Ad oggi sono 4.800 i militari e centinaia i mezzi dispiegati dal Ministero della Difesa per supportare le autorità civili nella gestione della più grave crisi nazionale del dopoguerra, a conferma del ruolo insostituibile delle Forze Armate quale strumento al servizio della comunità.
Per i costi umani e l’impatto che sta avendo e purtroppo avrà nel prossimo futuro sull’economia, la politica e l’intera società, la diffusione del “Coronavirus” (CoVid-19) viene sempre più paragonata a un evento bellico. E dove c’è una guerra in corso, in prima linea non possono mancare le Forze Armate. Non è retorica, ma realtà concreta fatta di persone, materiali, mezzi, strutture organizzative, competenze, senso del dovere. Un concetto espresso anche dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, che ha dichiarato: “È un momento di grande impegno per tutto il Paese e la Difesa deve dare, come sta già facendo, il proprio contributo, su tutti i fronti. Colgo l’occasione per ringraziare i nostri medici e i nostri infermieri per il prezioso lavoro che stanno facendo, così come tutte le Forze Armate che operano, anche in questa emergenza, con professionalità e spirito di servizio a favore degli italiani”.
La Sala Operativa CoVid istituita presso il COI
L’impegno delle Forze Armate era iniziato lo scorso mese di gennaio con la messa a disposizione del Centro Sportivo Olimpico, presso la città militare della Cecchignola, per la sorveglianza sanitaria dei nostri connazionali recuperati dalla Cina (il 2, 3, 14 e 15 febbraio) e dal Giappone (18 e 19 febbraio) per mezzo di aerei dell’Aeronautica con a bordo team sanitari dell’Esercito, della Marina e del Ministero della Salute. Nel giro di due mesi, il numero degli uomini e delle donne delle FFAA impegnati nelle attività di contrasto all’emergenza sanitaria si è attestato a più di 4.800 unità, sotto le indicazioni del ministro Guerini, il quale opera in stretto contatto con il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, gli alti vertici militari e la Sala Operativa CoVid istituita per l’emergenza presso il Comando Operativo di Vertice Interforze (COI) di Centocelle, attiva ventiquattr’ore al giorno per sette giorni alla settimana. Circa 400 sono i militari che operano attualmente sul campo.
Messi a disposizione oltre 6.800 posti letto attivabili su richiesta
Due ospedali da campo stanno per essere allestiti a Piacenza e a Crema, a integrazione delle strutture ospedaliere locali. Dall’inizio dell’emergenza, la Difesa ha messo a disposizione 321 mezzi, 5 ambulanze, 5 elicotteri, 3 aerei da trasporto. Sono oltre 6.800 i posti letto, con circa 2.250 stanze eventualmente disponibili, per l’osservazione dei pazienti che non necessitano di cure di terapia intensiva, attivabili su richiesta delle autorità competenti. In Lombardia, epicentro dell’emergenza, le Forze Armate sono intervenute in concorso agli ospedali di Lodi, Alzano e Bergamo. Complessivamente, sono circa 120 i medici e gli infermieri militari impegnati, a cui si aggiungono le strutture dell’Esercito del COM di Milano, presso Baggio, e del policlinico militare Celio di Roma. Al momento sono rischierati sull’aeroporto militare di Cervia anche 2 elicotteri dell’Aeronautica Militare in assetto bio-contenimento e con i relativi team sanitari, pronti a operare in brevissimo tempo. Altri due elicotteri configurati per il bio-contenimento sono schierati a Viterbo e Catania.
L’arruolamento straordinario di personale sanitario
Inoltre, per fronteggiare la situazione emergenziale e il trend di crescita dei contagi, accanto a quello che la Difesa sta già facendo, saranno potenziate con misure straordinarie i servizi sanitari delle Forze Armate con l’assunzione straordinaria di 120 medici e 200 infermieri militari, con arruolamento temporaneo ed eccezionale della durata di un anno. Anche lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze opererà al servizio dei cittadini: produrrà disinfettanti e sostanze ad attività germicida e battericida che in questo momento si fa fatica a reperire sul mercato. Lo Stabilimento, autorizzato dal Ministero della Salute, è già partito con la produzione di 1.000 litri al giorno di disinfettante, e l’obiettivo è incrementarne la produzione. Inoltre, la Difesa sta contribuendo alla produzione di dispositivi per le esigenze delle sale di terapia intensiva e sub intensiva a livello nazionale. Sotto il coordinamento del Dipartimento della Protezione Civile, un’aliquota di personale di 25 unità dell’Azienda Industrie Difesa è stata messa a disposizione dell’azienda italiana del settore (Siare Enginereering di Valsamoggia, in provincia di Bologna) per un periodo di circa 4 mesi, allo scopo di potenziarne la capacità produttive.
Le misure a tutela dei militari italiani all’estero
I militari impegnati in missioni e operazioni all’estero seguono le indicazioni del Ministero della Salute allo stesso modo di quelli impiegati in ambito nazionale. Il Comando Operativo di Vertice Interforze ha redatto, già da tempo, una direttiva, coordinata in sinergia con Igesan e il Ministero della Salute, che riguarda le misure precauzionali da adottare per l’emergenza CoVid-19. In questa situazione, pur nel rispetto dei compiti assegnati per mantenere l’adeguato livello di efficacia nell’assolvimento delle missioni, sono limitati al minimo i contatti con la popolazione locale e con le eventuali forze armate straniere in cooperazione, come avviene per chi opera in Italia. Lo Stato Maggiore della Difesa ha inoltre adottato misure per agevolare forme di lavoro con modalità a distanza, assicurando il mantenimento del massimo livello operativo.