Il colosso russo ha confermato la prossima attivazione del nuovo gasdotto che passerà sotto il Mar Baltico e di cui divide la proprietà con cinque compagnie europee, nonostante il pesante regime sanzionatorio imposto dagli Stati Uniti per stoppare il progetto.
Nei giorni scorsi, il viceministro degli esteri russo, Aleksander Pankin, ha affermato che il Nord Stream 2 sarà completato nonostante i rallentamenti provocati dalle nuove sanzioni imposte dagli Stati Uniti, i quali temerebbero una maggiore influenza di Mosca in Europa, essendo diventati produttori di primo livello di gas da argille e intenzionati a puntare al mercato per la vendita di gas naturale liquefatto.
Gli esperti del colosso pubblico russo dell’energia, Gazprom, hanno quindi annunciato che la pipeline, dalla capacità di 55 miliardi di m3/anno, sarà operativa entro fine anno, passando sotto il Mar Baltico e aggirando i paesi di Visegrad, gli Stati baltici e l’Ucraina, che quindi la contestano.
Gazprom mostra così come l’esportazione sempre maggiore di gas sia fondamentale per la propria resistenza alle turbolenze del mercato, attraverso un flusso che arriverà a circa 250 miliardi di m3/anno quando Nord Stream 2 e TurkStream avranno raggiunto la loro piena capacità.
Il primo Nord Stream
La Federazione Russa, tramite la sua controllata Gazprom, rifornisce l’Europa attraverso le sue pipeline, prima fra tutte il Nord Stream che collega direttamente la Russia con la Germania: partendo da Vyborg, in Russia, attraversa il Mar Baltico e arriva nei pressi di Greifwald, in Germania. Un doppio gasdotto lungo 1.224 km che assicura la fornitura di gas naturale russo all’Europa, pari, come detto sopra, a circa 55 miliardi di m3/anno. La costruzione della Linea 1 del sistema di pipeline gemelle iniziò nell’aprile 2010 e fu completato nel giugno 2011, mentre il trasporto di gas ebbe inizio nel novembre 2011. La costruzione della Linea 2, invece, fu iniziata nel maggio 2011 e completata nell’aprile 2012; nell’ottobre dello stesso anno ebbe inizio anche il trasporto di gas mediante la seconda conduttura.
Il progetto Nord Stream 2
La grande richiesta di gas da parte dell’Europa ha portato Gazprom a spingere per la realizzazione di un Nord Stream 2, in affiancamento al Nord Stream. Già nel giugno del 2015 si era arrivati alla firma di un memorandum tra gli amministratori delle varie società partecipanti, che rifletteva la volontà delle parti di realizzare la costruzione di due pipeline aggiuntive. Nel dicembre del 2016, la Nord Stream 2 AG e Allseas avevano siglato la lettera di intenti per la deposizione della prima stringa della sezione offshore del gasdotto attraverso il Baltico, con la possibilità di collaborare anche per la realizzazione della seconda.
Il conflitto sulla nuova pipeline
Questo progetto da 113 milioni di euro è stato causa di diverse tensioni all’interno dei Paesi dell’Unione Europea e tra la Germania e gli Stati Uniti. In effetti, nella legge di bilancio del Pentagono per l’anno fiscale 2020 (2020 National Defense Authorization Act), controfirmata dal presidente americano Trump il 20 dicembre scorso, è contenuto un provvedimento ad hoc per stoppare il completamento del gasdotto russo-tedesco Nord Stream 2, accusato da Washington di minare la sicurezza energetica dell’Europa e la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. In particolare, la Section 7503 di tale legge richiedeva al presidente di imporre ampie sanzioni alle persone o compagnie coinvolte nella fornitura di navi per la posa della pipeline a una profondità di 100 piedi (30,5 metri) o più sotto la superficie del mare, se queste non avessero fermato immediatamente i lavori all’entrata in vigore della norma, ovvero all’atto della firma di Trump.
Il pesante regime sanzionatorio ha costretto Allseas (società svizzero-olandese) a fermare i lavori di completamento della posa del gasdotto. A questi ha partecipato anche la compagnia italiana Saipem (con la nave Castoro 10), la quale tuttavia non dovrebbe essere esposta alle sanzioni, essendosi occupata di opere “di scopo molto limitato” e “sopra la superficie dell’acqua”, all’approdo della condotta in Germania, come ha precisato la stessa società.
La Germania, da parte sua, ha mostrato il suo disappunto attraverso un comunicato in cui disapprovava le sanzioni americane poiché colpivano le imprese europee e rappresentavano un’interferenza negli affari interni e nella politica energetica europea.
La reazione delle Federazione Russa è stata simile, con la dichiarazione del viceministro Pankin sopra citata e quella del ministro dell’Energia, Aleksander Novak, il quale ha affermato la piena comprensione fra Mosca e i paesi partner in merito alla costruzione del progetto.