La svolta tecnologica, frutto della collaborazione fra militari, accademici e industria, garantirà un salto di qualità strategico nelle capacità di difesa aerea dello Stato ebraico. Programmati per quest’anno i primi test con tre differenti dimostratori.

Il ministero della Difesa israeliano ha annunciato l’8 gennaio che una non specificata “innovazione tecnologica” gli consentirà di realizzare potenti sistemi a energia diretta (laser) per intercettare un’ampia gamma di minacce aeree, garantendo un salto di qualità strategico nelle capacità di difesa aerea dello Stato ebraico. Grazie alla suddetta innovazione, la Weapons Development and Technology Infrastructure Administration (MAFAT) del ministero della Difesa ha lanciato, in collaborazione con le società Rafael ed Elbit Systems, tre programmi relativi allo sviluppo di altrettanti dimostratori del nuovo sistema laser: una versione statica terrestre che dovrà integrare il sistema “Iron Dome” (formato da radar multi-missione ELM-2084 e missili Tamir), aggiungendovi un ulteriore livello di protezione; una caricabile su piattaforma terrestre mobile, per proteggere le forze di manovra sul campo; una montata su piattaforme aeree, capace di intercettare le minacce oltre le nuvole (quest’ultime impediscono l’utilizzo di armi laser) e di proteggere spazi più estesi.

La svolta è arrivata con lo sviluppo del laser elettrico
Nel corso degli anni, la Israeli Air Force (IAF) ha fatto grandi sforzi per far progredire la potente tecnologia laser. Molti sviluppi sono stati testati, sia israeliani che esteri, dimostrandosi però inefficaci. Di recente sono stati raggiunti risultati significativi grazie alla collaborazione tra MAFAT, le industrie della difesa (Rafael ed Elbit Systems) e il mondo accademico. Questi risultati sono stati resi possibili dallo sviluppo del laser elettrico in luogo di quello chimico utilizzato finora. Impiegando la nuova tecnologia, il sistema di difesa sarà in grado di indirizzare e stabilizzare il fascio su un bersaglio situato a notevole distanza, superando eventuali disturbi atmosferici. Il che renderà possibile lo sviluppo di sistemi di intercettazione efficaci e altamente operativi che formeranno un ulteriore livello di protezione da minacce aeree provenienti da ogni dominio.

Ogni “colpo” costerà un dollaro anziché le decine di migliaia di un missile
Un altro vantaggio è quello economico. Come ha spiegato il Brig. Gen. Yaniv Rotem, responsabile delle attività di ricerca e sviluppo della MAFAT, ogni nuovo sistema avrà un prezzo iniziale elevato, nell’ordine delle centinaia di milioni di dollari, ma diventerà costo-efficace nel tempo grazie al fatto che ogni suo singolo impiego costerà pressappoco un dollaro, contro le decine di migliaia di ogni missile intercettore dell’Iron Dome. Quest’ultimo, inoltre, dispone di un numero limitato di intercettori, mentre un sistema laser può continuare a operare fintanto che resta collegato all’alimentazione elettrica.
Il motivo per cui il nuovo sistema andrà a integrare e non a sostituire l’Iron Dome, ha spiegato Rotem, è che esso non funziona bene in condizioni di scarsa visibilità, ovvero con forte copertura nuvolosa e meteo avverso. “Stiamo entrando in una nuova era di ‘guerra dell’energia’ nell’aria, a terra e sul mare, ha concluso il generale Rotem “Negli ultimi anni gli investimenti in ricerca e sviluppo hanno collocato Israele tra i paesi leader nel campo dei sistemi laser ad alta energia. Durante il 2020 dimostreremo le capacità di questa tecnologia sul campo.”
Incredibile, sembra fantascienza.
complimenti.