell’Artico
Tra gli obiettivi della Russia nell’Artico citati nel decreto vi sono: l’integrità territoriale e la sovranità della Federazione Russa; la cooperazione reciprocamente vantaggiosa e la risoluzione pacifica di tutte le controversie nell’Artico; l’accelerazione dello sviluppo economico, sociale e infrastrutturale della zona artica russa (anche attraverso lo sfruttamento razionale delle risorse naturali e lo sviluppo della rotta del Mare del Nord) e l’aumento del contributo di questi territori alla crescita economica del Paese.
Le sfide alla sicurezza e agli interessi nazionali russi
Quanto alle sfide alla sicurezza nazionale russa nell’Artico, il decreto di Putin identifica: i tentativi di un certo numero di Stati stranieri di “rivedere le disposizioni di base dei trattati internazionali che disciplinano le attività economiche e di altra natura nell’Artico”; la creazione di sistemi di regolamentazione legale nazionale che “non tiene conto dei suddetti trattati e formati regionali di cooperazione”; la “delimitazione legale internazionale incompleta” degli spazi marini nell’Artico; “l’ostruzione” all’attuazione, da parte della Federazione Russa, di “legittime attività economiche o di altra natura nell’Artico” da parte di Stati stranieri e organizzazioni internazionali; l’aumento della presenza militare di altri Stati nell’Artico e del potenziale di conflitto nella regione; i tentativi di “screditare le attività della Federazione Russa nell’Artico”.
Dunque, la crescente presenza militare straniera nella regione artica è percepita da Mosca come una delle maggiori minacce alla sicurezza e agli interessi nazionali russi. Per garantire tale sicurezza, Mosca intende potenziare le capacità di combattimento delle forze armate e di altre forze stanziate nella zona artica della Federazione Russa, mantenendole a un livello che ne garantisca l’idoneità a respingere eventuali aggressioni contro la Russia e i suoi alleati. Su questo tema, recentemente il ministro della Difesa, Sergej Shoygu, aveva dichiarato che le forze armate russe erano già impegnate nell’assicurare la protezione della Rotta del Mare del Nord con le truppe aviotrasportate, le forze aerospaziali e speciali, e che queste si esercitano su base regolare nella protezione di importanti siti industriali e degli interessi economici della Russia nell’Artico.
Gli USA e la NATO preoccupati per la presenza militare russa nell’Artico
Se Mosca sente minacciati i propri interessi nazionali dalla crescente presenza militare straniera nella regione artica, una percezione perfettamente speculare è quella del suo principale rivale geopolitico, gli Stati Uniti. Parlando alla Camera dei Rappresentanti del Congresso lo scorso 5 maggio, il vice segretario di Stato aggiunto per la Sicurezza nell’Europa settentrionale, negli Stati baltici e nell’Artico, Michael Murphy, ha dichiarato che le autorità statunitensi sono preoccupate per l’incremento delle capacità militari russe nella regione, aggiungendo: “La Russia intrattiene buoni rapporti di lavoro con gli Stati Uniti e altri paesi dell’Artico nell’ambito del Consiglio artico. Molto lavoro positivo è stato svolto nel campo della cooperazione scientifica e delle operazioni di salvataggio. Abbiamo bisogno di fiducia per non perdere questa relazione.”
Ricordiamo che il Consiglio artico internazionale è stato istituito il 19 settembre 1996 allo scopo di promuovere la cooperazione tra i paesi nordici nei settori della protezione ambientale e dei cambiamenti climatici. Nel 2021 la presidenza del Consiglio sarà assunta proprio dalla Russia. In precedenza, il 3 dicembre 2019, il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, aveva sostenuto la necessità che l’Alleanza garantisca una presenza militare nell’Artico, evitando al contempo un aggravamento delle relazioni con Mosca.