L’US DoD testa il Common Hypersonic Glide Body

Mar 24 2020
a cura della Redazione
Marina ed Esercito degli Stati Uniti hanno effettuato congiuntamente una prova di volo con il prototipo della loro futura capacità di attacco ipersonico. L’esperimento contribuirà anche allo sviluppo di sistemi difensivi da parte della Missile Defense Agency.
Il C-HGB lanciato dalle Hawaii il 19 marzo ha volato a velocità ipersonica fino a un punto di impatto designato. I dati raccolti aiuteranno la MDA a sviluppare sistemi difensivi contro le armi ipersoniche del nemico. (US Navy)
Il C-HGB lanciato dalle Hawaii il 19 marzo ha volato a velocità ipersonica fino a un punto di impatto designato. I dati raccolti aiuteranno la MDA a sviluppare sistemi difensivi contro le armi ipersoniche del nemico. (US Navy)

La sera del 19 marzo, presso il poligono missilistico di Kauai (Hawaii), il Dipartimento della Difesa statunitense ha testato con successo il Common Hypersonic Glide Body (C-HGB), prototipo del futuro moto-aliante ipersonico (HGV) di US Navy e US Army.  Il lancio è stato eseguito congiuntamente dalle due forze armate e ha visto il C-HGB volare a velocità ipersonica (superiore a Mach 5) verso un punto di impatto designato. Contestualmente, la Missile Defense Agency (MDA) ha monitorato il test e ne ha raccolto i dati per utilizzarli nell’ambito dello sviluppo di sistemi difensivi contro le minacce ipersoniche messe in campo da Russia e Cina. Questa condivisione di dati e la collaborazione con US Navy e US Army hanno come fine ultimo la realizzazione di una difesa ipersonica “a strati”.

Il momento del lancio del 19 marzo 2020.
Il test ha simulato le modalità d’impiego future della nuova capacità

“Questo test si basa sul successo che abbiamo avuto con il Flight Experiment 1 condotto nell’ottobre 2017, in cui il nostro C-HGB riuscì a effettuare una planata ipersonica sostenuta sulle distanze da noi prefissate”, ha dichiarato il Vice Admiral Johnny R. Wolfe, direttore dello Strategic Systems Programs Office della US Navy che guida la progettazione del C-HGB. ‘‘In questo test abbiamo sottoposto il sistema a prove aggiuntive, ed esso è stato in grado di superarle tutte grazie alla fenomenale competenza del nostro team che è composto da persone provenienti da agenzie governative, dall’industria e dal mondo accademico. Oggi abbiamo validato il nostro design e pertanto siamo pronti a passare alla fase successiva che porta alla messa in campo di una capacità di strike ipersonico.”

A Wolfe ha fatto eco il Lt. Gen. L. Neil Thurgood, direttore dell’Hypersonics, Directed Energy, Space and Rapid Acquisition Office dell’Esercito statunitense, che guida il programma LRHW (Long Range Hypersonic Weapon) dell’US Army e la produzione congiunta del C-HGB con l’US Navy: “Questo test ha rappresentato un passo fondamentale per la rapida fornitura di capacità operative ipersoniche alle nostre forze armate. Abbiamo condotto con successo una missione in linea con le modalità d’impiego future di tali capacità. Il team congiunto ha svolto un lavoro straordinario nell’esecuzione del test, e ora continueremo a lavorare con la massima determinazione per portare i prototipi sul campo.”

Un modello del Common-Hypersonic Glide Body. (US Army)
Un modello del Common-Hypersonic Glide Body. (US Army)
Design simili ed economie di scala alla base della collaborazione Marina/Esercito

Quando sarà dispiegato, il Common Hypersonic Glide Body comprenderà la testata convenzionale dell’arma, il sistema di guida, il cablaggio interno e lo scudo di protezione termica. US Navy e US Army stanno lavorando a stretto contatto con l’industria per sviluppare il C-HGB: alla Marina è assegnata la responsabilità ultima per il design; all’Esercito, quella per la produzione. Entrambe le forze armate impiegheranno il sistema, sviluppando sistemi d’arma e lanciatori su misura per le rispettive esigenze, da introdurre in servizio verso la metà di questo decennio. L’US Army prevede di schierare missili ipersonici con i C-HGB caricati su piattaforme veicolari terrestri. La Marina, invece, progetta di integrare la propria versione del missile nei futuri sottomarini classe Virginia Block V, che saranno i primi a presentare il Virginia Payload Module (VPM), una nuova sezione di scafo con quattro tubi di lancio di grande diametro.

Le similitudini nel design delle varianti marittime e terrestri delle armi ipersoniche forniscono economie di scala per la loro produzione futura.“I sistemi ipersonici offrono capacità belliche trasformative”, ha dichiarato Mike White, vicedirettore Hypersonics, OUSD Research and Engineering (Modernizzazione). “Il Glide Body testato oggi è pronto per la transizione alle fasi di sviluppo dei sistemi d’arma dell’Esercito e della Marina, ed è una delle numerose applicazioni della tecnologia ipersonica in corso presso il Dipartimento della Difesa. Queste capacità contribuiranno al mantenimento del dominio del campo di battaglia che è essenziale per scoraggiare e, se necessario, sconfiggere qualsiasi avversario futuro.”

Questa infografica dell’US Army mostra le componenti del suo futuro sistema missilistico ipersonico basato a terra. (US Army)
Questa infografica dell’US Army mostra le componenti del suo futuro sistema missilistico ipersonico basato a terra. (US Army)
La superiorità della tecnologia ipersonica statunitense

La recente decisione degli Stati Uniti di accelerare lo sviluppo delle proprie armi ipersoniche, con l’obiettivo di dispiegarle entro la metà del decennio in corso, nasce dalla necessità di colmare un gap capacitativo, non tecnologico. Se infatti Mosca e Pechino hanno anticipato Washington nella realizzazione di armi ipersoniche, nella relativa tecnologia gli Stati Uniti sono all’avanguardia da decenni. Ai primi di marzo, il segretario della Difesa Mark Esper ha dichiarato alla Commissione per le Forze Armate del Senato che gli Stati Uniti “stanno facendo un lavoro molto innovativo nel campo delle armi ipersoniche, e dirò che è più innovativo di quello che stanno facendo Russia o Cina”. Esper ha aggiunto che il Pentagono sta lavorando a misure difensive quali un sistema di tracciamento missilistico nella bassa orbita terrestre per monitorare i potenziali lanci del nemico.

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