Il rapporto annuale dell’Agenzia europea evidenzia una crescita delle risorse complessive destinate alla difesa, ma un preoccupante calo del procurement e dei finanziamenti per l’R&T nell’ambito della difesa collaborativa.
L’European Defence Agency (EDA) ha pubblicato il 16 dicembre la sua relazione annuale sulle spese per la difesa dei 27 Stati membri, presentando in forma aggregata i dati forniti dai ministeri di competenza dei singoli Paesi. Il documento (scaricalo qui) afferma che nell’anno considerato, che è il 2018, la spesa complessiva per la difesa è stata di 223,4 miliardi di euro (pari all’1,4% del PIL e al 3,1% della spesa pubblica totale), con un aumento del 3% rispetto al 2017 che conferma il trend di crescita in atto da cinque anni consecutivi. Il report rileva anche, però, che gli Stati membri non rispettano gli impegni di spesa in settori chiave.
La spesa totale per la difesa ritorna ai livelli precedenti alla crisi finanziaria
Cominciando dal dato generale, il documento rileva che la spesa globale è quasi tornata ai livelli registrati prima della crisi finanziaria internazionale, dal momento che nel 2007 era stata di 225 miliardi di euro, prima di scendere dell’11% tra il 2007 e il 2013. “È estremamente positivo che i bilanci della difesa siano quasi completamente tornati ai livelli pre-crisi finanziaria, con il 2018 a segnare il quinto anno consecutivo di incremento della spesa”, ha commentato il direttore generale dell’EDA, Jorge Domecq. “La nostra relazione dimostra che gli Stati membri hanno dato nuovo slancio alla spesa per la difesa dopo aver sofferto pesantemente negli anni successivi all’inizio della crisi finanziaria. Tuttavia, i risultati dell’EDA dipingono un quadro contrastante in termini di difesa collaborativa europea, con un preoccupante calo sia delle acquisizioni di equipaggiamenti che di spesa in R&T [Ricerca e Tecnologia, ndr.] nel contesto continentale. Mentre la R&T nella difesa collaborativa rimane sensibilmente al di sotto dei livelli del 2008, è incoraggiante che il valore e il numero di progetti di R&T ad hoc nell’ambito dell’EDA siano in aumento.”
Disattesi gli impegni di spesa collettivi in 4 aree chiave
Se è cresciuta la spesa complessiva per la difesa, è invece rimasta inferiore ai livelli del 2008 quella destinata alle aree per le quali il direttivo dell’EDA (composto dai ministri della Difesa degli stati membri e da un rappresentante della Commissione europea) concordò parametri di riferimento collettivi nel 2007. Il rapporto dell’Agenzia fornisce un’analisi dettagliata di come la spesa corrente è correlata a tali parametri, ovvero:
— 44,5 miliardi di euro in investimenti per la difesa (acquisizione di nuovi equipaggiamenti e ricerca e sviluppo), che rappresentano il 19,9% delle spese totali per la difesa a fronte del 20% concordato;
— 6,4 miliardi di euro per l’acquisizione di equipaggiamenti destinati alla difesa europea collaborativa, pari al 17,8% del procurement complessivo di equipaggiamenti per la difesa, a fronte del 35% concordato;
— 2,1 miliardi di euro per la ricerca e la tecnologia della difesa, pari allo 0,9% della spesa totale per la difesa, a fronte del 2% concordato; – 153 milioni di euro in R&S sulla difesa collaborativa europea, pari al 7,3% della R&S totale per la difesa, a fronte del 20% concordato.
Il 96% della spesa per l’R&T proviene da 8 dei 27 Stati membri
Tuttavia, tra i 27 Stati membri dell’EDA si possono osservare alcune disparità nel raggiungimento dei suddetti parametri:
— 14 Stati hanno speso il 20% o più del proprio bilancio per la difesa in investimenti nel 2018, rispetto ai 7 che lo fecero nel 2014;
— 21 Stati oggi dedicano oltre il 10% del bilancio della difesa agli investimenti;
— 8 Stati membri rappresentano insieme il 96% della spesa totale in ricerca e tecnologia nel settore della difesa, mentre i quattro maggiori rappresentano l’85%.