L’USCYBERCOM progetta azioni contro la leadership russa in caso di interferenze nelle elezioni 2020

Gen 02 2020
a cura della Redazione
In vista delle presidenziali del 3 novembre, gli Stati Uniti starebbero sviluppando nuove tattiche di deterrenza cibernetica da impiegare contro alti funzionari e oligarchi russi nel caso in cui Mosca dovesse condurre nuove operazioni di “Infowar” per condizionare il processo elettorale USA.
Il Gen. Paul M. Nakasone, comandante dell’U.S. Cyber ​​Command nonché direttore della National Security Agency e capo del Central Security Service. (U.S. DoD)

USCYBERCOM azioni leadership russa

USCYBERCOM azioni leadership russa
Il Gen. Paul M. Nakasone, comandante dell’U.S. Cyber ​​Command nonché direttore della National Security Agency e capo del Central Security Service. (U.S. DoD)

Non si sono ancora consumate le conseguenze politico-giudiziarie del “Russia-gate”, lo scandalo legato alle interferenze russe nelle presidenziali del 2016 che portarono Donald Trump alla Casa Bianca, ma già gli Stati Uniti si preparano a contrastare quello che ritengono un inevitabile “bis” di intrusioni e manipolazioni cibernetiche in occasione delle prossime elezioni, in programma il 3 novembre 2020. Fra gli strumenti di dissuasione allo studio da parte dell’US Cyber Command vi sarebbero anche tecniche di Information Warfare (guerra dell’informazione) da impiegare selettivamente contro alti funzionari e oligarchi russi, con la sola probabile esclusione del presidente Putin per non alzare troppo il livello dello scontro. A svelarlo è stato nei giorni scorsi il Washington Post, con un articolo basato sulle testimonianze di ex funzionari che hanno parlato a condizione dell’anonimato. Da parte loro, il Cybercom e i funzionari del Pentagono interpellati dal quotidiano hanno rifiutato di commentare le rivelazioni.

Una forma di deterrenza contro le operazioni di “guerra psicologica” del Cremlino

Secondo le fonti del WP, che non hanno voluto dare informazioni troppo specifiche, il Cybercom starebbe studiando una reazione mirata in caso di interferenze nelle presidenziali 2020. Essa consiste nel mostrare a un certo numero di membri della leadership russa che i loro dati personali sensibili sono vulnerabili e potrebbero essere colpiti se le suddette interferenze non dovessero cessare. L’azione minacciata funzionerebbe in modo simile a una sanzione economica individuale, ma con lo scopo di dissuadere le operazioni di guerra psicologica (PSYOPS) messe in atto dalla Russia. Non hanno infatti dubbi, a Washington, su quali siano gli obiettivi di Mosca per le presidenziali americane di quest’anno: come ha ricordato il WP, lo scorso novembre la Comunità dell’Intelligence USA produsse un documento riservato nel quale si affermava che l’obiettivo principale della Russia per le elezioni statunitensi del 2020 continua a essere quello di seminare discordia nella nazione avversaria. “Si è sempre trattato di esacerbare le divisioni nella nostra società”, ha detto uno dei funzionari intervistai dal quotidiano.

(U.S. DoD)

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(U.S. DoD)
L’obiettivo: condizionare i “decision-maker” presi di mira

Tornando alla tattica di deterrenza studiata dal Cybercom, essa sarebbe diretta contro leader chiave dei servizi di sicurezza e militari russi, ma eventualmente anche contro alcuni oligarchi. A queste personalità sarebbero inviati messaggi, accompagnati da limitate operazione cyber volte a dimostrare che gli Stati Uniti hanno accesso a determinati sistemi o account e la capacità di infliggere loro un danno. Il messaggio avvertirebbe implicitamente il leader preso di mira che se l’interferenza elettorale non dovesse cessare, per lui scatterebbero conseguenze spiacevoli, con l’obiettivo di condizionare il “calcolo decisionale” del funzionario in questione senza correre rischi eccessivi di provocare un’escalation con il Cremlino. Ciò spiega anche, come hanno sottolineato le fonti del Washington Post, perché le opzioni allo studio del Cybercom non prevedono tentativi di influenzare l’intera società russa, magari fomentando una rivolta popolare. Tra l’altro, gli analisti ritengono che simili sforzi avrebbero un successo limitato a causa del controllo esercitato dal presidente Putin sul paese e su gran parte dei media locali. Infine, qualunque operazione progettata dal Cyber Command verrebbe prima esaminata da altre agenzie, incluso il Dipartimento di Stato e la CIA, e richiederebbe l’approvazione del Segretario della Difesa, per poi essere probabilmente lanciata in combinazione con altre misure quali sanzioni o procedimenti giudiziari.

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